11 dicembre 2021

L'altro Novecento di "Schizzi cremonesi" in mostra a Net4market. Opere che ammoniscono ed invitano a guardare oltre la provincia

L’altro Novecento, quello dimenticato o deliberatamente ignorato dalla contemporaneità, quello che vedeva gli artisti cremonesi confrontarsi con le più significative esperienze artistiche internazionali, quello del surrealismo padano, quello dei Cordani, dei Ferroni e dei Guerreschi, di Padova, Signori, Tarquinio, Mori, Garuti, quello emozionale dei ricordi e quello delle accese discussioni nelle gallerie, dei confronti e degli stimoli dei grandi critici d’arte, quello dei provocatori e degli artisti borderline. A questo Novecento degli anni dopo la guerra e fino alla irreversibile decadenza degli anni Novanta, è dedicata la piccola, ma estremamente significativa mostra allestita presso Net4Market di corso Matteotti 15 fino al 31 gennaio 2022, a cura di Tiziana Cordani e Fabrizio Lonardi. Lo spunto è determinato dal libro “Schizzi cremonesi”, sottotitolo “L’arte e gli artisti a Cremona nella seconda metà del Novecento, un dialogo per non dimenticare”, scritto a quattro mani nella forma, appunto, di un dialogo tra una figlia d’arte ed un appassionato, e giovane collezionista. Una novità che certamente non piacerà ai puristi dei libri d’arte, ma che permette di uscire dagli schemi di una formula abusata e polverosa per percorrere strade nuove a anticonformiste all’insegna della libertà di pensiero. Tiziana Cordani sa bene, per averlo vissuto di persona da una prospettiva privilegiata, cosa ha significato il dibattito artistico nella seconda metà del Novecento, quali i tormenti e le passioni che lo hanno animato, grazie alla presenza di gallerie che provocavano e di critici che stimolavano il confronto. Ed è a questi riferimenti della memoria, a questa cultura vissuta in ambito familiare, grazie al coinvolgimento ed alle inquietudini del padre Sereno, che attinge, sia nel libro che nella mostra, realizzata con le opere possedute dai due oratori, per proporre questa rassegna che vuole essere, senza nasconderlo, una provocazione e uno stimolo a non fermarsi, a rinunciare all’autoreferenzialità per tornare ad aprirsi al confronto, che non sia episodico e, a sua volta, completamente avulso dal contesto in cui viene proposto, ma costituisca quello stimolo senza il quale l’arte è pura e semplice velleità.

Fabrizio Loffi


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commenti


Giovanni

12 dicembre 2021 05:48

"rinunciare all'autoreferenzialita". Sante parole! A Cremona la cultura è sempre improntata sull'autoreferenzialità. Sono sempre gli stessi che se la cantano e se la suonano. Il quadro culturale della società cremonese non è cambiato di molto rispetto alla descrizione apparsa in un interessante saggio sociologico degli anni Settanta dal titolo "Cremona dissociata" (che sicuramente Fabrizio Loffi conosce).