18 maggio 2025

Con il generale Marco Ciampini: "la tutela della cultura"

Tanti i temi toccati nell'interessante incontro organizzato dalla Biblioteca Statale di Cremona con il Generale di Divisione Marco Ciampini attorno ad un tema a lui caro: la tutela della cultura. Oggi, più che mai, i libri e la cultura concorrono alla formazione dell'individuo sul piano intellettuale e morale e facilitano l'acquisizione della consapevolezza del ruolo che ciascuna professione riveste nella società. Il patrimonio delle cognizioni e delle esperienze acquisite tramite lo studio, ai fini di una specifica preparazione in uno o più campi del sapere, possono far progredire o meno una società.

Interloquendo con Emanuele Bettini, scrittore e diplomatico cremonese, il Generale Ciampini ha esplicitato un racconto storico e di attualità attraverso un percorso "di libri". E non poteva essere un percorso differente, essendo ospite in una Biblioteca. Il tempo... uno dei concetti fondamentali più volte toccato nell'incontro. Il tempo è una risorsa preziosa e relativa, il cui valore è determinato da come lo utilizziamo. La misurazione del tempo è fondamentale per la gestione della nostra vita e per la comprensione dell'ordine degli eventi. L'importanza del tempo risiede nel fatto che ci permette di pianificare, organizzare e realizzare i nostri obiettivi, e nel suo potere di condizionare le nostre scelte anche di approfondimento culturale. Dal Torrazzo, straordinario esempio che conserva oggi strumenti per misurare il tempo (ore del giorno, giorni del mese, gradi e segni dello zodiaco, lunazioni) si è passati al racconto di Matteo Ricci, missionario gesuita, che il 25 gennaio 1601, offrì in dono all'imperatore della Cina due orologi a pendolo. L'imperatore ne ascoltò il suono pieno di meraviglia: era il primo rintocco di un moderno cronometro a risuonare sul suolo cinese. Il missionario gesuita italiano giocò un ruolo fondamentale nell'introduzione degli orologi a pendolo e di altri strumenti scientifici occidentali in Cina. L'imperatore in questione era Wanli, uno dei più strambi personaggi che governò la Cina per 29 anni in un modo davvero particolare. Si trattava di un imperatore eremita, avido come un campagnolo arricchito, appesantito dall'ozio, con una voce molto flebile dovuta, pare, ad un eccesso d'adipe che aveva coinvolto addirittura le corde vocali. Governava le sue terre in contumacia, senza mostrarsi mai neanche ai principali funzionari di corte. Persino i ministri più importanti si spremevano le meningi per domandarsi che volto avesse il loro imperatore e dove fosse. Era il suo modo di esercitare il potere, quello di non esercitarlo. Da quei tempi, e grazie alla cultura, la Cina è oggi ampiamente considerata una potenza in crescita, una futura superpotenza con una economia in rapida crescita, con un crescente potere militare ed un ruolo sempre maggiore sulla scena internazionale. Sin dal momento in cui la civiltà umana ha iniziato a svilupparsi, la cultura ha cercato in molti modi una convivenza con il potere che le permettesse di raccontare i suoi aspetti storico-sociali. Con il passare del tempo, tuttavia, questa convivenza è diventa estremamente complicata a causa dei giudizi e delle critiche che la cultura ha iniziato ad avanzare nei confronti dei potenti e, in molti casi, questi ultimi l'hanno cercata di confinare, guidare, controllare o financo distruggere, come ha ricordato Emanuele Bettini. Ecco l'importanza dei libri. Non solo di conservarli nei luoghi deputati come le Biblioteche ma anche di renderli fruibili e creare opportunità di confronto e di dibattito soprattutto per i giovani. Se la "cultura" si riferisce all'insieme di conoscenze, credenze, arte, morale, diritto, costumi e qualsiasi altra capacità e abitudine acquisita dall'uomo come membro di una società, l'anticultura, invece, può essere intesa non come una sfida o un'opposizione a questo complesso culturale, ma come una opportunità di conoscere ciò che non ci è familiare, ciò che ci appare diverso senza per questo mettere in discussione i valori e le norme vigenti. In questo ambito è stata inserita una riflessione sull'AI, l'intelligenza artificiale, che ha spiegato il Generale Ciampini è un processo di elaborazione dell'informazione nel suo duplice aspetto, tecnologico e cognitivo in senso lato. Questo processo, tuttavia, nasconde alcune insidie: lo sviluppo e l'implementazione dell'AI possono comportare problemi di privacy dei dati, perdita di posti di lavoro e rischi di cybersecurity, per non parlare dell'enorme impegno tecnico necessario per garantire che i sistemi di AI si comportino come previsto preservando deviazioni nella raccolta e nell'analisi di enormi quantità di dati personali, minacciando la privacy degli individui e consentendo la sorveglianza di massa da parte di governi e multinazionali. Un punto di vista qualificato, quello del Generale Ciampini che, laureato in Scienze Politiche con Maestr in Scienze Strategiche, Geopolitica e Comunicazione Istituzionale ha ricoperto numerosi incarichi dirigenziali nel Ministero della Difesa e ha preso parte a numerose missioni ed operazioni internazionali.

Oltre ai libri è stato dedicato un po' di spazio anche alla liuteria, patrimonio immateriale cremonese e al violino che sarà donato il prossimo 2 giugno al Centro Veterani della Difesa di Roma, Istituto fondato il 23 aprile 2019 per assicurare supporto e assistenza al personale veterano della Difesa, in servizio e in congedo, che nell'adempimento dei doveri in Patria o all'estero, ha riportato traumi fisici o psichici invalidanti. Il violino, realizzato a Cremona e presentato per l'occasione dal prof. Fabio Perrone dell'Academia Cremonensis e dal Luogotenente Salvatore Dugo, sarà utilizzato per manifestazioni musicali organizzate dal Centro Veterani della Difesa e costituirà un segno tangibile dell'influenza che la cultura può avere nella trasmissione e nella comunicazione di valori e di esperienze di una comunità. 


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