"Una fideiussione di 600mila euro per fornire il gas". L'inaudita richiesta del fornitore di energia alla Latteria Ca' de' Stefani. La denuncia del direttore Pirini
Inaudito. Così vogliono far chiudere la filiera del latte. Nonostante i grandi guadagni, le società che forniscono energia chiedono addirittura fideiussioni di migliaia di euro prima di fornire il gas a clienti che pagano regolarmente le bollette. Un caso unico accade nel cremonese. La denuncia è di Giorgio Pirini, direttore della storica latteria Ca' de' Stefani di Vescovato che ha alle spalle più di 120 anni di attività, premi per la straordinaria produzione di Grana Padano e Provolone Valpadana, prodotti esportati in tutto il mondo. E' stato il quotidiano economico ItaliaOggi a raccogliere lo sfogo del dottor Pirini.
«Per garantirci la fornitura di gas, il distributore ci ha chiesto un deposito bancario di 600mila euro o una fideiussione. Siamo esterrefatti, è una situazione drammatica, che non si era mai verificata prima. E pensare che abbiamo sempre pagato tutte le bollette, siamo clienti sicuri».
«È incredibile - dice Pirini - prima di iniziare a parlare di fornitura di gas vogliono garanzie. Oltre a costi, prezzi e bollette ingestibili, fuori controllo, adesso c'è il rischio di non avere continuità nella fornitura di gas. Il latte lo dobbiamo lavorare e trasformare tutti i giorni, ma queste condizioni graveranno sul bilancio. Abbiamo 120 anni, superato due guerre, la Spagnola, ma mai come questa volta abbiamo pensato di fermare gli impianti».
E' una storia allucinante che dimostra come, nonostante le difficoltà, c'è chi è sempre pronto a fare business sulla pelle di cittadini e aziende. Un caso unico quello cremonese? Purtroppo no, ma nessuno interviene.
Pirini nell'intervista a ItaliaOggi ribadisce poi che: «Il costo del gas è aumentato del 653% passando da 35.552 euro della bolletta di luglio 2021 ai 267.786 di luglio di quest'anno. Su base annua l'aumento è del 350%». Ma quello che proprio non va giù è la richiesta della garanzia: «In questo momento il nostro rating di assoluta eccellenza non ha più valore, le imposizione delle società di distribuzione sono perentorie. O si accettano o non si fa il contratto».
Il direttore della Cà de Stefani conclude amaramente.«Perché nessuno interviene, perché nessuno fa niente? Resistiamo per i nostri 52 dipendenti e le loro famiglie. E per i nostri soci che purtroppo si vedranno distribuire un prezzo del latte che non riuscirà a coprire i loro costi di produzione».
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