Area Donna: lettera aperta a Letizia Moratti con 150 firme dal Cremonese e dal Mantovano e presidio davanti all'ospedale l'8 marzo
Quasi centocinquanta firme, tutte a difesa del reparto Area Donna (la "Breast Unit") dell'ospedale di Cremona. In questi giorni, dopo le tantissime proteste per la dismissione del reparto e per la riorganizzazione in atto all'ospedale (qui uno degli articoli) è stata inviata una lettera aperta alla vicepresidente e assessore al Welfare di Regione Lombardia, Letizia Moratti. In calce, 147 firme di donne (e anche alcuni uomini) del Cremonese e del Mantovano.
“Lei – questo il fulcro della lettera – ha la facoltà di rimediare a questa incresciosa situazione: non mettiamo assolutamente in discussione l’alta professionalità degli operatori del reparto oncologico, ma vogliamo invece evidenziare l’alto valore aggiunto che da tantissimi anni ha caratterizzato la nostra Area Donna, grazie alla sua equipe multidisciplinare dedicata, che ha reso un percorso di cure e di attenzioni individuali, benché pur sempre doloroso, più umano e davvero a misura di donna”.
Le iniziative per salvaguardare questo prezioso presidio ospedaliero non finiscono qui. Per l'8 marzo, dalle 16 alle 18 è infatti in agenda un presidio presso l'ospedale di Cremona, sempre con lo scopo di salvaguardare la “Breat Unit” del Maggiore di Cremona.
Qui di seguito, ecco il testo integrale inviato a Letizia Moratti.
Gentilissima signora Moratti,
abbiamo appreso dai media che l'Area Donna dell'ospedale di Cremona è in corso di “riorganizzazione”: siamo sorprese e sconcertate da una simile notizia, poiché un servizio così prezioso e unico, nel panorama provinciale, dedicato esclusivamente alla salute del genere femminile (e quindi all'avanguardia, dal momento che della medicina di genere si è appena iniziato a parlare) non può essere soppresso dopo anni di onorato servizio, premiato addirittura con una specifica certificazione, nel corso dei quali ha rappresentato un essenziale punto di riferimento per un ampio bacino di utenza.
Dopo il progressivo smantellamento degli ospedali di zona del distretto OglioPo, che abbiamo già subito, è giocoforza per le pazienti affette da patologie peculiari femminili (non dimentichiamo le gravi ripercussioni dell'inquinamento sui tumori agli apparati riproduttivi e al seno...) affluire a Cremona, dove finora hanno sempre ricevuto un'attenzione competente e specifica... ci chiediamo quindi: a che pro disperdere questo patrimonio di conoscenze ed esperienza per lasciare sole le donne nei momenti più drammatici della loro esistenza?
A che pro costringerle a penosi e costosi pellegrinaggi da una struttura ad un'altra, aggravando le loro sofferenze, quando già c'era un centro d'eccellenza a Cremona sul quale convergevano, con approccio olistico, tutte le specifiche esigenze, dalla prevenzione, alla cura, all'accompagnamento nelle diverse fasi della salute femminile?
Lei ha la facoltà di rimediare a questa incresciosa situazione: non mettiamo assolutamente in discussione l’alta professionalità degli operatori del reparto oncologico, ma vogliamo invece evidenziare l’alto valore aggiunto che da tantissimi anni ha caratterizzato la nostra Area Donna, grazie alla sua equipe multidisciplinare dedicata, che ha reso un percorso di cure e di attenzioni individuali, benché pur sempre doloroso, più umano e davvero a misura di donna.
Le chiediamo, da donna a donna: ha mai riflettuto su come vorrà essere ricordata in futuro? Confidiamo che preferisca distinguersi come colei che si è battuta per tutelare al meglio la salute pubblica a vantaggio di cittadine e cittadini anziché come colei che, come tanti altri, si è curata solo di interessi economici...
Come cittadine lombarde che per anni hanno potuto sentirsi accudite e protette all’interno di un luogo che hanno vissuto come rifugio sicuro, non possiamo che auspicare un ripensamento al riguardo.
In attesa di un positivo riscontro, ringraziamo per l'attenzione ed auguriamo un buon lavoro.
Seguono 147 firme da tutto il territorio Cremonese e Mantovano
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