Consegnate alla Sovrintendenza le chiavi di Villa Verdi finalmente di proprietà dello Stato. Presto i lavori di ripristino del parco
Si potrebbe dire: tanto rumore per nulla. Dopo un’attesa infruttuosa la mattina, nel pomeriggio finalmente i funzionari del Demanio (Luciana Scrivano), della soprintendenza ABAP di Parma e Piacenza (Maria Luisa Laddago) e il custode giudiziario di Villa Verdi (Roberto Montecchi) si sono incontrati, quasi surrettiziamente, davanti al cancello di Villa Verdi per espletare le formalità legate all’ingresso in proprietà da parte della Soprintendenza ABAP di Parma e Piacenza in nome del ministero per i beni culturali. La soprintendente ha rassicurato sul fatto che quanto prima inizieranno i lavori più urgenti di risistemazione della villa e del parco, per i quali sono già stanziati 370.000 Euro, mentre il sindaco di Villanova sull’Arda, Romano Freddi, ha auspicato che il ministero provveda, non solo a ultimare i lavori di recupero e restauro di Villa Sant’Agata, dopo oltre un anno di totale abbandono, ma che quanto prima si provveda a rendere di nuovo fruibile il monumento verdiano, creando un ente capace di gestire e conservare la villa.
«Tutto questo – ha sottolineato Freddi – conservando un ruolo primario per il nostro comune». Anche Alessandra Toscani, in rappresentanza del comitato “Verdi, la sua epoca, la sua terra» ha rimarcato la soddisfazione nel vedere Villa Sant’Agata in proprietà dello Stato, ma ha ribadito che dalla villa del Maestro dovrà partire un progetto di riqualificazione e sviluppo per tutto il territorio verdiano: da Piacenza a Busseto, a Villanova, a Cortemaggiore, a Parma e a Cremona. Varcato il cancello, i funzionari, senza lasciar entrare nessuno (nemmeno, con loro evidente disappunto i legali dei proprietari Fabio Mezzadri e Gianantonio Belli) hanno effettuato un sopralluogo all’interno di Villa Verdi, per verificare lo stato dell’edificio e dei beni contenuti, per poi redigere il verbale di consegna ed effettuare la vera e propria consegna delle chiavi nella mani della soprintendente Laddago.
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