22 luglio 2025

Palla in curva con Roberto Galletti: Vazquez come Chiorri, è un piacere vederlo giocare e la Cremonese ce la potrà fare

In questo periodo di pre-campionato, il nostro spazio è dedicato soprattutto agli ex grigiorossi che hanno vestito la maglia della Cremonese in Serie A. Lo facciamo un po' perché sono parte della storia di questa società e un po' per scaramanzia...

L'ospite di oggi è un ‘cremonese DOC’ che, dopo aver fatto tutta la trafila delle giovanili, ha indossato per oltre 150 gare la maglia della Cremonese (1984/1990 e 1997/2000), tra Serie B e Serie A. Centrocampista classe ’67, originario di Vescovato, Roberto Galletti ha debuttato in Serie A il 23 dicembre 1984 sul campo della Roma. Dopo il ritiro dal calcio giocato (2001), ha accettato l'incarico di allenatore della Berretti del Lumezzane, dove ha allenato Mario Balotelli. Successivamente è passato agli Allievi Nazionali dell'AlbinoLeffe, che schierava l'ancora giovane Andrea Belotti. Il resto della storia lo scopriremo nelle prossime righe.

D: Innanzitutto, Roberto, benvenuto e grazie per la disponibilità. Comincio con il chiederti se sei rimasto nel mondo del calcio.

R: "Innanzitutto, ci tengo a salutare tutti i tifosi e gli appassionati grigiorossi. Dopo aver allenato, soprattutto settori giovanili professionistici – tra cui l'Albinoleffe, dove ho avuto un altro mio pupillo, tuttora in grigiorosso, Mattia Valoti – ho lavorato come scouting per il Chievo, il Bologna (con il mio maestro Walter Sabatini), il Foggia e soprattutto il Palermo, come capo scouting. Lì, abbiamo portato la squadra dalla Serie D alla Serie B in tre anni, prima della cessione al Football City Group. Successivamente, ho ricoperto il ruolo di responsabile tecnico del settore giovanile a Desenzano per tre anni in Serie D. È un lavoro che mi piace molto e che a breve tornerò a fare."

D: Parliamo della Cremonese, la tua Cremonese, quella che hai vissuto a partire dalle giovanili. Che ricordi hai di quei tempi e se con te c’erano altri futuri giocatori della Cremonese.

R: "Sono ricordi indimenticabili: i campi spelacchiati di San Quirico, San Sigismondo, il Federale (ora Campo Soldi). Poi Babo Nolli, Mondonico, Gatti e Cesini, tutti maestri a cui devo tanto, anche per l'umanità che hanno sempre dimostrato verso di me e i miei compagni. E poi tanti ragazzi, dalla classe '64 con Luca Vialli e Galbagini, alla 'covata' di Favalli, Marcolin e Bonomi del '72. Anni meravigliosi!"

D: Hai esordito in Serie A con Mondonico, in una squadra che poteva contare su giocatori come Montorfano, Bencina, Nicoletti, Bonomi, Chiorri e altri ‘Campioni grigiorossi’. Che esperienza è stata?

R: "A quei tempi, i 'vecchi' accoglievano e aiutavano i giovani nell'inserimento in Prima Squadra. E la fortuna è che a Cremona, in quel periodo, c'erano calciatori esperti con grande spirito di appartenenza, come Bencina, Mario (Montorfano), Citterio, Bonomi, Garzilli ecc. Voglio ricordare con grande piacere anche Loris Boni. Poi in quegli anni fu ovviamente fondamentale fu l'operato di Erminio (Favalli) e Beppe Miglioli che, con Luzzara e altri dirigenti come Ferraroni e Carletti, mantenevano un clima ideale, senza stress ed esasperazioni di alcun genere."

D: In Serie A hai giocato 12 partite, ma la tua Serie A fu quella del Verona Campione d’Italia di Bagnoli, di Maradona, Socrates, Rummenigge, Hateley e la Samp di Vialli e Mancini. Che calcio era e ricordi qualche avversario in particolare?

R: "In quegli anni in Serie A c'era il meglio del calcio mondiale. Avversari prestigiosi? Beh, Maradona, Van Basten, Falcao, Platini. Praticamente la storia del calcio anni '80, quando si diceva che in Italia si giocava 'il calcio più bello del mondo'. Ma non dimentico la semifinale in Coppa Italia raggiunta nella stagione 1986/87, con Mazzia in panchina. Una stagione che ci vide perdere gli spareggi per la promozione in A e la semifinale in Coppa Italia contro l'Atalanta. Se avessimo passato il turno, avremmo potuto giocare in Coppa delle Coppe."

D: Veniamo al presente. La Cremonese è tornata in Serie A al secondo tentativo. Pensi che dopo la deludente esperienza della stagione 2022/23, affidarsi a un allenatore esperto come Davide Nicola possa essere una scelta azzeccata?

R: "Nicola credo sia la scelta migliore che potesse fare la società. Poi, ovviamente, per arrivare alla salvezza servono tante componenti. Devi essere bravo, e avere anche un po' di fortuna con gli acquisti, pochi infortuni ed essere bravo a sfruttare gli errori di altre squadre che partono con ambizioni diverse. Non sarà semplice, ma credo che possa essere possibile mantenere la categoria."

D: Secondo te, per quello che hai potuto vedere in questa stagione, che elementi possono mancare a questa Cremonese?

R: "Cosa manca a questa squadra? Intanto credo che la compattezza dell'ambiente sia la prerogativa fondamentale. Poi il mister è abilissimo nel saper tirar fuori il meglio da ogni calciatore, ma serve anche il coinvolgimento positivo di tutto l'ambiente."

D: La Cremonese ha puntato ancora su Franco Vazquez, un attaccante di grande classe. Per qualche caratteristica può ricordare Alviero Chiorri?

R: "Di Alviero Mister Ulivieri racconta spesso a Coverciano che lui ha allenato Baggio e Mancini, ma il più forte che ha allenato, potenzialmente, è un terzo calciatore, Alviero Chiorri appunto, che a Cremona, per il piacere dei tifosi grigiorossi, ha esibito tutta la sua classe. Vazquez ricorda un po' Alviero e può dare un contributo importante, ma a me personalmente piace vederlo giocare perché regala giocate esteticamente fuori dall'ordinario, e non si va allo stadio solo per il risultato."

D: Se potessi portare un giocatore per reparto della tua Cremonese, chi porteresti?

R: "Il calcio si è evoluto, non ha alcun significato comparare epoche diverse. Io resto fiducioso e credo che si possa centrare una meritata salvezza."

Effettivamente il calcio è cambiato ed i paragoni dono inutili. E forse è meglio così, perchè quel calcio, il più bello del mondo dove la Cremonese era una delle protagoniste, non ha nulla a che vedere con questo, nel bene e nel male.

Nelle foto in sequenza, Roberto Galletti in campo con il figlio Niccolò, la formazione in Brescia-Cremonese 1998/99, ed allo Zini nella stagione 1986/87 (Foto Ivano Frittoli).

Daniele Gazzaniga


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