Dietro all'assalto a Padania Acque c'è la fame di poltrone
La nomina del CDA di Padania Acque spetta ai sindaci soci, ma gli unici che al momento alzano la voce e vogliono decidere modalitá e tempistiche dell'elezione del nuovo consiglio amministrativo sono le segreterie o gli alti tenenti dei partiti. Fame di poltrone, nulla di più. Si riassume tutto cosi, in barba alle incombenze e alle prossime importanti scadenze di quest'autunno per poter catturare importanti finanziamenti per investimenti strategici. Nella nostra provincia anche il buon senso sembra essere finito nell'inceneritore. La voglia di piazzare qualche pedina, per qualcuno vale di più degli interessi del territorio. Le scadenze autunnali sono alle porte e rinviare il tutto a dopo le elezioni di giugno significherebbe perdere un treno fondamentale . Va inoltre ricordato che la legge Madia sulle società in-house , in caso di mancato rinnovo a scadenza naturale, prevede una proroga di massimo 45 giorni. Durante questo periodo il cda dovrá inoltre limitare la propria attività ad atti di ordinaria amministrazione. Alla scadenza della proroga, il CDA decadrebbe, ed i soci si assumerebbero le responsabilità durante tutti il periodo di vacanza. È questo lo scenario a cui mirano PD, Italia rediViva (quando si parla di poltrone è viva più che mai) e Fratelli d'Italia?
Questo è quello che non viene raccontato da coloro che considerano la società pubblica cremonese che gestisce un patrimonio prezioso come l'acqua una diligenza da assaltare e non da preservare e scortare su un sentiero fatto di regole, buon senso, investimenti accurati ed efficienza.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
commenti