Emanuele Mandelli: “Sanremo 2022 lo vedo all’insegna della tradizione e della restaurazione, quindi dico Massimo Ranieri”
Giornalista, scrittore, musicologo, cantautore, musicista, sanremologo d’autore, libero pensatore e, soprattutto, bella (tanto schiva quanto appassionatamente intelligente) persona sempre sul pezzo: queste e tante altre belle cose è Emanuele Mandelli, cremasco di razza connesso col mondo. E con lui, per anticipare qualcosa sul Festival di Sanremo 2022 che verrà, volentieri abbiamo scambiato quattro chiacchiere …
Nota a margine: quando uscirà il suo nuovo libro: un (quasi) giallo ambientato nel Granducato, ehm … Repubblica del Tortello? Ah … mannaggia a non saperlo!
L’anno scorso anticipasti quel che poi si rivelò il pezzo, vincitore morale, di Sanremo 2021, vale a dire “Musica Leggerissima” di Colapesce e Dimartino. Chi sarà il loro erede?
“Dove si balla” di Dargen D’Amico ha i requisiti giusti per ricevere il testimone, metaforicamente parlando, da “Musica Leggerissima”. A modo suo è un pezzone sulla voglia di riacquistare una leggera e sana normalità.
L’autore cremasco, ispiratissimo, Davide Simonetta a questo giro è in gara, con gli altri colleghi autori, con “Sesso Occasionale” dell’emergente Tananai…
Tra gli artisti all’Ariston, provenienti da “Sanremo Giovani”, Tananai è quello più intrigante.
Altri cantanti che consigli di seguire?
La Rappresentante di Lista, Donatella Rettore e Ditonellapiaga e Rkomi. Tra le altre cose, quest’ultimo nella serata cover duetterà coi Calibro 35 in quello che si preannuncia, vedrete, uno spettacolo nello spettacolo.
Per te chi vincerà il Festival della canzone Italiana 2022?
Al netto dei favoritissimi della vigilia Elisa e Blanco con Mahmood, mah… dopo la rivoluzione, o meglio, l’innovazione portata dai Maneskin sento profumo di tradizione e restaurazione e quindi dico Massimo Ranieri con “Lettera al di là del Mare”…
Ti aspettavi il successone planetario, post “Sanremo 2021” ove trionfarono, dei Maneskin?
Bravi, belli, fighi, propositivi il giusto, fortunati, audaci e ben supportati dai loro collaboratori e agenti rappresentano, indubbiamente, pur non avendo inventato nulla di straordinario, il bello del Made in Italy musicale all’estero. Ah … il meritato successo dei Maneskin oltreoceano, arriva dopo anni di vani tentativi di esportare un buon prodotto musicale, italiano, negli Usa. Complimenti a loro!
© RIPRODUZIONE RISERVATA
commenti