26 settembre 2025

Corteverdi, l'isola verde nel cuore della città richiama grande interesse da parte dei musicisti che scelgono di abitare a Cremona. Appartamenti, giardini pensili e un omaggio al progettista Vagnetti

Tra il grigio del cielo nuvoloso e qualche nebbiolina mattutina e l'autunno che spoglia gli alberi, un'isola di verde si è accesa nel cuore di Cremona, con il giardino del nuovo complesso di Corteverdi che è stato ultimato con la posa del prato e degli ultimi dettagli del verde che caratterizza prepotentemente questo angolo che da ex stabile della Banca d'Italia è diventato un complesso residenziale di pregio, con i suoi 15 appartamenti (con metrature dai 130 metri quadrati a salire) e i due attici di grande pregio che hanno come denominatore comune la presenza di piante e arbusti che corrono lungo le fioriere che corrono lungo logge e terrazze interne, ma anche nel giardino con il morbido prato verde e gli arbusti che garantiscono fioriture in tutte le stagioni.

Un progetto ambizioso e di grande impatto visivo, firmato dall'archistar milanese Stefano Boeri su incarico del committente Findonati, che ha previsto di mettere a dimora quasi 3mila piante di diverso tipo, sia essenze ad alto fusto come carpini a spalliera, siepi di tasso e cespugli di vario genere, ma anche una cascata di varietà fiorenti e ricadenti a comporre una suggestiva quinta che arricchisce la struttura architettonica e rende ancora più elegante il complesso abitativo. Oggi gli appartamenti sono quasi del tutto completati ed, essendo Cremona la città della musica, molti sono stati acquistati proprio da musicisti e liutai, attratti anche dalle manifestazioni in programma come Mondo Musica che proprio oggi ha aperto i battenti. 

Per rendere omaggio al progettista del palazzo, l'architetto romano Luigi Vagnetti, nei due androni di ingresso degli appartamenti (su corso Vittorio Emanuele e via Boldori), sono state realizzate le stampe in gigantografia dei bozzetti originali del progetto presentato nel 1957 e che avrebbe poi visto l'inaugurazione della nuova sede della Banca d'Italia il 24 ottobre del 1960, dopo una lunga sequenza di vicissitudini progettuali e di discussioni con il Comune (leggi qui la storia completa). L'immobile rimase di proprietà della Banca d'Italia fino al 2009, anno da cui è rimasto abbandonato fino all'avvio del progetto di rigenerazione che, oltre agli aspetti estetici di grandissimo pregio, prevede anche soluzioni di alta efficienza energetica, come l'impianto fotovoltaico da 50 Kilowatt (realizzato con una particolare struttura in color cotto per azzerare l'impatto sul piano architettonico), i serramenti ad altissime prestazioni, impianto di riscaldamento e raffrescamento a pavimento; inoltre per la cura e amnutenzione del verde è stata realizzata una vasca di raccolta delle acque piovane e, in caso di necessità, anche un pozzo privato che ipermetterà quindi di non far ricorso alla rete idrica pubblica.

E' così tornato vivo e vitale anche questo gioiello dell'architettura cremonese, oggi in una veste nuova e più moderna, che però non ha snaturato la struttura storica ma anzi, l'ha saputa arricchire con spunti nuovi e di prestigio, a partire da questo pregevole verde che lo caratterizza, non solo nel nome, ma nella sua essenza più profonda.

Michela Garatti


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