Dal 15 aprile al Museo Diotti di Casalmaggiore la mostra con le opere di Ambrogio Barili
Ambrogio Barili nasce nel 1931 a Reboana di Cella Dati, in provincia di Cremona. Dopo il diploma di geometra, avendo mostrato notevoli qualità agonistiche nella corsa di mezzofondo, partecipa a numerose gare di livello nazionale e internazionale e si laurea in Educazione Fisica all’ISEF di Roma. Anche se il matrimonio lo porta a trasferirsi a Milano nel 1978, mantiene sempre stretti legami con i parenti e gli amici di Cremona.
Parallelamente alle attitudini atletiche coltiva anche quelle artistiche e partecipa nel 1961 al concorso internazionale per giovani artisti Albisola 1961, dove la giuria presieduta da Wilfredo Lam gli conferisce il I° premio per il Bianco e Nero per l’opera Atleti. Dopo questo felice esordio, Ambrogio Barili non manifesta più alcun interesse ad esporre. Continua a esprimersi nel corso degli anni con matite e acquerelli, fissando su piccole carte soprattutto appunti di viaggio, ma un’innata ritrosia lo porta a mantenere completamente riservata, anche per gli amici più vicini, questa sua passione.
Ben nota a tutti è invece la sua attività di promotore artistico: negli anni ‘70 lavora presso la Galleria Toninelli di Milano e negli anni ‘80 ‘90 collabora con il mercante d’arte Nicola Loi alla gestione dello Studio Copernico che in quel periodo promuove scultori del calibro di Francesco Messina e Arnaldo Pomodoro. La sua attività nell’ambito della gestione culturale si attua però soprattutto a Cremona attraverso la conduzione della Galleria Botti, aperta nel 1965 in una ex portineria di Corso Garibaldi di fronte alla Galleria XXV Aprile, su impulso del sociologo Danilo Montaldi e di un gruppo di giovani intellettuali cremonesi. Lo scopo è quello di valorizzare la figura del pittore Renzo Botti (Cremona 1885 - 1953) e, attraverso il simbolo libertario da lui rappresentato, divulgare a Cremona il lavoro di giovani artisti italiani, soprattutto milanesi, che in quel momento lottano per una rinnovata coscienza civile, da esprimere con la ricerca di nuovi linguaggi espressivi. Anche dopo la morte di Montaldi (1975) Ambrogio Barili continua l’attività espositiva fino agli inizi degli anni ‘80.
Qualche anno fa, quando gli amici Fabrizio Merisi e Gianfranco Fiameni vedono per la prima volta le opere su carta che Barili aveva realizzato e tenuto a lungo solo per sé, rimangono colpiti dalla loro freschezza e autenticità: da lì nasce il progetto di una mostra che però viene interrotto dalla morte improvvisa di Barili nel 2017. Condiviso con il figlio Riccardo, il progetto si concretizza oggi con questa mostra allestita al Museo Diotti, curata da Fabrizio Merisi e corredata da un pregevole catalogo in cui compaiono scritti, oltre che dello stesso Merisi, di Gianfranco Fiameni e di Valter Rosa.
Il Museo Diotti e il Comune di Casalmaggiore, accogliendo favorevolmente la proposta espositiva, confermano uno dei compiti essenziali di un’istituzione culturale, ovvero quello di sottrarre all’oblio figure che hanno esercitato una notevole influenza nell’epoca e nel contesto in cui sono vissute, ma di cui non resta quasi traccia se non nella memoria di chi li ha conosciute. Come ricorda Gianfranco Fiameni, il ruolo di Ambrogio Barili «insieme con Danilo Montaldi è stato decisivo per la diffusione della cultura figurativa degli anni Sessanta e Settanta», una cultura di cui anche il Museo Diotti conserva numerose testimonianze grazie ai dipinti ed opere grafiche entrati a far parte delle collezioni attraverso le donazioni Montaldi, Fiameni e Coppiardi.
E proprio da questo riconoscimento è nata l’idea di riservare uno spazio, nella mostra e nel catalogo, anche a un gruppo di pittori amici che condivisero con Ambrogio Barili l’avventura della Galleria Botti: sono quindi esposte opere di Peter Ackermann, Mario Benedetti, Floriano Bodini, Mino Ceretti, Luigi Dragoni, Attilio Forgioli, Giuseppe Guerreschi, Alain Guy Clement, Lino Marzulli, Fabrizio Merisi, Vitale Petrus, Joachim Schmettau, Roberto Sguazzi, Alfredo Signori, Gianni Toninelli e Tino Vaglieri.
Scrive Riccardo Barili, figlio dell’artista: "Una mostra rivelatrice. Un tributo alla memoria di mio padre e alle amicizie, molte durate tutta la vita in modo particolare con artisti presenti in questo catalogo, che con mia madre abbiamo avuto il piacere di frequentare nel corso degli anni. Conservo molti ricordi di quegli incontri, quasi sempre davanti a un piatto di marubini fatti da lui e a bicchieri di vino, che accompagnavano i pranzi spesso animati da dibattiti che da ragazzo tanto mi incuriosivano. "
L’inaugurazione della mostra si terrà sabato 15 aprile 2023 alle ore 11:30. La mostra resterà aperta fino al 14 maggio nei seguenti orari: da martedì a venerdì, 8.00-12:30; sabato e festivi 15:30-18:30. Maggiori informazioni nel sito www.museodiotti.it
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