"I deportati di Rethmar" il nuovo libro del giornalista Roberto Fiorentini. La storia di Ermete Masseroni e dei 601 cremonesi deportati in Germania per lavorare come braccianti in campagna
I deportati di Rethmar del giornalista Roberto Fiorentini (Ronca Editore) nasce sulla scia del volume I Dimenticati, sempre dello stesso autore, per raccontare le storie cosiddette “minori” di quella grande tragedia che fu la Seconda guerra mondiale. “Contemporaneamente alla scrittura della vicenda dei bambini libici abbandonati nel nostro Paese – scrive Fiorentini nell’introduzione - Vittorio Sgarbi dava alle stampe un interessante volumetto dal titolo Arte e Fascismo (La nave di Teseo). All’interno della narrazione, il critico d’arte ferrarese dava ampio spazio al “Premio Cremona”, organizzato nel 1938, facendo nascere così un gemellaggio fra la città padana e Hannover. Operai migranti, in base ad un accordo fra Italia e Germania, erano partiti da Cremona arrivando nella città tedesca per lavorare nelle campagne come braccianti. Cremona ne inviò 601”. Da qui inizia la ricerca del giornalista che si concretizza nella scoperta della vicenda umana di Ermete Masseroni, narrata dai figli: Franco, Luciano, Maria Luisa e Rosalba.
“Ermete era stato uno di quei 601. Da Cremona aveva raggiunto le aziende agricole tedesche per lavorare nelle stalle: era la primavera del 1944. Lui, Ermete, morto nel febbraio del 2016, ha lasciato il ricordo orale di quell’anno passato a Rethmar a lavorare, sotto la minaccia delle armi dei soldati tedeschi. Fuggito dalla Germania sotto i bombardamenti alleati, non si dimenticò mai di quei giovani uomini nati in nei territori occupati dai nazisti in mezza Europa e che, con lui. avevano diviso le baracche del campo”. La narrazione racconta anche del ritorno di Ermete, nel 1994 con i figli, in quei luoghi che furono di dolore ma anche di grande solidarietà umana. Ne esce uno spaccato della quotidianità nelle campagne della Pianura Padana durante il drammatico periodo di guerra. Il laborioso impegno di anziani e giovani nei campi e nelle stalle. La terribile esperienza bellica, in Libia, del nonno Ottorino. Il blitz dei fascisti nella loro cascina. Il reclutamento forzoso di Ermete: che si offrì volontario per evitare che l’anziano genitore potesse subire un altro shock emotivo. Il viaggio in Germania, in direzione Hannover. La vita nel campo di lavoro. I rapporti con gli uomini che lì erano finiti per coltivare la terra e supportare l’economia del Reich, oramai in fase morente. L’interminabile ritorno a casa. Ma ciò che emerge nella ricerca storica sulle fonti, fu la terribile tradizione di quel nascosto luogo di Rethmar. Da scoprire nelle pagine del racconto.
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