Venerdì 5 iniziano i saldi invernali. Quattro persone su dieci hanno già deciso cosa comprare
È quanto emerge da un sondaggio condotto da IPSOS per Confesercenti sulle vendite di fine stagione, integrato da una survey condotta sulle piccole e medie imprese associate a Fismo, l’associazione dei negozi di moda Confesercenti.
Chi compra. Il 40% ha già individuato cosa comprare, e prevede di acquistare entro domenica 7 gennaio, con un budget medio previsto di 267 euro a persona, anche se il 38% prevede di spendere meno di 150 euro. Una polarizzazione confermata dal fatto che la maggior parte assoluta dei consumatori – il 56% - comprerà solo di fronte ad un’offerta convincente. Una quota in crescita rispetto agli scorsi anni, segnale di una maggiore attenzione da parte delle famiglie: l’onda lunga dell’inflazione pesa ancora sui bilanci, e l’acquisto in saldo diventa meno impulsivo e più ragionato.
Cosa si compra. Chi è intenzionato a comprare cerca soprattutto calzature – 58% delle indicazioni – seguite a stretto giro da maglioni e felpe (56%). La classifica dei desiderata degli italiani per i saldi invernali 2024 prosegue con l’intimo (34%), gonne e/o pantaloni (33%), magliette, canottiere e top (29%), camicie e camicette (27%). Sotto la media le indicazioni per capispalla (21%), lo scorso anno erano il 27%). Il 19% cercherà una borsa, mentre il 17% un abito/completo; il 15% si orienterà invece sulla biancheria per la casa, il 13% su foulard, cappelli e altri accessori. Il 12% dei consumatori segnala interesse per l’acquisto di cinture e il 10% per articoli di piccola pelletteria, portafogli e portacarte.
Dove si compra. All’arrivo dei saldi i negozi fisici mantengono saldamente la preferenza dei consumatori: li sceglie l’83%, contro il 51% che prevede di acquistare online. A convincerli è la sensazione di avere più garanzie presso un punto vendita fisico, confermata dal 47% degli intervistati.
Negozi e clima. A partecipare alle vendite di fine stagione sarà l’85,5% delle medie e piccole imprese del commercio moda, anche se il 92,1% ritiene che la data di inizio – appena una manciata di giorni dopo l’inizio ‘astronomico’ dell’inverno, il 21 dicembre – sia troppo anticipata. Una percezione fortemente acuita quest’anno, dopo un autunno-inverno dalle temperature più miti del normale. Un cambiamento climatico che ha inciso sulle vendite del 96% delle imprese, che segnalano un calo medio del -46% delle vendite dei prodotti delle collezioni autunno inverno.
Fismo: spostare la data di avvio. «Bisogna rivedere le norme che disciplinano le vendite di fine stagione - commenta Daniela Romani, presidente di Fismo Confesercenti della Lombardia Orientale sede territoriale di Cremona -. I saldi iniziano in un periodo eccessivamente precoce rispetto al fine stagione: se invece si svolgessero nel momento giusto, rappresenterebbero un’occasione di grande interesse economico sia per gli operatori commerciali sia per i consumatori».
«Le piccole e medie imprese del commercio non hanno un sufficiente lasso di tempo per commercializzare le merci a prezzo pieno, e si vedono costrette a svendere a saldo per seguire l’onda dettata dalla GDO e dal commercio on line - prosegue Romani -. A ciò si aggiunge il fatto che le condizioni climatiche, con le temperature praticamente estive che si sono protratte durante tutto il periodo autunnale, hanno pesantemente condizionato in modo negativo il lancio della vendita di capi invernali: la stagione fredda, a quanto pare, arriverà solo dopo l’avvio dei saldi, con Burian. Per questo, come Fismo, continuiamo a chiedere di posticipare l’inizio degli sconti ad una data più vicina a quella della vera fine della stagione».
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