8 luglio 2022

Stalking, il primo processo nel 1959 a Cremona. La storia di Angela e Francesco. Ne parlò tutto il mondo

Nell'estate del 1935 il naturale refrigerio per i cremonesi era il Po, la guerra non aveva ancora presentato il salatissimo conto da pagare e le acque del fiume, magari non cristalline ma balneabili, richiamavano, in maniera lenta e sorniona, gruppi di cittadini per trovare riparo dalla calura. In quella estate, neanche troppo lontana da quella odierna, è cominciata una tragedia destinata a durare quasi 30 anni, destinata a diventare, oggi, una tragica realtà della società contemporanea. “Imbecìle!” fu il rabbioso insulto che risuonò nel tribunale di Cremona nel dicembre del 1959. Il classico termine della letteratura italiana, quel giorno rivisto con la profondità del dialetto cremonese, era la sintesi dei patimenti passati nella vita di una signora di Cremona. Questo urlo fece più risalto oltreoceano che nelle aule di via dei Tribunali in città, fece un eco talmente vasto da finire sulla rivista statunitense TIME, esattamente quella: la rivista dove molti sognano di poter occupare la copertina quasi a testimoniare uno status symbol, positivo o negativo che possa essere. Nel dicembre 1959 il TIME si occupava di Cremona, questa volta l'arte, la musica e i violini cremonesi non venivano citati ma veniva citato il fiume Po, quel fiume che scorre lento e separa due regioni, quel fiume dove nasce una storia che, già nel 1935, avrebbe dovuto fare dottrina, una storia che doveva far pensare, come messo in risalto dal settimanale più famoso al mondo. Angela Mondini aveva 16 anni quella estate prima della guerra e, come molte ragazze della sua età, aveva trovato naturale rifugio dalla calura sulle rive del lungo fiume, i parenti avevano attraversato il ponte per ritrovarsi a Castelvetro Piacentino, lei li aveva seguiti inconsapevole che da quel momento la sua vita sarebbe finita stravolta, distrutta dentro un tritacarne sociale. Francesco Ghizzoni aveva 25 anni quella estate e lui, lungo le rive del fiume, ci lavorava perché aveva un bar sulla sponda piacentina dove accoglieva i bagnanti secondo la tradizione estiva. Francesco vede Angela per la prima volta e, forte anche di una posizione economica indipendente, dichiarò subito alla ragazza il suo “amore a prima vista” aggiungendo che, poco ma sicuro, lui l'avrebbe sposata. La ragazza non ha alcuna intenzione di vedere o di frequentare in qualsiasi modo Francesco, risponde in maniera glaciale al barista di non condividere in alcun modo la visione unilaterale del giovane e si allontana convinta che, come quelle acque lente e sornione, quel brutto momento sarebbe scivolato via. Il tempo può racchiudere la cura di molti mali, così come può essere il feroce e spietato mezzo per raggiungere un obiettivo, obiettivo che quando nasce da un sentimento unico come l'amore può diventare tossico, velenoso e distruttivo. Francesco comincia a perseguitare Angela a Cremona, la aspetta davanti a scuola, la segue in centro, si fa trovare nei luoghi che frequenta, la ragazza fa presente al cosa alle forze dell'ordine che redarguiscono il venticinquenne il quale, quando non può presentarsi in città, offre qualche moneta a dei ragazzini per portare alla cremonese lettere e pensieri che non hanno mai risposta. Il corteggiamento diventa ossessivo, invasivo e strumentale, i parenti di Angela chiariscono a Francesco la posizione irremovibile della ragazza, le attenzioni del ragazzo dovevano essere rivolte in un altra direzione ma Francesco non ci sente, semplicemente sta soddisfacendo il suo sentimento anche se questo comporta la distruzione della vita di un'altra persona. La spaventosa ferocia di chi usa il tempo non come cura ma come mezzo per possedere qualcosa che non gli appartiene. Arriva la guerra e gli spostamenti diventano più difficili, l'obiettivo di Francesco si allontana, ma dentro lui ha sempre più spazio la granitica certezza che Angela accetterà le sue proposte, proposte che, agli occhi anche dei suoi familiari, stanno rasentando la follia. Il ponte sul Po viene distrutto dai bombardamenti nel 1944 ma Francesco non si perde d'animo, nella sua mente ciò che divide lui da Angela sono solo quelle acque lente e sornione che conosce bene, quindi acquista una barca e cerca di attraversare il Po per poter arrivare in città, un cacciabombardiere americano lo vede e lo mitraglia affondando la barca e facendolo quasi affogare. La guerra finisce e il ponte sul Po viene ricostruito, a questo punto l'ossessione di Francesco diventa metodica e perfettamente organizzata, il sentimento monotematico dell'uomo è inquietante per come viene sviluppato. Francesco non si limita al corteggiamento, ha tempo e possibilità e agisce con l'istinto di un predatore che deve saper isolare la preda prima di attaccarla, come gli contesterà Angela in tribunale l'uomo non si è limitato a fare di tutto per entrare nelle sue grazie ma ha anche fatto tabula rasa dei rapporti sociali della donna allontanando, anche in maniera violenta, altri uomini che potevano avere un interesse nei confronti della cremonese. Angela, a 30 anni, è sola, praticamente vive la sua vita schiacciata dalla presenza di una persona che, in maniera persecutoria, vuole sostituirsi alle scelte della donna. Nel 1957 Francesco vede Angela in una via del centro e la bacia nonostante le resistenze della ragazza, Angela urla e sta male, sviene e viene portata in ospedale ma, questa volta, il suo persecutore finirà in tribunale.

