Tamoil: un parco fotovoltaico nell'area dell'ex raffineria. Progetto presentato al Ministero, ma resta aperta l'inchiesta della Procura per inquinamento. Radicali e opposizioni all'attacco
Un parco fotovoltaico nell'area dell'ex raffineria Tamoil: questo il progetto per il recupero di una delle zone più (tristemente) famose di Cremona, ad oggi ancora in attesa di una bonifica dopo i danni ambientali per i quali, dopo anni di processi penali e civili, il Comune ha ottenuto risarcimenti per 2,4 milioni di euro - a fronte del 40 richiesti in prima battuta.
Per ora, la proprietà ha depositato presso il Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica un'istanza di progetto che prevede la realizzazione di un esteso parco fotovoltaico (si parla di 5-6 megawatt) proprio in quelle aree che oggi sono adibite a deposito e stoccaggio e che in passato erano occupate dall'impianto di raffinazione. L'iter quindi prevede che il Ministero si occupi di tutte le valutazioni sul progetto, quindi, in caso di esito positivo, la palla passerà ad una conferenza di servizi che vedrà al tavolo anche la Provincia, la Regione e il Comune. Sui tempi pertanto in questo momento non è possibile fare previsioni. Ma nel frattempo la notizia ha già suscitato diverse reazioni, a partire dal palazzo del Comune.
Il sindaco Andrea Virgilio parla di "un'iniziativa interessante dal momento che la nostra città ha bisogno di investimenti in ambito di energie rinnovabili e i fatto che questa, che è un'area privata, venga destinata ad un parco fotovotaico e non ad un pacheggio, come si era ipotizzato in passato, è sicuramente una buona notizia". In merito alla possibilità che questo impianto offra vantaggi anche alla collettività: "si tratta di un impianto privato pertanto come amministrazione non abbiamo potere di decidere cosa sarà dell'energia prodotta, ma sicuramente auspichiamo che anche la città di Cremona possa in qualche modo avere vantaggio dalla produzione di questo parco fotovoltaico. Nel frattempo stiamo valutando come investiremo i soldi del risarcimento ottenuto: abbiamo già delle idee, che riguardano investimenti a carattere ambientale, ma per ora ci riserviamo di fare tutta una serie di valutazioni prima di anticipare le nostre scelte". Non mancano certo le preoccupazioni sull'aspetto ambientale, essendoci ancora una bonifica in atto da concludere: "vigileremo sulla bonifica ed a breve verrà convocato anche il tavolo dell'osservatorio Tamoil anche per mantenere la comunicazione aperta con la cittadinanza".
Non sono dello stesso parere le opposizioni, con 'Novità a Cremona' di Alessandro Portesani che commenta: “Il progetto di un parco fotovoltaico pensato da Tamoil nell’ex area produttiva di via Riglio può essere positivo, ma sembra un’operazione di green washing piuttosto che un’iniziativa nell’interesse della città e del suo ambiente. Rimane infatti aperto il tema fondamentale della bonifica dell’area che ha rappresentato un grande problema per quella zona e in generale per Cremona, con risvolti giudiziari che sono ancora in corso.Credo che le nostre idee sull’utilizzo di quell’area fossero assolutamente corrette e non velleitarie come continua dire il sindaco Andrea Virgilio in maniera gratuita e impropria. Da tempo abbiamo sottolineato come quell’area potrebbe tornare a disposizione completa dell’amministrazione comunale. Penso che il fatto che l’area sia privata non significhi nulla. Ritengo che Tamoil, a fronte dello sgravio dei costi della bonifica, potrebbe cedere l’ex raffineria a un prezzo economico e a quel punto si potrebbe procedere all’operazione di risanamento di tutta l’area che, come ricordo, confina direttamente con le società canottieri e il corso del fiume Po. Lavori che andrebbero a beneficio della salute pubblica”, aggiunge Portesani. “Serve creatività, visione e capacità di intercettare investitori istituzionali, filantropici e privati. Tutte caratteristiche di cui Virgilio e la sua amministrazione difettano. Questa situazione condannerebbe, se non gestita correttamente, la città e tutto il territorio a farsi andare bene l’inquinamento. Non è questa la mia visione di città e neppure quella di tutto il centrodestra”.
