8 febbraio 2022

Terzo ponte si parte. Silenzio degli enti locali. Arrivano ai proprietari dei terreni le notifiche per sopralluoghi in vista del progetto definitivo

Nel silenzio degli enti pubblici partono i lavori per il "terzo ponte", opera di cui si parla ormai da decenni e oggetto di aspre critiche e infiniti dibattiti. Proprio in questi giorni stanno arrivando ad alcuni cittadini di Castelvetro Piacentino le comunicazioni di Autovia Padana, società concessionaria dell'A21 e parte del Gruppo Gavio, secondo gruppo privato a livello mondiale nel campo della gestione di infrastrutture autostradali.

L'oggetto delle comunicazioni è ampio e per certi versi vago: "Tronco A21 Piacenza-Cremona-Brescia e diramazione per Fiorenzuola d'Arda (Pc). Aggiornamento della progettazione definitiva, redazione del progetto esecutivo e realizzazione delle opere Lotto 2, costituite dal 'Nuovo casello di Castelvetro, del raccordo autostradale con la SS 10 Padana Inferiore e del completamento della bretella tra la SS10 e la SS234". Gli avvisi di "avvio del procedimento" riguardano in particolare "l'autorizzazione all'accesso nelle aree di sua proprietà (di proprietà del destinatario della comunicazione; ndr) in comune di Castelvetro Piacentino".

Detta così può risultare poco comprensibile, ma se si va a rileggere quanto dichiarato alla fine di novembre del 2021 da Claudio Vezzosi, amministratore delegato di Autovia Padana, il quadro comincia a delinearsi. "Abbiamo un altro intervento importantissimo sul quale ci siamo già mossi: si tratta della bretella autostradale da Castelvetro sino alla strada statale 234, intercettando la Padana Inferiore ed arrivando sulla Paullese in direzione Milano - ha dichiarato Vezzosi -. Un investimento da 360 milioni di euro che permetterà di avere un ulteriore attraversamento sul Po. Abbiamo riavviato tutte le procedure per il riottenimento delle autorizzazioni. Stiamo interloquendo con le amministrazioni centrali per potere effettuare quest’opera".

E del resto, del "terzo ponte" si è tornato a parlare apertamente, dopo un lungo silenzio, nel dicembre scorso, quando attraverso un comunicato stampa Autovia Padana ha fatto sapere che: “Il prossimo obiettivo di Autovia Padana è costituito dalla realizzazione della nuova bretella autostradale da Castelvetro verso le strade Ss10 Padana Inferiore e Ss234, di circa 10 chilometri, con la costruzione di un nuovo ponte sul fiume Po” (qui l'articolo).

In questi giorni, ecco arrivare le comunicazioni ai cittadini di Castelvetro, attraverso le quali si fa sapere che "fra le opere da realizzare sono comprese le cosiddette Opere Lotto 2, costituite dal dal 'Nuovo casello di Castelvetro, del raccordo autostradale con la SS 10 Padana Inferiore e del completamento della bretella tra la SS10 e la SS234" e che "il Ministero delle Infrastrutture e della Mobilità (...) ha delegato Autovia Padana (...) l'esercizio dei poteri espropriativi per l'espletamento delle attività prodromiche e strumentali del procedimento espropriativo" previsto dall'iter.

"Decorsi dieci giorni dal ricevimento della presente - fa sapere Autovia Padana ai residenti - e tenuto conto delle eventuali osservazioni, potrà essere emessa da Autovia Padana l'autorizzazione all'accesso alle aree di Sua proprietà". La società informa inoltre che "il provvedimento di autorizzazione all'accesso Le sarà comunicato mediante lettera raccomandata almeno sette giorni prima dell'inizio delle operazioni".

Insomma, non c'è bisogno di altro per capire che si sta partendo con l'iter per il famigerato terzo ponte e che la società sta comunicando ai residenti delle aree interessate che è autorizzata a procedere anche con espropri e a entrare in aree private. E tutto nel silenzio delle istituzioni, che quantomeno apertamente e pubblicamente non hanno comunicato nulla ai cittadini.