Nel 1959 il processo scoperchia parte di una storia dai contorni spaventosi, Francesco non viene riconosciuto come folle dalla giuria che lo condanna per aggressione a tre mesi di carcere con pena sospesa. La vita di Angela, già provata dagli anni in cui ha subito torti di tutti i tipi, dovrà affrontare una pena ancora più pesante, poco prima del processo si vede recapitare un pacco dove, all'interno, vi sono presenti tutti i documenti per il matrimonio, documenti che lei deve solo firmare per confermare l'amore che, da decenni, l'uomo provava per lei. Francesco è metodico ma, secondo la ragazza, non è in grado di comprendere la gravità delle sue azioni tanto che, insieme ai documenti matrimoniali, lui aveva già preparato il testamento dove lasciava a lei ogni suo bene. Il TIME ed alcuni giornali europei cominciano a far presente la gravità dell'atteggiamento di Francesco, non vi sono ancora i presupposti storico legali per chiamarlo stalking ma viene sottolineato come casi di questa portata andrebbero affrontati in maniera diversa, soprattutto perché la difesa di Francesco è ai limiti della schizofrenia, lui si difende dicendo che non avrebbe mai potuto far del male alla donna. Non è un corteggiamento non corrisposto, è una persecuzione che nessuno vorrebbe vivere cominciano a scrivere i periodici. Nel 1962 Angela e Francesco sono di nuovo in tribunale perché la crudeltà dell'uomo non si è mai realmente placata, questa volta i giudici decidono di isolare Francesco da Angela, 27 mesi di carcere e l'obbligo di una valutazione psichiatrica con un periodo di reclusione in un sanatorio mentale.

Dopo il processo il TIME, l'islandese Alpydu, lo spagnolo Hoja Lunes e molti altri periodici esteri tornano a raccontare la storia di Angela e Francesco, perché l'amore non può essere persecutorio, non può portare a fatti come quelli accaduti a Cremona per quasi 30 anni, 30 anni di patimenti che hanno portato Angela ad affermare “Non ne posso più: o ti decidi a lasciarmi in pace o ti uccido. Io finirò in prigione ma tu al cimitero. Ricordatelo”. La storia cremonese di Angela e Francesco diventa, purtroppo, di estrema attualità nel 2022, ma 60 anni fa il TIME aveva definito Francesco come “The Untamed Shrew” ovvero il toporagno selvaggio, incivile, perché come il piccolo mammifero l'uomo era ormai diventato cieco rispetto ai sentimenti che Angela provava per lui ma non solo, oltre alla cecità Francesco era diventato selvaggio nei modi verso la ragazza e gli altri.

Marco Bragazzi


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