Tra gli aspetti da considerare nel futuro dell'area dell'ex raffineria c'è anche il fatto che la procura ha recentemente prorogato i termini dell'indagine sull'inquinamento dell'area, lasciando così intendere che potrebbero essere richieste nuove perizie dopo che gli ultimi dati hanno confermato come ancora oggi la zona sia interessata dalla presenza di idrocarburi nella falda e nel sottosuolo, problematica ben nota alla società Bissolati, che è la più vicina alla sede dell'ex raffineria. Ad oggi la società non ha ricevuto altre comunicazioni formali, se non le notizie apprese a mezzo stampa; sicuramente la preoccupazione della società è legata alla bonifica dell'area ed alla soluzione delle problematiche di inquinamento della falda e dei terreni. Di questi aspetti dunque si parlerà dettagliatamente nel corso della prossima assemblea della società.
Decisamente dure e senza sconti le parole di Sergio Ravelli, consigliere generale del Partito Radicale, che punto il dito direttemente contro l'amministrazione comunale: "Lo dico forte e chiaro: il progetto di parco fotovoltaico costituirebbe la pietra tombale sulla bonifica del sito Tamoil. E rappresenta il frutto avvelenato della transazione fra Comune e Tamoil avvenuta in sede civile. Non è stato un caso che, di fronte a una richiesta iniziale di risarcimento danni di 40 milioni di euro avanzata dal Comune, l'accordo con la Tamoil ne ha previsti solo un milione e 400. Evidentemente dietro l'accordo c'era ben altro. Non solo un piatto di lenticchie in cambio di un parco fotovoltaico gestito dalla Tamoil, ma soprattutto la chiusura definitiva del contenzioso decennale fra Comune e Tamoil. Ora Tamoil può finalmente dare avvio a una nuova attività produttiva vanificando ogni possibilità di bonifica del proprio sito industriale. Mentre l'inquinamento da idrocarburi continua! E' il caso di ricordare gli impegni assunti dalla società petrolifera con l'accordo sottoscritto nell'aprile 2011: “Tamoil si impegna a bonificare suolo, sottosuolo e acque sotterranee impattate dall'attività industriale condotta sul sito della raffineria”. Impegni del tutto disattesi ed oggi vanificati con l'avallo del Comune di Cremona. Ricordo infine che l'emergenza ambientale nelle aree esterne alla Tamoil, in particolare nell'area occupata dalla società Bissolati, continua. I dati, anche recenti, dei monitoraggi effettuati in proprio dalla canottieri confermano che la barriera idraulica non riesce a trattenere completamente le sostanze idrocarburiche che fuoriescono dalla sito Tamoil, che trattasi di inquinamento recente e non storico e che nei terreni della Bissolati persiste una presenza consistente di surnatante. Di più, il pozzo della canottieri posto a 40 m. di profondità (sequestrato dai NAS nel 2007 e mai dissequestrato) evidenzia ancora un tasso di contaminazione molto alto. Ma il caso Tamoil non è chiuso. E presto torneremo ad occuparcene".
Insomma, la questione Tamoil è oggi più che mai attualità, non solo per i progetti futuri, ma per tutte le partite ancora aperte ed in attesa di una soluzione che, a distanza di oltre 20 anni, sembra non aver ancora soddisfatto nessuno.
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commenti
Alessandro
24 ottobre 2024 17:26
100% con Portesani e Radicali: in quel contesto il FV è greenwashing puro. Non si cada nel "tranello".
Manuel
24 ottobre 2024 19:33
È decisamente un caso di greenwashing!
Bisogna mordere le calcagna del sindaco affinché non dorma, sottovaluti ed, inevitabilmente, condanni cittadinanza, canottieri e fiume Po.
Dopodiché, sempre buono l’apporto di idee, ma anche avvalersi di giuristi, avvocati, tecnici di alto livello, poiché la partita è assai delicata... e non si può perdere.
Daniro
25 ottobre 2024 12:46
Prima la bonifica, assolutamente, a carico di chi ha inquinato, solo dopo si può pensare a altri utilizzi. Peraltro già l'attuale attività a deposito è stata autorizzata senza chiedere prima la totale bonifica dell'area e delle falde acquifere e questo fatto è già un'assurdo.
2.4 ml di indennizzi sono bazzecole di fronte al gravissimo danno ambientale causato in decenni di attività. Non cada l'amministrazione comunale in questa trappola e si ricordi che l'inquinamento ambientale riguarda tutti i cittadini.