E pensare che l'imponente infrastruttura è stata oggetto di un fortissimo dibattito nel corso degli anni, con tanto di ricorso al Tar. Dal 2011 sull'opera è calato il sipario e nel 2016 sono scaduti i termini relativi alla dichiarazione di pubblica utilità dell'infrastruttura. Tuttavia, quello che sembrava un progetto ormai tramontato è tornato d'attualità alla fine del 2021 con le dichiarazioni di Autovia Padana. Ma che l'idea di realizzare l'infrastruttura non sia mai stata del tutto accantonata è testimoniato anche dal fatto che il terzo ponte – che terzo non sarebbe, in realtà, se contiamo il ponte che collega con Castelvetro, il ponte ferroviario e quello autostradale, il tutto concentrato in una decina di chilometri – è previsto dal programma del sindaco Galimberti e rientra nel PGT e nel Pums (Piano della Mobilità Sostenibile) approvato qualche mese fa. L'infrastruttura ha un costo che si aggira attorno ai 360 milioni di euro e, se realizzata, rappresenterebbe il ponte più grande d'Europa. Il collegamento, ubicato a Ovest della città, sarebbe al servizio dell'area industriale ed è stato definito dai locali comitati ambientalisti come il “preludio per l'autostrada Cremona-Mantova”. 

LA STORIA DEL TERZO PONTE - La storia del terzo ponte è lunga e travagliata. Nell'aprile del 2009 si riaprì l'iter per la realizzazione dell'infrastruttura e nel mese di settembre del 2010 una ventina di docenti ed esperti presentarono un dossier contro l'opera. Una sorta di “controprogetto” elaborato con il contributo di esperti, docenti universitari del territorio e di 13 università italiane. Tra i firmatari del dossier, si ricordano il compianto giornalista Simone Mazzata (alfiere della battaglia per salvare “Nonna Quercia”, tra le varie cose), poi la docente Anna Lucia MaramottiFederico Balestreri (medico del lavoro), Riccardo Groppali (docente, naturalista, studioso e già assessore comunale), Massimo Terzi (compianto ex assessore all'Urbanistica e architetto notissimo in città). Vennero proposte anche quattro alternative al terzo ponte: dalla chiusura del casello autostradale di Castelvetro alla liberalizzazione completa del tratto tra i caselli autostradali di Castelvetro e Cremona; dalla realizzazione della Gronda Nord allo sfruttamento della viabilità esistente e dei ponti sul Po già in uso.

Il 3 dicembre 2010 la partita sembrava chiusa a favore dell'infrastruttura. In conferenza di servizi si trovò un accordo, in particolare sul fronte piacentino, per stralciare dal progetto la parte relativa alla circonvallazione di San Giuliano e inserire alcune compensazioni ambientali. L'allora sindaco di Cremona, Oreste Perri, si disse soddisfatto dell'intesa e annunciò l'avvio dei lavori per l'anno successivo.

Quei lavori, come sappiamo, non sono mai partiti e del progetto per il terzo ponte non si è più parlato se non sporadicamente. L'opera è tuttavia rimasta nei documenti di programmazione del territorio dei vari enti e oggi, alla luce dell'annuncio di Autovia Padana, si riaprono i giochi. E con questi le preoccupazioni dei movimenti ambientalisti, in particolare degli Stati Generali Clima Ambiente e Salute, che vedono nell'opera l'ennesima batosta al nostro territorio (l'opera andrebbe ad impattare anche su aree golenali) a beneficio unicamente dell'industria, senza alcun vantaggio per i cittadini e, soprattutto, alla faccia delle alternative percorribili che peraltro non mancherebbero.

In alto un rendering del terzo ponte. Foto di Antonio Leoni

F.C. e M.S.


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commenti


Anna

8 febbraio 2022 09:45

...e si da il via ad ulteriore imponente devastazione del nostro territorio padano...EVVIVAAAAAA

Antonio

8 febbraio 2022 15:28

Bene, era ora.

Roberto Regonelli

8 febbraio 2022 17:59

Mi chiedo che lavoro svolgano gli ambientalisti. Loro afferermano che ai cittadini non serve un altro ponte, serve solo alle industrie. Ma non sanno che nelle industrie ci sono operai che lavorano?