Un centinaio di pazienti al pronto soccorso ma solo un terzo codici rossi o gialli. Difficoltà per spazi ristretti e carenza di personale
Ogni giorno al pronto soccorso di Cremona arrivano circa cento pazienti. Di questi un terzo è rappresentato da codici rossi e gialli (urgenza emergenza pericolo di vita e criticità evolutiva e possibile pericolo di vita) e due terzi da codici verdi e bianchi (poco critico, assenza di rischi evolutivi e non urgente). Se i tempi di presa in carico urgenze emergenze sono perfettamente in linea con gli standard regionali, le attese dei codici di minore gravità possono protrarsi e le ragioni sono molteplici quanto oggettive.
La prima ragione è determinata dal fatto che il pronto soccorso di Cremona è un centro di riferimento (HUB) territoriale e regionale per le reti di patologia tempo dipendenti, «Per intenderci quelle patologie per cui il fattore tempo salva la vita – spiega Francesca Co’ (Direttore del Pronto soccorso e Medicina d’urgenza dell’Ospedale di Cremona). Ad esempio, noi siamo riferimento per la rete stemi (eventi cardiovascolari), stroke (Ictus) neurochirurgia, trauma grave maggiore ed emorragie digestive. A tutti gli effetti siamo un centro nevralgico di questo territorio per il trattamento dei casi definiti ad alta complessità».
Per i pronto soccorso più piccoli, come quello di Oglio Po o di altre province limitrofe è diverso – aggiunge Co’. «Non trattando casi complessi se non in via eccezionale (pazienti in auto presentazione sfuggiti alla rete di soccorso112) hanno la possibilità di gestire i pazienti (codici di minor gravità) con risorse dedicate e tempistiche differenti. In concreto, a Cremona, così come negli altri pronto soccorso Hub regionali, gli utenti in codice bianco o verde rischiano di aspettare più tempo di quanto non aspetterebbero in un pronto soccorso più piccolo».
SALUTILE, L’APP AL SERVIZIO DEL CITTADINO
Premesso che ogni paziente che arriva in un pronto soccorso merita attenzione e assistenza in un tempo congruo, per evitare lunghe attese la tecnologia viene in aiuto. «I pazienti con problematiche minori e non urgenti possono consultare l’APP Salutile Pronto Soccorso che fotografa in tempo reale la situazione di tutti i pronto soccorso della Lombardia, evidenziando il numero dei pazienti in attesa e già presi in carico con il relativo codice di gravità e il grado di affollamento del servizio – precisa Co’. È solo una possibilità in più per gli utenti che, in base al loro bisogno di salute, possono scegliere».
AL PRONTO SOCCORSO SOLO QUANDO SERVE, PER I PAZIENTI POSITIVI AL COVID-19
Nelle ultime settimane, ogni giorno, il 10% dei pazienti arriva in pronto soccorso per sospetto Covid-19. «Nella maggior parte dei casi si tratta di persone asintomatiche o con sintomi blandi – afferma Co’. Naturalmente questa situazione si ripercuote sull’andamento dell’attività ordinaria sia in termini di tempo, di uso degli spazi che di organizzazione».
«Uno dei nodi cruciali resta l’appropriatezza - conclude Co’ - l’uso che facciamo del pronto soccorso è complementare e funzionale alla buona organizzazione. In sostanza: vado al pronto soccorso solo quando serve perché è un servizio di urgenza-emergenza. Ad esempio, se una persona risulta positiva al tampone. ma asintomatica o con pochi sintomi (febbre, mal di gola, spossatezza) non ha motivo rivolgersi al nostro servizio. Soprattutto se è un soggetto giovane, senza patologie di base e ha seguito il corretto ciclo vaccinale (tre dosi)».
COSA È CAMBIATO NELL’ULTIMO ANNO E QUALI LE CRITICITÀ
Le considerazioni di Francesca Co’ (Direttore Pronto Soccorso e Medicina D’urgenza_ Ospedale di Cremona)
Il pronto soccorso di Cremona soffre di difficoltà strutturali (spazi) che condizionano l’attività; inutile nascondere, poi, che la fisiologica carenza di personale (medici, infermieri e Oss) - un problema in tutto il Paese - ha il suo peso. Nonostante questo, nell’ultimo anno, abbiamo lavorato molto per ottimizzare i percorsi assistenziali attraverso la standardizzazione di processi: ad ogni problematica di salute corrispondono azioni definite e codificate che gli operatori mettono in pratica in modo uniforme. Questo a vantaggio della performance dell’intera equipé e soprattutto della miglior gestione del paziente.
Non solo. È stato realizzato un pronto soccorso covid ed è stata potenziata l’osservazione breve intensiva (OBI). È stata introdotta la figura dell’OSS di sala che segue i pazienti in osservazione per l’assistenza alla persona e da mesi sono tornati i volontari di Siamo Noi onlus che svolgono un ruolo fondamentale come facilitatori.
Un'altra novità è rappresentata dal fatto che due volte al giorno (ore 8 e 14, dal lunedì al venerdì) viene inviato il report dei pazienti in attesa di ricovero alla Gestione operativa dell’ospedale in modo tale che il bed manager possa trovare il posto letto adeguato per ciascun paziente. Questo sgrava il medico di pronto soccorso dal fare mille telefonate che sottraggono tempo alla cura.
Detto questo, sono convinta che vi siano ampi spazi di miglioramento per gli aspetti legati all’accoglienza e alla comunicazione e di contro anche per la sicurezza degli operatori. Il pronto soccorso è un luogo in cui si sviluppano dinamiche relazionali molto complicate, determinate da tanti fattori non sempre controllabili. Siamo imperfetti, ma stiamo lavorando per migliorare. In tal senso le osservazioni costruttive e i rimandi degli utenti sono per noi molto preziosi, soprattutto quando la percezione è negativa, ci aiuta a capire e a cambiare.
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commenti
Pasquino
15 luglio 2022 18:29
I tipi di attesa al PS sono inaccettabili checché se ne dica ed è una vergogna !