12 aprile 2021

"La sorpresa di Cremona", riscopriamo i luoghi dov'è avvenuta e il coraggio delle "oche selvagge irlandesi" a San Pietro e S.Lucia

Nel 1700 Cremona è controllata dai Gallispani, Galli ed Ispanici appunto, Francesi e Spagnoli. Nel 1702 la città è occupata da uno strano esercito misto, formato da Francesi, Spagnoli e Irlandesi. Questo perché alla morte di Carlo II nel 1700 la successione al trono spagnolo avviene con Filippo d'Angiò ( futuro Filippo V ) nipote del Re Sole di Francia Luigi XIV. In ambito europeo assistiamo così alla Guerra di Successione di Spagna.

Gli Austriaci non possono stare a guardare lo strapotere Gallispano come lo citano i cremonesi del 1700, così gli Alemanni (gli austriaci ), bussano alle porte della Lombardia e di tutto il nord- Italia, portandosi nel nord- est della Pianura Padana e occupando Mantova. Alla guida dell'esercito austriaco c'è il principe Eugenio di Savoia. A capo delle armate francesi c'è invece il principe Villeroy che risiede nell'importante piazza militare di Cremona. Una caratteristica interessante sarà vedere successivamente le mappe di Cremona dell'epoca, viste al contrario, cioè da Parigi, con il Castello a destra, Porta Mosa a sinistra e il fiume in alto.

Torniamo alla "sorpresa di Cremona" un fatto storico , da non confondere assolutamente con "sorpresa di Cremona" di Edith Templeton del 1954, dove si narra il viaggio di una scrittrice. Quello da me raccontato è proprio un fatto di guerra ricordato per secoli nelle corti europee…

Cremona, Gennaio 1702. Un parroco, Giovanni Battista Cozzoli di Brescia, rettore della chiesa di Santa Maria Nuova, detta Santa Maria in Orto, (contigua alle mura sull’attuale Viale Trento Trieste) fornì agli austriaci tramite suo fratello Antonio Cozzoli, la possibilità di introdursi in città. Il fratello del prete, era infatti stato in carcere per debiti di gioco e probabilmente mal tollerava il governo Franco - Spagnolo.

Così, scontata la sua pena, uscito dalle mura di Cremona, cercò un contatto con i soldati del principe Eugenio di Savoia, per fornire loro sotto ricompensa, un “cavallo di Troia” così da farli entrare facilmente in città.

Sotto la casa del prete Cozzoli e la sua chiesa, passa un piccolo acquedotto con grate in ferro, poste nelle cantine della abitazione del prete. Sì rivelarono proprio quelle grate passaggio inimmaginabile e determinante. Alcuni giorni prima della notte dell'inganno, entrarono infatti in città, vestiti da contadini e fabbri, alcuni soldati Alemanni, ospitati in casa dal prete Cozzoli.

Questi finti lavoratori smontarono in alcuni giorni le grate di ferro della chiavica per permettere così un passaggio notturno ai militari. Così, la notte tra il 31 gennaio e l'1 febbraio del 1702, un centinaio di granatieri entrarono dalla fossa, radunandosi nella casa del prete. Da lì si sparpagliarono in città uccidendo le guardie ed aprendo le porte Ognissanti e Margherita ( porte Venezia e Romana ) per farvi entrare un esercito di circa 3 mila uomini. All'alba vi fu un bagno di sangue combattuto quartiere per quartiere tra eserciti e vari alleati che alloggiavano nella "Strada Canoon", l'attuale via Bissolati sede di diverse caserma.

Francesi e Spagnoli vennero presi nel sonno, dopo i bagordi del primo carnevale. Il principe Villeroy fu catturato dagli Austriaci.

Ma gli Austriaci non avevano considerato un particolare… i 600 Dragoni Irlandesi.

Già, gli Irlandesi, le Wild Geese ( Oche Selvagge ) un esercito di guerrieri di nobili famiglie Irlandesi esiliate o dissociate dalla loro isola, al servizio della Francia, per lottare contro gli Inglesi e fare valere la loro causa in Europa. Sono questi soldati che difenderanno le postazioni di S. Salvatore ( vicino S.Pietro al Po, più o meno dove c'è la piazzetta di Sant'Anna )  e di S. Lucia, bloccando gli austriaci a Porta Po .

Gli stessi Irlandesi bruciarono il Ponte di barche sul fiume, impedendo i rinforzi austriaci dall'Emilia. “The Po gate was the key of the situation”, scrive il Marchese di Quincy.   La porta Po fu la chiave della situazione

I due reggimenti Irlandesi Burke e Dillon, guidati dall'ufficiale Daniel O'Mahony si renderanno così, indispensabili per le sorti della battaglia interna alle mura, mantenendo le posizioni tra le Porte Mosa e Po. Vi furono battaglie in piazza del Duomo e nelle piazze attorno e, finalmente alle 17,00 del pomeriggio dello stesso giorno, il 1 febbraio 1702, le truppe Austriache furono cacciate dalla città.

Le cronache francesi sfanfararono la "sorpresa di Cremona" come un mirabile fatto bellico, non citando morti e feriti esatti tra i vari eserciti.

Si presuppone che vi furono 2000 morti e molti feriti e prigionieri. Gli Irlandesi però non ebbero molte ricompense dai regnanti francesi.

Ma vi furono in Irlanda numerose discussioni e parodie sui Francesi salvati da un manipolo di Irlandesi.

Emily Lawless, poetessa irlandese ci lascia invece una poesia nazionalista e ironica:

 

With the Wild Geese

Are ye mad, or in a trance ?

Waken, gentlemen of France!

See your lilied flags are flapping,

and your Marshall in caught napping

In Cremona town

again and yet again,

though the third of us are slain,

though sieur Villeroy in taken,

and the lilied flags are shaken,

till our tardy comrades waken

we keep the town

E i traditori ? Antonio Cozzoli, fu arrestato, processato e decapitato a Milano dai Francesi. La sua testa, messa in una gabbia di ferro, venne posta su un palo ed esposta nella casa parrocchiale da dove il nemico entrò in città.

Il prete Giovanni Battista Cozzoli fuggì in Germania e non lasciò traccia di sé. Per vendetta del tradimento, la chiesa S. Maria in Orto (attuale zona Casa della Accoglienza ) fu distrutta.

Per paura di ulteriori "sorprese" negli anni successivi i francesi distrussero altre due chiese addossate alle mura, S. Maria degli Angeli in Contrada Prato ( Via Bonomelli ) e S. Maria Stella in Contrada dei Quacchi ( vicino Via Versecchi ).

La distruzione di queste tre chiese, dal nome simile, tutte dedicate a S Maria non porta motivazioni reali ma una casualità da brivido, essendo semplicemente chiese attaccate alle mura.

La sorpresa di Cremona” resterà sempre una storia a tratti bizzarra a tratti tragica, avvincente e da aggiungere al patrimonio culturale di chi vive la Città, in ogni suo misterioso momento storico.

 

Nella foto la Casa dell'Accoglienza dove è avvenuto l'ingresso delle truppe, la mappa con la parrocchia di Santa Maria, la cartina dell'epoca con i medaglioni di Eugenio di Savoia e di Villeroy e il ritratto di Eugenio di Savoia.

 

Maurizio Mollica


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