31 ottobre 2024

Su il sipario sulla "Scuola degli amanti" di Mozart e Da Ponte. Questa sera al Teatro Ponchielli in scena "Così fan tutte" nell'allestimento di Martone

È tutto pronto al teatro Ponchielli per la seconda opera della stagione lirica: ‘Così fan tutte ossia La scuola degli amati” KV 588; opera in due atti su libretto di Lorenzo Da Ponte, musica di Wolfgang Amadeus Mozart (prima rappresentazione assoluta: Burgtheater, Vienna, 26 gennaio 1790). In scena questa sera, ore 20 e in replica domenica 3 novembre, ore 15.30. Prima rappresentazione assoluta: Vienna 1790. 

Il teatro cremonese è il capofila per OperaLombardia di questa messa in scena che verrà proposta in nello storico allestimento che porta la firma del regista Mario Martone, già rappresentata al Teatro San Carlo di Napoli nel 1999. Oggi riproposta per il debutto cremonese da Raffaele Di Florio.

Sul podio, a dirigere l’Orchestra dei Pomeriggi Musicali è stato chiamato Federico Maria Sardelli: compositore, flautista, musicologo, pittore, incisore e autore letterario e spesso ospite del Monteverdi Festival con il suo ensemble Modo Antiquo.

Importante il cast vocale: Fiordiligi (dama ferrarese abitante in Napoli), Katarina Radovanovic; Dorabella (dama ferrarese e sorella di Fiordiligi), Mara Gaudenzi; Guglielmo (ufficiale, amante di Fiordiligi), Davide Peroni; Ferrando (ufficiale, amante di Dorabella), Pietro Adaíni; Despina (cameriera), Cristin Arsenova; Don Alfonso (vecchio filosofo), Matteo Torcaso. Il Coro OperaLombardia è diretto dal maestro Diego Maccagnola

Le scene sono firmate da Sergio Tramonti. I costumi sono di Vera Marzot, ripresi da Rossana Gea Cavallo. Le luci di Pasquale Mari riprese da Gianni Bertoli. Si tratta di una coproduzione Teatri di OperaLombardia. L’allestimento è della Fondazione Teatro San Carlo di Napoli. 

Anche quest’anno ha preso il via l’iniziativa ‘Per fare un’opera’, organizzata dal Teatro Ponchielli e rivolta a studenti che hanno avuto la possibilità di seguire le varie fasi di realizzazione di un’opera. Più di cinquanta studenti sono stati coinvolti nel progetto: 22 ragazzi Scuola Secondaria di I Grado Virgilio e 30 alunni del Liceo Musicale “Antonio Stradivari”. 

LA TRAMA 

ATTO I

In una bottega di caffè a Napoli siedono i due ufficiali dell'esercito Ferrando e Guglielmo, che vantano la fedeltà delle loro fidanzate, rispettivamente Dorabella e Fiordiligi, sorelle, giunte da Ferrara. Con loro vi è l'amico Don Alfonso, scapolo, il quale, dandosi come sempre arie da filosofo cinico, li contraddice affermando l'inesistenza della fedeltà femminile. I due intendono sfidare a duello l'amico per difendere l'onore delle future spose. Don Alfonso, invece, lancia loro una scommessa dell'ingente valore di cento zecchini per provare ai due amici che le loro fidanzate non son diverse dalle altre donne: così, per un giorno, Ferrando e Guglielmo dovranno comportarsi secondo gli ordini di Don Alfonso.

Intanto, Fiordiligi e Dorabella guardano sognanti i ritratti dei fidanzati, ma poi iniziano a preoccuparsi perché sono già le sei del pomeriggio e i due amanti non sono ancora venuti a far loro visita. Arriva Don Alfonso che reca loro una notizia terribile: i fidanzati sono stati convocati al fronte e devono partire all'istante. Sopraggiungono Ferrando e Guglielmo che fingono di essere in partenza. Un suono di tamburo richiama gli ufficiali al loro dovere e l'imbarcazione delle reclute li accoglie.

La cameriera Despina, complice di Don Alfonso, espone alle sorelle le proprie idee circa la fedeltà maschile. Don Alfonso offre a Despina uno zecchino d'oro e promettendole venti scudi se insieme riusciranno a far entrare nelle grazie delle sorelle due nuovi pretendenti. Questi ultimi non sono altro che gli stessi Ferrando e Guglielmo che si ripresentano al loro cospetto, ma travestiti da ufficiali albanesi con grandi mustacchi e vestiti stravaganti. 

