Ciak, si gira. Le atmosfere cupe e nebbiose del canale navigabile ne "L'imbalsamatore", il film noir di Matteo Garrone del 2002 girato tra Castelvolturno e Cremona (15)
Nel 2002 le anse del Po e il canale navigabile nei pressi di Spinadesco, diventano location del film di Matteo Garrone “L’imbalsamatore” che, alla quarta prova dietro la macchina da presa, si confronta con il genere “noir”. Location principale è il Villaggio Coppola, esempio di abusivismo lungo il litorale domizio nei pressi di Castelvolturno le cui torri, oggi abbattute in un progetto di riqualificazione dell’area, sono ciò che rimane del sogno utopico di di realizzare qui una rinomata località vacanziera. L’altra location è appunto Cremona, che in comune con la prima ha l’ambientazione cupa, tra le nebbie della pianura padana e gli scenari del Po. E’ stato fatto notare che curiosamente, alternando i primi piani a campi lunghi di paesaggi avvolti dalla nebbia, le due ambientazioni risultano quasi indistinguibili. Cremona costituisce la sfondo in cui si sviluppa il rapporto tra Deborah (Elisabetta Stocchetti), una ragazza incontrata per caso durante uno dei viaggi come corrieri della droga, e Valerio (Valerio Foglia Manzillo), aiutante dell’imbalsamatore nano Peppino Profeta (Ernesto Mahieux), in combutta con la camorra napoletana. Il canale navigabile, in particolare, è il punto in cui Valerio e Deborah nascondono il cadavere di Peppino gettando l’auto nel Po. Tratto da un fatto di cronaca nera, L’imbalsamatore, scritto con Ugo Chiti e Massimo Gaudioso, mette in scena l'incontro casuale e fatale di tre personaggi molto diversi e fortemente connotati da caratteristiche fisiche. C'è il nano affabulatore Peppino, c'è il bellissimo e altissimo Valerio, e la ragazza dal viso rifatto Deborah. Tre tipi non comuni, dunque; tre vertici di un triangolo malato, ossessivo, e soprattutto non voluto. L'imbalsamatore Peppino, losco individuo legato alla camorra, s'innamora segretamente del giovane e influenzabile Valerio, e lo convince con la sua straordinaria abilità persuasiva a lavorare con lui. L’idillio si spezza quando, in seguito ad un viaggio a Cremona, l'auto di Peppino si guasta consentendo l'incontro tra Valerio e Deborah nell'officina meccanica dalla quale lei viene licenziata. Deborah s'innamora di Valerio e decide di seguirlo, ma la presenza di Peppino si fa sempre più oppressiva ed ingombrante.
L’incontro tra Peppino e Valerio avviene per caso in uno zoo napoletano di fronte alla gabbia di un uccello rapace che, da dietro le sbarre, mostra ormai solo occhi rassegnati. Da subito scatta una simpatia tra il carismatico ed esperto tassidermista e l'ingenuo cameriere. L'uno si mostra paterno e rassicurante, l'altro, orfano di padre, si mostra bisognoso di protezione. Peppino arriva nel momento giusto offrendo a Valerio ciò che gli manca: un lavoro remunerativo, una casa, e diverse distrazioni. Peppino diviene il punto di riferimento, la guida, la fonte del benessere, colui al quale si deve esser riconoscenti, e colui al quale ci si lega, fatalmente. L'uno ha bisogno dell'altro. L'uno compensa l'altro. Si crea così un equilibrio, che mostra presto i tratti di una dipendenza.
Un giorno, durante un viaggio di lavoro a Cremona, i due incontrano Deborah: Valerio e la ragazza si innamorano e lei lascia il suo precario impiego per unirsi al loro viaggio. Inizialmente Peppino accetta Deborah, convinto che prima o poi Valerio se ne libererà, ma poiché questo non accade il fragile equilibrio fra i tre va in frantumi. Peppino, che non si sente più libero di adorare Valerio, cerca di allontanarlo da Deborah in ogni modo, mentre la ragazza rimprovera a Valerio di non riuscire a imporre la sua volontà a "quel nano", come lo definisce sprezzantemente.
Un futuro di normalità è ciò che i giovani vogliono costruire, ma l'oscuro passato non può essere dimenticato. Peppino riemerge ossessivamente dalle nebbie e rivendica quell'equilibrio spezzato, spezzandone a sua volta uno. L'imbalsamatore è avido di bellezza. La contempla nel giovane Valerio, e la restituisce ai corpi privi di vita. Non la possiede, ma la cerca e la brama. Anche Deborah cerca la bellezza e la realizza ritoccando il suo viso. Valerio la possiede, ed è al centro del contendere. Il desiderio nasce da una mancanza, e si trasforma in ossessione. Tutt'intorno il buio, la nebbia, l'ombra.
La situazione precipita culminando in un aspro litigio tra Peppino e Deborah, in cui lui la allontana con decisione imponendole di non farsi più rivedere. Il fatto porta inevitabilmente alla definitiva rottura tra Peppino e Valerio. Il ragazzo e Deborah, che è incinta, si trasferiscono a Cremona dai genitori di lei. La vita di coppia dei due sembra andare per il verso giusto finché Peppino, dopo essersi lasciato andare alla disperazione, decide di presentarsi a casa loro per tentare di strappare Valerio alla ragazza. La presenza di Peppino manda in crisi Deborah e tra i due innamorati iniziano degli accesi litigi; Peppino diviene più insistente e coglie l'occasione per lusingare Valerio con la proposta di un viaggio per il mondo: la promessa convince Valerio, ma mentre i due stanno per partire interviene Deborah. Ne segue un nuovo litigio tra i due che si concluderà però con un riavvicinamento; Peppino comprende di non avere più possibilità di riprendersi il ragazzo e, in preda all'isteria, estrae la pistola e minaccia di uccidere Deborah, Valerio e sé stesso. Nel finale Valerio e Peppino salgono in macchina e quest'ultimo rimane ucciso da un colpo di pistola (non è dato sapere se ad ucciderlo sia stato Valerio oppure sia stato lui stesso a suicidarsi): i due fidanzati spingono quindi l'auto con dentro il cadavere di Peppino nel Po.
Le musiche sono state affidate alla Banda Osiris e la colonna sonora è stata pubblicata in L'imbalsamatore, quarto album del gruppo musicale vercellese. Il film è stato premiato nel 2003 con il David di Donatello per la migliore sceneggiatura e per il migliore attore non protagonista a Ernesto Mahieux.
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