10 ottobre 2021

Violoncello e sassofoni, matrimonio originale per il concerto finale dello StradivariFestival

Violoncello e sassofoni, addirittura quattro: è con questo 'matrimonio' originale e affascinante che, oggi, si è conclusa la nona edizione dello Stradivarifestival. Di scena, all'Auditorium Giovanni Arvedi del Museo del Volino, Konstantin Manaev, istrionico violoncellista russo, e il Signum Saxophone Quartet, il trascinante ensemble di musicisti (Blaž Kemperle, sax soprano; Hayrapet Arakelyan, sax alto; Alan Lužar, sax tenore; Guerino Bellarosa, sax baritono) fondato a Colonia nel 2006. Non potendo contare su una letteratura originale per questa formazione, i quattro fiati e il violoncellista hanno proposto trascrizioni ad hoc di pagine famose della storia della musica, in una cavalcata attraverso i secoli da Bach ad Albinoni (il celeberrimo Adagio in sol minore), da Alberto Ginastera, uno dei compositori più interessanti del XX secolo, a Heitor Villa-Lobos, con la più famosa delle sue Bachianas Brasileiras, serie di nove composizioni in cui l'artista brasiliano mette insieme la musica popolare del suo Paese e la musica classica nello stile di Bach (per l'appunto bachianas), con l'intenzione di realizzare una versione carioca dei Concerti Brandeburghesi. Il concerto si è chiuso con le note del Grand Tango di Astor Piazzolla. E qui, al termine, il pubblico, estasiato, e' scattato in piedi tributando un applauso interminabile. Un bis dai sassofonisti e dal violoncellista: Bach, 'Aria sulla quarta corda'. Un posto particolare ha l'Adagio di Albinoni, "un brano importante per noi perche' e' stato il primo che abbiamo suonato dopo la pandemia"  ha detto Luzar, uno  dei quattro fiati (due sloveni, un armeno, un italiano). Intanto, e' già iniziato il conto alla rovescia per la doppia appendice dello Stradivarifestival, diretto da Roberto Codazzi. Il 13 novembre, recital, con la capienza finalmente completa, per violino solo di Sergej Krylov, beniamino del Museo del Violino, che, come un trapezista senza rete, spazierà dalla Ciaccona di Bach alla Sequenza di Berio passando per i Capricci di Paganini. E, il 18 dicembre, i Solisti Veneti, uno dei gruppi italiani più conosciuti a livello internazionale, con musiche di Vivaldi, Albinoni, Francesco Geminiani e Pietro Antonio Locatelli.

Le fotografie sono di Danilo Codazzi


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