Il ristorante L'Arsenale di Cavenago d'Adda, posto magico e caro al poeta Maietti è rinato con l'Oste Dandy d'Italia Manuel Gimari
L'Arsenale, probabilmente in origine era un grande fienile e presumibilmente deve il suo nome dal fatto che vi si costruivano e riparavano i carri. Le navi e le barche non c'entrano, nonostante vicino scorra l'acqua dell'Adda (arsenale, in origine, significa casa di lavoro, non necessariamente marinaro). Il paese: Cavenago d'Adda è un piccolo incanto di vecchie case tirate a lucido, in provincia di Lodi e, L'Arsenale, grazie al Dandy d'Italia: Oste straordinario e naif, Manuel Gimari, ora è rinato a vita propria. Gemma gastronomica nascosta, il ristorante lodigiano è davvero un bel posto e si mangia bene, straordinaria la cantina. Da provare, alla corte di Gimari, la pasta e fagioli, la lingua di vitello scottata, la tartare di salmerino coi porcini alla brace, lo straordinario Filetto di manzo e, il mistico petto di piccione. Andrea Maietti, nato casualmente a Milano, tra un bombardamento e l'altro della Seconda Guerra: giornalista, scrittore e poeta del Lodigiano (ma non solo), ha radici in quel di Costaverde (così ha ribattezzato Cavenago d'Adda, per evitare non improbabili querele, sollevate dai suoi racconti ivi ambientati). E proprio all'Arsenale, il bravo Maietti (era amico del grandissimo e compianto Gianni Brera) ha dedicato un poema (cercatelo nella fiabesca location riaperta da Manuel Gimari da Montodine), anni fa.
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