18 dicembre 2021

Stravaganza, estro follia. La magica esibizione dei Solisti Veneti in Auditorium per lo Stradivariday

Stravaganza, estro, follia. Sono stati gli ingredienti della magica esibizione dei Solisti Veneti, con la direzione dell'istrionico Giuliano Carella, protagonisti, sabato sera al Museo del Violino, dello Stradivarimemorialday, nel giorno dell'anniversario della morte di Antonio Stradivari (18 dicembre 1737). Un ensemble, i Solisti Veneti, che non ha bisogno di presentazione e che ha ottenuto i più alti riconoscimenti mondiali in campo musicale, dal Grammy Award di Los Angeles ai numerosi Premi della Critica discografica in Italia e in altri Paesi.

"Hanno eseguito più di seimila concerti e sono attivi dal 1959", ha ricordato Roberto Codazzi,  direttore artistico dello StradivariFestival. Il programma che ha incantato il pubblico dell'Auditorium Giovanni Arvedi ha preso le mosse da un omaggio a Tomaso Albinoni, nel 350° anniversario della nascita, con il Concerto in fa maggiore per archi e continuo tratto dall'opera 5. L'esibizione è proseguita con due Concerti tratti da altrettante famose raccolte di Antonio Vivaldi: la Stravaganza e l'Estro Armonico. E' stata poi la volta di Francesco Geminiani e della sua Follia, Concerto Grosso in re minore n. 12 per archi e continuo. Alla sua epoca Geminiani era un artista molto noto e in Inghilterra, dove si stabilì a partire del 1714, era stimato al pari di Handel e Corelli, di cui si considerava allievo ed erede. La Follia è forse oggi il brano più noto del musicista toscano e uno dei suoi lavori più eseguiti ai giorni nostri. A conclusione del programma, Pietro Antonio Locatelli e il suo Labirinto Armonico in re maggiore per violino, archi e continuo. Locatelli (1695-1764) era considerato ai suoi tempi un valente compositore ma soprattutto un grande virtuoso del violino: alcuni testi addirittura lo classificano come culmine del virtuosismo violinistico settecentesco. Per l'occasione due componenti dei Solisti Veneti hanno suonato strumenti di Stradivari custoditi al Museo del Violino: Marco Bronzi si e' esibito con il Golden Bell 1688 mentre a Lucio Degani e' stato affidato il Lam-ex Scotland University 1734. "Due violini rappresentativi della prima e dell'ultima stagione di Stradivari", ha detto Codazzi. Tre i bis (Grieg, Vivaldi e ancora Vivaldi), applauditissimi. Come tutto il resto dell'indimenticabile serata.

le fotografie sono di Danilo Codazzi


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