Addio Cesare Scazzoli, il barista dello Zini. Lo scorso 11 maggio l’ultima intervista a "CremonaSera"
La sua carica umana mancherà, come mancheranno i suoi occhi vispi e quell'inconfondibile vocione caldo. Cesare Scazzoli, 89 anni, indimenticabile barista dello stadio Zini dal 1961 al 1991, se n'è andato poche ore fa all'improvviso, inaspettatamente. Una serie di problemi lo avevano portato da qualche tempo a Cremona solidale, palazzina Somenzi.
Il suo unico figlio, Roberto, racconta gli ultimi istanti di quello che è stato un protagonista della Cremona calcistica e non solo. “Stamattina sono andato a trovarlo, stava leggendo il giornale, abbiamo chiacchierato per una mezz'oretta. Poi l'ho salutato e me ne sono andato. Poco dopo ha pranzato e, come faceva spesso, ha parlato con le educatrici. Alle 13.15 circa mi hanno telefonato dalla casa di riposo dicendo che non c'era più niente da fare. Da qualche giorno si sentiva traballare mentre stava in piedi e così preferiva muoversi in carrozzella. Ma nulla di più”. Roberto è commosso ma, allo stesso tempo, sembra anche sereno, se è possibile esserlo in questa situazione. “Mio padre non ha avuto neppure il tempo di chiamare, l'importante è che non abbia sofferto”.
Sono trascorse poco più di sue settimane da quando, quel pomeriggio dell'11 maggio, il signor Scazzoli aveva rilasciato un'intervista a CremonaSera (leggi qui). Sorridente, gentile, affabile: era facile stabilire un rapporto di empatia con lui. Rispondeva con lucidità a tutte le domande. Al suo fianco, al pianoterra della palazzina Mainardi, il figlio, che ogni tanto aggiungeva particolari al racconto. Un incontro fatto di mille ricordi, durante il quale l'orgoglioso barista dello Zini, ex dipendente della Coca-Cola, aveva spiegato come con un gruppo di altri soci aveva aperto quell'attività e passato in rassegna i giocatori, gli allenatori e i dirigenti della Cremonese conosciuti sfornando migliaia e migliaia di caffè. Praticamente tutti i nomi importanti e meno importanti grigiorossi. Regalando per ognuno di loro una parola, un frammento della sua memoria di ferro, un aneddoto. Cominciando da Vialli: “Si era capito subito che era un campione”. O Cabrini: “Era un ragazzino e andava già come una freccia lungo la fascia sinistra”. O Bencina: “Uno dei centrocampisti più forti che abbiamo avuto”. Gli davano una mano dietro il banco la moglie Mariuccia, che lo ha preceduto, il fratello, il cognato. E il gruppo di giovani alle sue dipendenze, compreso il figlio, che si muovevano su e giù per gli spalti a distribuire le bevande, tra cui le storiche confezioni mignon degli amari, come il 18 Isolabella e il Ramazzotti, oltre al cognac. Silvano Guindani, volontario in via Brescia, era uno di quei ragazzini: "Ci siamo incontrati in istituto. Era una persona davvero speciale, molto dinamica. Pensare che l'ho rivisto pochi giorni fa. Mi spiace tanto".
“Un'educatrice aveva stampato l'articolo e l'aveva dato a papà - riprende Roberto -. Lui era contentissimo, è l'ultima soddisfazione che ha avuto. Lo mostrava a tutti coloro che si recavano a trovarlo, ma ognuno gli diceva di averlo già letto".
Chi vorrà salutare Cesare Scazzoli potrà farlo domani (domenica) alla camera ardente allestita presso Cremona solidale, dalle 10 alle 12 e dalle 15 alle 18, o partecipando ai funerali che saranno celebrati, lunedì prossimo alle 14, nella chiesa di sant'Ambrogio.
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