Un successo l'apertura dell'antica cascina cremasca di Ca' delle Mosche per la mostra del pittore Luca Cittadini
Almeno una cinquantina di persone, soprattutto da Milano e da Crema, hanno visitato ieri la personale di Luca Cittadini “Suggestioni femminili” a Ca’ delle Mosche, l’antica cascina cremasca che resterà aperta anche domani pomeriggio a chi vuole conoscere le opere del pittore, scultore e scrittore bergamasco concepite nella sua lunga parentesi africana. Gran parte del materiale è a offerta libera perché, dice Cittadini, “E’ la fine di un percorso”. Il percorso di un artista (un “produttore”, dice lui) che preferisce che i suoi lavori girino nelle case di chi li apprezza e non facciano polvere in qualche magazzino.
“Questa mostra - dice Luca Cittadini - riapproda a Crema dopo un lungo, lungo viaggio e dopo una mostra precedente, sempre qui ospite di Ca’ delle Mosche, nel dicembre del 2018. Come ho cominciato a dipingere? Ho cominciato solo a 25 anni, prima mi interessava solo la Scrittura. La mia vita non dipendeva dalla Pittura in nessun senso, e cosi’ dipingevo e disegnavo e sperimentavo senza altro scopo che quello di dipingere”.
“La mostra di Luca – dice il padrone di casa, il giornalista Emanuele Giordana – è per me anche un’occasione di aprire le porte della mia casa che ritengo non soltanto un mio bene privato ma un bene comune di questa città dove è nato mio nonno Tullio a cui mia nonna Clelia aveva regalato questa dimora appartenuta un tempo ai veneziani Mosca e poi ai Rossi Martini”.
Le tele e i disegni di Cittadini, pura immersione tra corpi, profili, paesaggi africani, sono esporti sotto il portico di Ca’ delle Mosche, un tempo un monastero poi trasformato in fienile e, negli anni Cinquanta, in abitazione civile. “Il nonno Tullio – ricorda ancora Giordana – morì di febbri contratte in Africa, nell’allora Alto Volta. La luce dei quadri di Luca mi sembrano così anche un omaggio a un uomo che non ho mai conosciuto ma il cui profilo ha avuto su di me un’influenza enorme. Furono la denuncia del nonno sui mandanti dell’omicidio Matteotti e lo scontro col gerarca di Cremona, Farinacci, a farlo mettere al bando dal Fascismo, che gli impedì di scrivere fino a quando, dopo la Resistenza, tornò alla direzione di un quotidiano col Giornale dell’Emilia”.
Nella foto il pittore Luca Cittadini con la fotografa toscana Patricia Franceschetti
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