20 dicembre 2024

CGIL: Un anno di battaglie per i il lavoro, i diritti e la giustizia sociale

Si chiude un anno di impegno e mobilitazioni per la CGIL di Cremona, che ha dimostrato ancora una volta di essere al fianco di lavoratori, lavoratrici e pensionati. In un contesto sociale e politico complesso, il sindacato ha affrontato sfide cruciali per tutelare diritti fondamentali e promuovere la giustizia sociale.

Un sindacato che agisce, non resta a guardare

Contrariamente ai pregiudizi che dipingono i sindacati come immobili, la CGIL è stata protagonista attiva nelle piazze e nei luoghi di lavoro. Lo sciopero generale del 29 novembre ha rappresentato il culmine di un anno intenso, in cui abbiamo affrontato temi centrali come la sicurezza sul lavoro, il potere d'acquisto e la tutela dei lavoratori nelle vertenze aziendali.

Tra i traguardi locali del 2024 spicca la firma del primo protocollo d'intesa con Confcommercio contro le discriminazioni di genere, un passo importante verso l'inclusività sul territorio, sperando che possa diventare un modello per altri settori. 
Tra marzo e maggio, grazie alla petizione "La Lombardia SiCura", abbiamo raccolto oltre 90.000 firme per chiedere un sistema sanitario regionale efficiente e universale, consegnate a Regione Lombardia a giugno. Sempre a giugno abbiamo depositato 2 milioni di firme per i quesiti referendari per un lavoro stabile, dignitoso, tutelato e sicuro.

Nemmeno l'estate ha segnato una pausa per il nostro impegno: in agosto abbiamo raccolto firme contro l'autonomia differenziata e per il diritto di cittadinanza, ribadendo il nostro impegno per un'Italia più unita e giusta, un'Italia di diritti e prospettive.

Pace, lavoro e diritti sociali: le nostre piazze

A ottobre, decine di migliaia di persone sono scese in piazza per chiedere un cessate il fuoco in Palestina e in ogni luogo di conflitto, riaffermando che la pace è un valore fondante per la CGIL.

Il 2024 è stato anche un anno di mobilitazioni per i rinnovi contrattuali, fondamentali per affrontare il crescente costo della vita. Si sono mossi tutti i comparti: metalmeccanici, pubblico impiego, sanità, trasporti, scuola. Anche i pensionati non sono stati a guardare ed hanno riempito le piazze italiane per tutelare un potere d'acquisto che si sta sgretolando sempre di più, dopo una vita di lavoro, fatiche e contributi. Abbiamo lottato contro il caporalato, contro le delocalizzazioni e i licenziamenti, e per la tutela dei lavoratori e della loro dignità, come dimostrano, anche sul territorio, vertenze come quella della Intercos, che ha saputo tutelare i diritti di decine di lavoratrici nella nostra provincia.

Un Governo distante dai bisogni reali.

Il bilancio degli ultimi due anni di governo è negativo: lavoratori e pensionati hanno visto erodere il loro potere d'acquisto a causa dell'inflazione, i salari pubblici sono stati tagliati, con risorse per i rinnovi che coprono solo un terzo dell'inflazione, un segnale disastroso anche per i rinnovi privati. Tutto questo accade mentre il Servizio Sanitario Nazionale continua a essere sottofinanziato, con un finanziamento in rapporto al PIL che toccherà livelli record negativi nel 2027. Non ci sono investimenti in istruzione, ricerca o politiche industriali, il che significa non avere prospettive per il futuro.

La legge finanziaria, contro cui abbiamo scioperato, è, insomma, l'emblema di un approccio inadeguato, che ignora le esigenze reali del Paese e penalizza chi lavora o ha lavorato una vita.

E non è vero che abbiamo scioperato solo con questo Governo: lo abbiamo fatto con Draghi, con Renzi, con questo esecutivo e continueremo a farlo se sarà necessario. Perché serve cambio di rotta: tassare rendite, extraprofitti e grandi patrimoni, combattere l'evasione e l'elusione fiscale, costruire un sistema fiscale equo e combattere l'austerità che ci aspetta per i prossimi sette anni in Europa sono passi indispensabili per uno sviluppo sostenibile e una giustizia sociale autentica. 

Il futuro: diritti, lavoro e giustizia sociale

Il nostro impegno non si ferma. La nostra storia insegna che le conquiste si ottengono con le lotte sindacali. 

Continueremo a lottare per il lavoro, i diritti e la giustizia sociale e anche nel 2025 saremo al fianco dei lavoratori, delle lavoratrici e dei pensionati per costruire un Paese più giusto.
Con l'augurio che il nuovo anno porti maggiore equità, sicurezza e dignità per tutti, la CGIL di Cremona vi augura buone feste.

Segretaria Generale Cgil Cremona

Elena Curci


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commenti


G.Franzoni- R.Vacchelli

26 dicembre 2024 23:46

Nel suo bilancio di fine anno la CGIL imputa al governo di essere "distante dai bisogni reali" dei cittadini e cita nel merito anche il fatto che il SSN risulti ancora sottofinanziato, anche se sarebbe più onesto dire che un SSN che nel '27 sarà finanziato in misura del 6,1% del PIL non potrà che chiudere le porte. Quanto invece la CGIL in questo anno sia stata vicina ai bisogni reali del nostro territorio è dimostrato dal silenzio assordante della stessa a proposito del progettato nuovo ospedale, impresa inutile, ambiziosa e costosa e che di fatto ridurrà i servizi a un'utenza già ora costretta ad una mobilità passiva in misura del 28%. Nel merito la CGIL ha sbattuto regolarmente la porta in faccia non tanto e non solo a chi la invitava ad argomentare le ragioni del suo 'sì' a questo progetto, ma a un intero territorio e ai suoi 200.000 abitanti che hanno diritto non a un ospedale dai muri nuovi ma a un ospedale che funzioni e a una sanità territoriale pubblica efficiente, cosa di cui un sindacato si dovrebbe in primis occupare.
A cosa serve raccogliere 90000 firme in difesa della sanità pubblica regionale quando si dice 'sì' ad un progetto inutile e ambizioso che sottraendo soldi al SSN di fatto diventa un assist all'avanzare del privato qui sul nostro territorio?
"Comitato per la difesa della sanità pubblica e dell'Ospedale di Cremona"

Manuel

28 dicembre 2024 18:04

Questa critica la condivido pienamente.
In altre occasioni ho difeso la funzione del sindacato e della CGIL in particolare, ma nel merito del progetto esposto da Franzoni e Vacchelli, non posso che condannare il silenzio dell’organizzazione medesima.
Faccio fatica a capire le ragioni dell’assenso all’opera faraonica, ma almeno le risposte, il confronto con i rappresentanti il Comitato, mi sembrano doverosi.