30 ottobre 2024

Tutto è pronto per l'inaugurazione il 2 novembre dello "Scalone della Pace". Quattro cipressi saranno alla base. La storia del progetto di Aldo Ranzi per i Caduti della Rivoluzione Fascista

I tempi saranno rispettati. Nel cantiere si è lavorato sodo anche nei giorni festivi e nel pomeriggio del due novembre, ci sarà l'inaugurazione ufficiale. E' giustamente soddisfatto l'Assessore Paolo Carletti per il rispetto dei tempi e per l'ottimo lavoro di recupero della discesa dal cavalcavia verso il cimitero (da anni si attendeva la sistemazione) che sarà abbellito ulteriormente con quattro cipressi alla base e alcune fioriere. 

Il monumento fu realizzato tra il 1928 e il 1929, in pieno periodo fascista, sul progetto del giovane architetto Aldo Ranzi e venne dedicato ai 'Caduti della Rivoluzione Fascista'. La scelta di creare questa imponente opera proprio davanti al cimitero nacque dall'esigenza di trovare una soluzione per completare la parte cieca della testata del cavalcavia, dovuta al dislivello tra la strada sopraelevata e quella antistante il cimitero. Pertanto si decise per questa opera austera e dalle linee classiche: "L'arte volge risolutamente a nuovo. indirizzo che è riconquista di canoni eterni. E l'architettura, che è la prima e la fondamentale tra le arti, percorre già la nuova via con passo sicuro. Ormai è essenziale la sintei delle linee, l'opposizione e l'equilibrio delle masse, il ritmo dei vuoti e dei pieni, di ciò che formò sempre l'ideale nei periodi classici. Il fronzolo, la decorazione che maschera gli elementiu statici, le linee senza funzione viva non sono più tollerabili". Così Illemo Camelli commentava il progetto del giovane architetto(riv. Cremona, marzo 1929), spiegando la scelta della forma classica dell'esedra ornata di nicchie ed edicole, con il severo volume raccordato e addolcito dalle due rampe di scale laterali. 

Ovviamente la scelta di dedicare ai martiri fascisti l'opera è un chiaro segnale di contrapposizione tra la commemorazione dei defunti legata al culto religioso e la commemorazione di questi 'nuovi maritri' morti per la causa fascista, cioè le nove camicie nere uccise durante l’assalto alla Prefettura, il 27 ottobre del 1922.

Ora, a distanza di quasi un secolo, oltre alla nuova immagine lo scalone potrebbe trovare anche una nuova intitolazione, con la proposta dell'assessore Carletti di rinominarlo 'Scalone della pace'

Nelle foto gli ultimi lavori al cantiere del cavalcavia prima della inaugurazione (foto di Gianpaolo Guarneri-FotoStudio B12) e il modellino di Ranzi

 


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commenti


mattia

30 ottobre 2024 10:39

una curiosità, ma il mosaico che era alla base della scalinata verrà ripristinato?

Marco

30 ottobre 2024 10:45

Bellissimo,bianchissimo.....una bella tavola per i writers....lo sapete vero in comune?
Non mi ricordo più dove l"ho visto ma su di una facciata rifatta benissimo era scritto a bombetta in bella calligrafia" perfetto".
Dobbiamo rassegnarci al fare e disfare?

Gino

30 ottobre 2024 12:06

Speriamo…sarebbe uno sfregio all’ideologia socialista dell’ “avvocato” carletti…

Maurizio Cariani

1 novembre 2024 21:42

L’intitolazione “Scalone della pace”, con tutto il rispetto per il proponente, mi pare fragilina, forse un po’ banalotta, scontata e di ripiego: la pace va sempre bene, ovunque e comunque. L’intitolazione precedente, per quanto fascista, conservava invece continuità con lo specifico contesto determinante del cimitero. Fatico infatti a cogliere «un chiaro segnale di contrapposizione tra la commemorazione dei defunti legata al culto religioso e la commemorazione di questi 'nuovi maritri' morti per la causa fascista», vista soprattutto l’allora recente nuova fase di “conciliazione” tra Stato e Chiesa inauguratasi col Concordato dell’11 febbraio 1929. Quanto all’assessore Carletti, per proporre una intitolazione significativa dovrebbe svincolarsi dal semplicisticamente valido e ancorarsi allo specificamente pertinente.

Manuel

2 novembre 2024 11:19

Siccome “Scalone Farinacci” sarebbe fuori luogo e tempo da proporre pure per la destra, risulterebbe opportuno e conciliatore dedicare l’opera restaurata al cavalier Arvedi, passaggio che troverebbe l’approvazione quasi unanime di partiti, masse, autorità ecclesiastiche... e dissolverebbe le polemiche.