13 ottobre 2021

Altre cadute di calcinacci e intonaci dall'ex caserma di via Ettore Sacchi. Il Demanio l'ha messa in vendita vent'anni fa e non se n'è più occupato

Vent’anni fa è stato posto in vendita ed intanto continuano a cadere frammenti di cornicione e distacchi di intonaci senza che l’Agenzia del Demanio batta ciglio (leggi l'articolo). Erano gli anni in cui si moltiplicavano le proposte immobiliari in vista della dismissione del patrimonio pubblico non più utilizzato, sperando in questo modo di rimpinguare la casse dello Stato. Ora invece è un vero scandalo davanti agli occhi di tutti quello dell’ex convento di San Pietro in via Ettore Sacchi: il prospetto principale viene periodicamente transennato ed è transennata ormai da anni anche l’aiuola dietro l’abside della vicina chiesa. Un generale stato di abbandono a pochi passi dal magnifico teatro Ponchielli.

L’immobile, di proprietà demaniale, già caserma Eugenio di Savoia, è stato inserito nell'inventario redatto dall'Agenzia del Demanio pubblicato sulla Gazzetta ufficiale del 6 agosto 2002 per la dismissione di parte del patrimonio statale, ma nessuno, a quanto si sappia, ha mai manifestato in tutto questo tempo alcun interesse all’acquisto. E intanto lo splendido chiostro, uno degli esempi più significativi dell’architettura monastica del primo Rinascimento va in rovina, senza che lo Stato intervenga. Nel 1808 è stato trasformato in caserma, poi in abitazioni civili. Una parte del cortile a fianco del refettorio monastico è stata occupata dal palcoscenico del Ponchielli, mentre il chiostro minore, a ridosso del fianco della chiesa, venne riservato all’abitazione del parroco. Eppure proprio il refettorio del chiostro minore custodisce al suo interno una delle opere maggiori del nostro Rinascimento: il grande affresco con la Moltiplicazione dei pani di Bernardino Gatti, un’opera straordinaria già ammirata dal Vasari.

 


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commenti


Milan Elena

13 ottobre 2021 21:50

Non è una novità lo Stato non cura. Come dovrebbe fare i suoi immobili, pur se di grande interesse culturale e architettonico,

Dr

14 ottobre 2021 12:22

Se gli amministratori venissero chiamati in causa per danno erariale, visto che fanno perdere valore agli immobili, forse sarebbe tutto diverso.