13 novembre 2021

Sergej Krylov, un alieno al violino. Straordinaria performance dell'artista con un repertorio da brividi in Auditorium

Un salto nel vuoto, senza respiro. Follia, genio e sregolatezza. Soltanto una persona con queste caratteristiche poteva decidere di affrontare un programma come quello proposto da Sergej Krylov all’Auditorium del Museo del Violino.Il direttore artistico Roberto Codazzi lo definisce “un trapezista senza reti di protezione”, ed è proprio così, una scaletta da brividi. Apprezzato concertista internazionale, è uno dei pochi cremonesi (a tutti gli effetti, ormai) ad essere proverbialmente “propheta in patria”. ASSOLO è il titolo dato a questo concerto il cui principe è proprio il repertorio per Violino solista, strumento che ha dovuto arrampicarsi tra alcune delle pagine più complesse dell’intero repertorio.

Virtuoso fra i più acclamati del globo, ha proposto la Ciaccona in re minore dalla Partita n.2 di Bach, ultimo movimento dell’opera, di vertiginose vette esecutive con una prassi ricercata senza tradire il rigoroso suono Bachiano. Della Ciaccona esistono anche trascrizioni successive ad opera di Busoni e di Brahms, ad ulteriore testimonianza della statura della composizione, stimata anche da posteri eminenti. 

È stata poi la volta della Sonata n.2 di Eugène Ysaÿe, compositore belga a cavallo tra la seconda metà dell’Ottocento e la prima del Novecento. Anche in questo caso, come usava al tempo, la dedica è all’amico violinista Jaques Tribaud al quale Ysaÿe aveva anche prestato i propri violini Guarneri e Stradivari. Krylov riesce anche in questo caso ad utilizzare quel portamento contraddistintivo delle esecuzioni solite di Ysaÿe, a lungo narrato dalle cronache dell’epoca.

Ecco il momento dell’incredibile Sequenza VIII di Luciano Berio, che con suono graffiante ha dato spazio ad un’interpretazione contemporanea fatta di suoni tesi e suggestioni armoniche. “è stato per me come pagare un debito personale al violino” dichiarerà lo stesso Berio a proposito di questo suo lavoro, immaginandolo proprio come omaggio alla Ciaccona di Johan Sebastian Bach, vero e proprio “culmine musicale”.

A fine concerto, quando normalmente subentra un po’ la stanchezza, è prassi mettere brani che finiscano “in gloria” ma che siano un po’ meno ostici. Krylov, come avesse carica infinita, decide di terminare con una selezione di cinque capricci dalla celeberrima op.1 del virtuoso Niccolò Paganini. Mai un calo di tensione, mai un cedimento, il violinista è un vero e proprio “alieno”, capace di travolgere e tenere incollato il pubblico numerosissimo per oltre un’ora. 

Standing ovation, applausi scroscianti hanno convinto Sergej Krylov a regalare un bis, la Fuga dalla Sonata n.1 di Johann Sebastian Bach, degna chiusura del cerchio in cui il genio di Lipsia è stato matrice ed ispirazione di tutto il concerto. 

Fotografie di Danilo Codazzi

Loris Braga


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