Cesare Fogliazza merita uno stadio nuovo dedicato a lui. Il sindaco Bergamaschi lo ricorda
Carissimo Cesare, dove trovo le parole?
Sono il Sindaco della tua città, la città dove hai deciso di trasferire la tua attività sportiva, dopo la favola di Pizzighettone. La città che hai subito amato, tanto, tantissimo, quanto il nostro Pergo, quando hai deciso di venirvi ad abitare.
La città che oggi forse da me si aspetta un ricordo istituzionale del Direttore Generale della Pergolettese. Ma che si aspetta qualcosa che non posso dare.
Sono parole che non posso pronunciare, non ne sono capace. E credo che tu nemmeno le vorresti sentire. Perchè non posso che rimanere "Fabietto", sempre, ai tuoi occhi, come mi chiamavi con quel tuo modo semplice di manifestare affetto. E tu, per me, sarai sempre e solo Cesare. L'unico Cesare. Il nostro grandissimo Cesare, che abbiamo amato, ammirato, stimato con l'intensità che si riserva solo alle persone speciali. Speciali davvero.
A Pizzighettone, dove sono arrivato a 13 anni ancora timido e impreparato, mi hai fatto sbocciare e diventare un uomo, ben prima che un atleta. E ricordo come se fosse ieri quando mi portasti a Coverciano per la selezione della nazionale di Serie C, con la tua Alfa Romeo lanciata come sempre ad una velocità sconsiderata. Santo cielo, non c'è mai stato modo di fartela capire questa storia della velocità, così come tante altre cose, adorabilmente unico e testardo com'eri.
Ma ancora più forte ricordo le tue parole quando mi proposero di andare in prestito a Verolanuova, dalla serie C all'Eccellenza, a ventanni: "questa è casa tua: se vuoi andare a farti le ossa e a prendere meglio, vai. Se non ti trovi bene o c'è qualche problema, a gennaio me lo dici e torni". Non ero un fenomeno. Ero l'ultimo della rosa, in Serie C. Ero solo il capitano della Beretti. Ma ero un tuo giocatore. E tu ai tuoi giocatori hai sempre voluto bene come figli.
"Questa è casa tua": parole che non si dimenticano, mai.
E non dimentico gli occhi accesi di gioia di George (lo sai vero che non si chiamava davvero così quel ragazzo originario del Senegal di cui non riuscivi a pronunciare il nome?) quando proprio a Verola, inocontrandomi, ha saputo che ti conoscevo e mi ha detto di quanto bene gli hai fatto: la macchina regalata, che non poteva permettersi, i giochi per i bambini al compleanno. E chissà cos'altro. Quanto bene hai fatto a tanti, in silenzio, con discrezione e animo puro, caro Cesare!
Per tanti anni non ci siamo più visti. Non c'è stata occasione. Poi il tuo arrivo al Pergo ed io in Amministrazione Comunale, con un nuovo capitolo del nostro tratto di vita condiviso. Così diverso, ma così egualmente pieno di vera amicizia, grande rispetto, affetto profondo.
Quante sono le persone importanti nella propria vita, al netto dei parenti e degli amici più stretti? Quanti sono gli incontri determinanti in questo nostro cammino sulla Terra? Si contano sulle dita di una mano.
Sei stato questo per me, Cesare. Mi hai voluto tanto bene. Te ne ho voluto altrettanto.
Ora riposa in pace, davvero, perchè hai sofferto molto ed era doloroso vederti così, come un leone ferito, dopo una vita vissuta da Cesare Fogliazza.
Sei un pezzo della mia vita che se ne va, Cesare.
Grazie infinite per tutto.
Un abbraccio ad Anna e a tutta la famiglia del Pergo. Perché per te questo era il calcio, questo erano i tuoi giocatori e collaboratori.
È stato bello sentirsi parte di questa tua famiglia. Lo porterò sempre con me. Ti porterò sempre con me.
Così postò via social il sindaco di Crema Fabio Bergamaschi, ex calciatore (con Fogliazza al Pizzighettone) e tifosissimo del Pergo. Grande calciofilo, la morte di Cesare lascia un vuoto enorme nel football cremasco e italiano. Ah, per quanto ha fatto per Crema, Fogliazza meriterebbe gli venisse intitolato uno stadio, magari quello che prima o poi si farà nella capitale del Granducato del Tortello, per pensionare il glorioso e datato Voltini, no?
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