Le due giovani sono furenti per gli sconosciuti; i finti albanesi si dichiarano spasimanti delle due sorelle e Don Alfonso presenta gli ufficiali come suoi cari amici. Alle loro rinnovate e caricaturali profferte d'amore, Fiordiligi risponde che serberanno fedeltà agli amanti fino alla morte. Tutto ciò rallegra i due giovani che sentono già di aver vinto la scommessa. Tuttavia Don Alfonso li ammonisce avvertendoli che c’è ancora tempo prima di cantare vittoria.

Despina confida al filosofo di avere un piano per cambiare la situazione. Don Alfonso si allontana fingendo di inseguire gli albanesi, che, poco lontano, sotto gli occhi delle due fanciulle, simulano di bere dell'arsenico (in realtà bevono dell'acqua), volendosi suicidare per il dolore. Don Alfonso fa finta di andare in cerca di un medico e lascia i due uomini agonizzanti davanti alle esterrefatte sorelle che iniziano a provare compassione. Arriva Despina travestita da medico, declamando frasi in un latino maccheronico, e fa rinvenire gli albanesi toccandoli con una calamita. I finti albanesi si riprendono, rinnovano le dichiarazioni di amore e abbracciano le donne, scambiando però l'oggetto della finta passione. Despina e Don Alfonso guidano il gioco esortando le donne ad assecondare le richieste dei nuovi spasimanti resuscitati. I due pretendono un bacio, Fiordiligi e Dorabella si indignano e rifiutano, mostrando però un grande turbamento.

ATTO II

Fiordiligi e Dorabella sono convinte da Despina a divertisti, mantenendo la fedeltà ai loro fidanzati.  Dorabella, che decide per prima, vuole Guglielmo, e Fiordiligi apprezza il fatto che le spetti il biondo Ferrando. Ecco avvenuto lo scambio delle coppie.

Due albanesi hanno organizzato una serenata alle dame, con i suonatori e i cantanti che arrivano in barca. Fiordiligi e Ferrando si allontanano, suscitando la gelosia di Guglielmo, che offre un regalo a Dorabella e riesce a conquistarla. Fiordiligi è sconvolta perché sta capendo che il gioco si è mutato in realtà. Quando Ferrando si accomiata, ella ha un attimo di debolezza e vorrebbe richiamarlo, poi rivolge il pensiero al promesso sposo Guglielmo e si proclama a lui fedele. Questi è impacciato nel comunicare a Ferrando che Dorabella ha ceduto facilmente, ma, commentando l'infedeltà di Dorabella, è felice del fatto che Fiordiligi si sia dimostrata modesta.

I finti albanesi fanno il punto della situazione; Guglielmo è ben lieto nell'aver saputo che Fiordiligi ha rifiutato l'amico, ma gli deve però confessare che Dorabella non si è comportata nello stesso modo. Ferrando è disperato e Guglielmo chiede a don Alfonso i suoi cinquanta zecchini, ricevendo però un rifiuto: non è ancora il momento. Dorabella esorta Fiordiligi a divertirsi, ma la giovane, in preda a una grande agitazione, decide di travestirsi da ufficiale e raggiungere il promesso sposo sul campo di battaglia: si fa portare delle vesti maschili. Ferrando la interrompe e chiede la sua mano, rivolgendosi a lei con parole che probabilmente Guglielmo non le ha mai detto. Guglielmo ha assistito al dialogo, è furente, e anche Ferrando prova odio per la sua ex fidanzata, ma Don Alfonso, che è riuscito a dimostrare quanto voleva, li esorta a finire la commedia con doppie nozze: una donna vale l'altra. Don Alfonso non accusa le donne e afferma che è colpa della natura umana se “così fan tutte”.

Despina organizza i preparativi e il coro di servi e suonatori inneggia alle nuove coppie Il notaio, che è ancora Despina travestita, fa firmare il finto contratto nuziale e, in quel momento, si ode da lontano un coro maschile che annuncia il ritorno dei militari. Le sorelle rimangono impietrite: sono i due fidanzati che tornano. Nascosti gli albanesi in una stanza, le due donne si preparano ad accogliere Ferrando e Guglielmo che, continuando la finzione, fingono di insospettirsi quando scoprono il notaio e il contratto; vedendo la firma delle due donne, si infuriano. Alle due giovani non rimane che ammettere la colpa e chiamare in causa Despina e Don Alfonso; i due giovani rientrano nella stanza con gli abiti da "albanesi". Don Alfonso tranquillizza tutti e si giustifica dicendo di aver agito a fin di bene per rendere più saggi gli sposi. Le coppie si riuniscono come in origine. 

Musicologo

Roberto Fiorentini


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