26 febbraio 2021

Coronavirus, nuovo stop all'allevamento di visoni di Capralba Speranza rinnova la sospensione dell'attività fino al 31 dicembre

Il ministro della Salute Roberto Speranza ha rinnovato fino al 31 dicembre prossimo la sospensione dell'attività di allevamento dei visoni che era stata stabilita con un’ordinanza nel novembre scorso e che sarebbe scaduta il 28 febbraio. Tra i sei allevamenti di visoni ancora presenti in Italia vi è quello di Capralba, in cui vi è stato un focolaio che comportato l'abbattimento di tutti gli oltre 26.000 visoni (riproduttori compresi). Il secondo focolaio è stato rilevato a gennaio nell'allevamento di Villa del Conte (PD) e attualmente sotto sequestro per ulteriori accertamenti, nonostante siano già state rilevate positività negli animali sia a test virologici che sierologici.

La decisione è stata assunta come misura precauzionale al fine di evitare ulteriori rischi di diffusione del coronavirus tra i visoni allevati per la produzione di pellicce e, quindi, come misura anti-Covid19 a tutela della salute pubblica. Nei 6 allevamenti ancora presenti in Italia resteranno dunque i soli riproduttori (indicativamente 7.000 visoni), che non potranno essere utilizzati per l'avvio del nuovo ciclo produttivo; è stata così bloccata, per la prima volta in Italia, la fase degli accoppiamenti prevista nel mese di marzo e che, tra aprile e maggio, avrebbe comportato la nascita di circa 35.000 cuccioli di visone poi destinati ad essere uccisi per diventare pellicce, dopo 8-9 mesi trascorsi nelle minuscole gabbie di rete metallica di questi allevamenti intensivi.

«L'interruzione delle riproduzioni dei visoni è una decisione positiva che va ad accogliere parzialmente le richieste della LAV che da sempre, e a maggiore ragione durante la pandemia di coronavirus e visti i casi di diffusione negli allevamenti che per primi abbiamo denunciato mesi fa, continua a chiedere il divieto permanente dell'allevamento di animali per la produzione di pellicce – commenta Simone Pavesi, Responsabile Lav Area Moda Animal Free – Grazie alle nostre pressioni, supportate dalla maggioranza degli italiani, abbiamo risparmiato enormi sofferenze a migliaia di animali, 35mila solo quest'anno, e continueremo a batterci per fare diventare questo divieto definitivo. Continueremo a lottare per allineare l'Italia agli altri Paesi europei che, anche in epoca pre-Covid19, hanno messo al bando questi allevamenti sulla base di motivazioni etiche e scientifiche, viste le palesi gravi privazioni a cui sono sottoposti gli animali».

Studiosi come i professori Crisanti, Pregliasco e Decaro avevano sottoscritto nei giorni scorsi un documento tecnico e un appello diffuso dalla Lav. Oltre a quello di Capralba in Lombardia è presente un altro allevamento a Calvagese della Riviera, in provincia Brescia. Gli altri sono: 2 in Emilia Romagna (Galeata in provincia di Forli Cesena e Ravenna), 1 in Veneto (Villa del Conte, Padova), 1 in Abruzzo (Castel di Sangro, L'Aquila).


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