10 febbraio 2021

Sotto la lente della Procura tredici morti per Covid a Cremona Solidale, gravissimi i reati ipotizzati

Tredici sono gli episodi su cui la Procura della Repubblica sta indagando per le morti sospette da Covid 19 avvenute all’ interno della Rsa Cremona Solidale. Decessi che sono collocati temporalmente dal 1 marzo 2020 fino a tutto il 18 aprile 2020.

I reati ipotizzati dal pool di magistrati sono gravissimi: epidemia colposa, delitti colposi contro la salute pubblica, omicidio colposo e lesioni colpose. I quattro pm: Lisa Saccaro, che coordina l’inchiesta, e i colleghi Ilaria Prette, Milda Milli e Davide Rocco con la supervisione del procuratore capo Roberto Pellicano, hanno così concretizzato le migliaia di pagine di cui fa parte l’indagine; tutto per ora a carico di ‘ignoti’. Le prime acquisizioni dell’indagine avevano preso il via il 5 maggio. I carabinieri dei Nas e uomini della Guardia di Finanza, avevano bussato alle porte di Cremona Solidale su delega della Procura.

Sotto sequestro erano così finiti: cartelle cliniche, tutti i Fasas, ovvero il fascicolo socio assistenziale e sanitario del paziente, mail, documenti riguardanti i rapporti tra l’istituzione e i parenti delle vittime. Materiale che è stato poi posto a confronto con quello che l’Ats , sempre in quei giorni, aveva consegnato spontaneamente agli inquirenti: carteggi interni, dati statistici sui decessi e comunicati dalle stesse Rsa.

In quello stesso 5 maggio erano finite nel mirino della magistratura altre tre case di riposo tra cui Cingia dè Botti, Sospiro e Casalbuttano. Il conteggio dei morti in queste strutture superava le 300 unità. Il 6 di maggio, i militari si presentavano in altre residenze assistenziali della provincia: Fondazione La Pace Onlus di Cremona, Casa di riposo “Villa Sacro Cuore – Coniugi Preyer” di Casalmorano, Fondazione Benefattori Cremaschi a Crema e Fondazione Casa di Riposo Ospedale dei Poveri di Pandino dove acquisivano lo stesso tipo di documentazione sequestrata il giorno prima a ‘Cremona Solidale’ . Anche in queste strutture la mortalità aveva abbondantemente varcato la soglia del 20% dei degenti ricoverati.

Da maggio in poi esposti e denunce sono arrivati, a piene mani, sia agli uffici giudiziari cremonesi, sia ai Nas. Querele che, in particolare, si sono focalizzate sul mancato ricovero degli ospiti negli ospedali quando le loro condizioni andavano peggiorando sensibilmente a causa dell’infezione. Si sono così aperti centinaia di fascicoli.

Negli ultimi mesi sono stati ascoltati a verbale alcune persone informate sui fatti. Anche questo materiale è finito all’attenzione del pool inquirente che, nel caso di Cremona Solidale, ha iniziato a perimetrare gli episodi accaduti nella Rsa di via Brescia durante l’infuriare dell’epidemia. L’inchiesta sembra ormai a una svolta e non si esclude che, presto, potrebbero esserci così i primi indagati.

Luca Poli


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