6 gennaio 2024

"Ci risiamo, Galimberti promette di spegnere l'inceneritore con l'impianto di biometano. Ma nel progetto questo funziona solo con l'inceneritore". Il duro attacco del sindaco di Gerre, Michel Marchi

Il sindaco di Cremona Gianluca Galimberti in una intervista al quotidiano "La Provincia" torna, dieci anni dopo, a promettere lo spegnimento dell'inceneritore questa volta in cambio del megaimpianto di biometano e del fotovoltaico. Immediata la dura replica del sindaco di Gerre, Michel Marchi, in prima fila contro il nuovo impianto di biometano di A2a. Marchi parla di "follia socio-economica di una classe dirigente cittadina che va bloccata".

Ma ecco l'intervento del sindaco di Gerre Michel Marchi.
Puntuale, come il panettone a Natale, si entra nel semestre bianco, di fatto in campagna elettorale, e puntuale Galimberti (anche se non sarà più il candidato Sindaco) promette di spegnere l’inceneritore…
Ormai le parole lasciano spazio all’ilarità, se non fosse che questa volta, quasi per redimersi dalla scellerata proposta del biometano, ci dice che proprio grazie a questo nuovo impianto si potrà spegnere il termovalorizzatore.
Ora, io capisco che, dopo 10 anni di sberleffi a quella sinistra ambientalista che gli chiedeva questo intervento, sia necessario in qualche modo ricucire e garantirsi il sostegno anche per il futuro, ma a tutto c’è un limite!
Le indicazioni rese sul perché si potrebbe spegnere l’inceneritore, che però è di A2A, sostituendolo con un impianto di biometano, sempre di A2A, e un fotovoltaico (che quando c’è bisogno di calore non rende), sono preoccupanti per il continuo aumento di produzione di CO2 al quale viene sottoposta la città, in barba a ogni visione sostenibile di tutela della Terra e del clima.
E per essere molto chiari: in nessun progetto attualmente presentato o in discussione c’è questo processo di produzione, combustione, recupero del calore… anzi, come già detto, il biometano funziona solo se dispone del calore prodotto dall’inceneritore, altrimenti la sua funzionalità è ridotta.
Qui siamo alla follia socio-economica di una classe dirigente cittadina che va bloccata ora, diversamente sarà travolta dalla valanga delle sue inadeguatezze.
Attenzione Cremona: stanno comprando centinaia di latte di vernice verde e dipingeranno tutti i camini raccontandovi che ne esce acqua di rose, ma le bugie hanno le gambe corte e la verità noi la conosciamo già!

Michel Marchi


© RIPRODUZIONE RISERVATA




commenti


Marco Degli Angeli

6 gennaio 2024 08:09

Concordo con il sindaco Michel Marchi. Non sono bastati questi 10 anni di prese in giro? A tutto c'è un limite. Queste favole hanno stancato ed i cittadini, ormai, non solo conoscono la verità, ma anche lo scontato finale horror.

Pasquino

6 gennaio 2024 08:36

Un sindaco talmente inadeguato che non sa neppure cosa scrive e cosa promette
Il peggiore di sempre

Anna L. Maramotti Politi

6 gennaio 2024 10:33

Grazie, Michel Marchi, d'assolvere al tuo mandato con intelligenza, competenza e con quel senso del dovere che ti consente di mettere al centro di ogni interesse i cittadini. Grazie di difendere il nostro territorio. Ma ti ringrazio anche per saper declinare salubruità dell'ambiente con la salvaguardia del paesaggio.

François

6 gennaio 2024 11:35

Se Michel Marchi si candidasse alla carica di Sindaco di Cremona, lo voterei molto volentieri.

Pietro

6 gennaio 2024 13:13

Io lo spero sempre, anche se nei mesi scorsi ha negato questa possibilità.

Francesca

7 gennaio 2024 21:12

Michel Marchi.concordo,grazie

michelMichele Michele de Crecchio recchio

8 gennaio 2024 00:00

Non è certamente la prima volta che gli amministratori dei piccoli comuni circostanti Cremona si dimostrano ben più saggi di quelli del comune capoluogo. Ricordo quando, in chiusura del mio impegno come assessore comunale all'urbanistica di Cremona, riuscii a far approvare (all'unanimità del locale consiglio comunale!) la richiesta alla Regione di autorizzare la creazione del locale PLIS (Piano Locale di Interesse Sovracomunale) per la tutela ambientale dei terreni contigui al fiume Po. Le successive Giunte cremonesi, però, non si preoccuparono minimamente di far procedere la pratica e toccò poi ai piccoli, ma ben più illuminati comuni come Gerre de Caprioli e San Daniele Po, il compito di riesumare la questione, ottenendo, finalmente, il necessario assenso regionale. Solo allora, assieme ad altri comuni, anche la pigra amministrazione di Cremona decise di darsi "una mossa"! Nonostante le molte parole e promesse più volte avanzate sui temi ambientali, le due ultime tornate amministrative, entrambe guidate da Galimberti, pur avendo a disposizione un lasso di tempo (un intero decennio!) che sarebbe stato di certo più che sufficiente per lasciare sul territorio un'impronta significativamente positiva del proprio lavoro, ben poco hanno saputo in concreto combinare e, in alcuni casi (accesso turistico al lungo Po, interruzione con nuovi edifici della continuità del parco alberato già impiantato a settentrione del quartiere Po, taglio di alberi di notevole dimensione, di filari, di siepi e di boschetti, nonché mancata tempestiva manutenzione di terreni inedificati lungo le sponde del Morbasco, ecc. ecc. hanno persino significativamente visto peggiorare la situazione preesistente!