28 settembre 2024

Ca' de Staoli, il recupero della chiesa dedicata a San Gaetano. Ora potrà essere riaperta al pubblico. Anche in questo luogo tanta storia, una botola misteriosa e una miracolosa conversione

Di solito scrivo di chiese e oratori dimenticati o dismessi, bisognosi - nella maggior parte dei casi - di attenzioni e interventi di recupero.

Oggi no, la notizia è la sistemazione ed il recupero della chiesa dedicata a San Gaetano a Ca’ de’ Staoli (o de’ Stavoli), un pugno di fabbricati nella campagna tra Pieve d'Olmi e Sospiro, per lo più cascine, stalle e un paio di case. E proprio sulla strada che taglia in due la piccola frazione, si affaccia questa chiesa. 

Non si tratta di un oratorio piccolo e dimesso, come ci si potrebbe aspettare in una zona così poco abitata: si tratta proprio di una chiesa dalla facciata alta e maestosa, arricchita da due ordini di lesene e cornici che la decorano. Un modesto campanile, ma sarebbe meglio definirlo cella campanaria, si alza appena sopra il tetto.

Nelle ultime settimane i proprietari, la famiglia Lena, ha deciso di risistemare il tetto che presentava delle criticità e rendeva pericolosa la permanenza nella chiesa dove a maggio, come da tradizione, viene recitato il rosario.

Ma non solo per la recita del rosario: la scelta di risistemare la chiesa è nata da una precisa volontà dei proprietari di mantenere in vita un edificio sacro che per secoli ha rappresentato un punto di riferimento per la comunità locale e che incarna una presenza storica significativa nel territorio della bassa cremonese.

Origine incerta, il convento e la preesistente chiesa dedicata a San Bartolomeo

Sulla sua origine non abbiamo dati certi, salvo alcune memorie o accenni in documenti più generici. Per esempio, sappiamo che nel 1514 Paolo e Girolamo de Stavoli possedevano la ‘chiesa campestre di San Bartolomeo di Ca’ de Stavoli’’ (‘Memorie di storia ecclesiastica cremonese, Vol II’, Ferrante Aporti, 1837). Era dunque questa chiesa campestre un edificio preesistente a quello attuale, poi rifatto e dedicato in seguito a San Gaetano o esisteva un’altra chiesa a Ca’ de Staoli di cui non vi è più traccia se non nel nome della ‘Cascina San Bartolomeo’?

Per tre secoli si fatica a trovare altre indicazioni riguardo la chiesa, solo un cenno nel ‘Diario Ecclesiastico’, dove viene indicato ‘San Gaetano, oratorio Ca’ de Stavoli di patronato Albertoni’ (Diario ecclesiastico cremonese per l’anno 1843, Cremona), mentre nel 1856 don Angelo Grandi cita l’oratorio di S. Gaetano di Ca’ de Staoli come riferito alla parrocchia di Pieve d’Olmi. 

Dunque nella seconda metà del 1800 sicuramente la chiesa di Ca’ de Staoli era già dedicata a San Gaetano, costruita però alcuni secoli prima come testimonia una botola in marmo, sul pavimento della  chiesa, con incisa una data - ‘1689’.Si tratta con tutta probabilità di un accesso ad un locale sotterraneo vuoto, forse una cripta, che spiegherebbe la totale assenza di umidità sulla parte bassa delle mura. Nessuno di recente ha mai aperto quella botola, anche se c’è chi giura che in passato qualcuno lo fece e vi trovò dei teschi, avanzando l’ipotesi che potesse essere una sorta di sepolcro dove venivano seppelliti i monaci che vivevano nel monastero attiguo alla chiesa. 

Infatti se analizziamo l’intero complesso architettonico, non può sfuggire come la corte e il caseggiato che la affiancano fossero in passato un tutt’uno. Basta guardare la facciata del palazzo che oggi è diviso in due proprietà, separate da una muraglia, per capire che tutte quelle finestre corrispondevano in realtà alle celle dei monaci, tutte in fila e tutte vicine. All’interno del complesso architettonico troviamo poi un porticato a volta, un patio che racchiude un piccolo spazio verde, circondato dai camminatoi, tipico e distintivo delle architetture dei conventi; ci sono poi diversi locali di servizio, le tracce di un focolare, insomma tutti elementi che indicano che la chiesa lì sorgeva all’interno di un complesso strutturato e ampio.

Il miracolo della conversione di ‘Braccio’

Questa fin qui è la storia più antica, ma quello che in pochi sanno è che la chiesa di Ca’ de Staoli in tempi recenti fu teatro di un vero e proprio miracolo, una conversione straordinaria.

Alcuni decenni fa infatti un tale ‘Braccio’, uomo di una certa età che viveva dalle parti di Sospiro, si trovò a passare con la sua bici proprio per Ca’ de Staoli. Era un comunista convintissimo, di quei comunisti ‘mangiapreti’ che non volevano nemmeno sapere da che parte si trovava la porta della chiesa. 

Come si diceva, ‘Braccio’ se ne andava con la sua bicicletta lungo la strada bassa tra Sospiro e Pieve e si trovò a passare davanti alla chiesa di San Gaetano; proprio in prossimità del luogo sacro, sentì una voce di donna chiamare il suo nome una volta e poi un’altra volta ancora, distintamente. 

Non se l’era immaginato. 

Ma nella campagna non c’era anima viva, nessuna donna in giro che potesse aver cercato di attirare la sua attenzione. Eppure quella voce l’aveva sentita bene e l’aveva udita proprio mentre passava davanti alla chiesa. Era stata la Madonna a chiamarlo? Era l’unica spiegazione, non poteva essere la voce di nessun'altra donna quella che aveva sentito ‘Braccio’.

La Madonna, il cui nome tanto spesso lui aveva bestemmiato, lo stava chiamando, proprio lui, proprio lì davanti a quella chiesetta in cui non aveva mai messo piede e mai si sarebbe sognato di entrarci.

Dopo questo episodio, l’uomo iniziò a sentire una forte devozione verso quella chiesa, tanto che da quel momento non solo imparò la strada per entrarci, ma divenne assiduo anche nella preghiera e domandò al parroco di poter andare ogni giorno a tenere curato l’oratorio di Ca’ de Staoli, dal quale non mancarono mai fiori freschi e attenzioni.

In foto, alcuni particolari della chiesa e del complesso architettonico, un matrimonio celebrato nel 1969 e l'ultimo celebrato a Ca' de Staoli nel 2003

Michela Garatti


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commenti


Matteo sarzi Amade

28 settembre 2024 21:04

Grande soddisfazione personale

Michele de Crecchio

29 settembre 2024 00:22

Sollevando la pietra sicuramente si dovrebbe accedere ad un deposito di ossa. Quando insegnavo alla scuola geometri, tre miei allievi, furono arrestati (e finirono sul giornale locale) per essere riusciti ad entrare nella cripta della chiesa di San Sigismondo. Non è improbabile che da tali cripte si dipartissero in antico dei passaggi sotterraneo utili per raggiungere, in caso di pericolo, o per altri scopi particolari, edifici o località più distanti. Pare che dalla cripta di San Sigismondo si potesse raggiungere quella di Santa Maria del Campo. In genere tali passaggi sono oggi interrotti per crolli o per evitare intrusioni non gradite. Personalmente ho potuto vedere solo un passaggio sotterraneo che dal cortile della casa Frazzi di via dei Mille si dirige verso Sant'Ilario. Tale passaggio è oggi interrotto, dopo una ventina di metri, da una muratura di realizzazione presumibilmente abbastanza recente.