Cremona al 5° posto in Italia per numero di studenti stranieri: una fotografia tra dati, classifiche e dibattito sullo Ius Scholae. Ecco la situazione a pochi giorni dall'inizio dell'anno scolastico
Due studenti su dieci a Cremona sono cittadini stranieri. Oltre il 20% della popolazione scolastica di Cremona e provincia infatti non ha la cittadinanza italiana.
Lo confermano i dati relativi all'anno scolastico 2022 - 2023, emessi dal Ministero dell'istuzione e del merito, che ha stilato la 'classifica' dei 10 capoluoghi di provincia con la maggiore incidenza di alunni stranieri e che vede al primo posto Prato, con il 28%, seguita da Piacenza (25,2%), Parma (21,3%), Mantova (21,1%) e quindi Cremona, con il 20,7% di studenti stranieri nelle classi.
Se invece guardiamo al numero di studenti con cittadinanza straniera ma nati in Italia, la nostra città guadagna il 3° posto della classifica, con una percentuale che arriva al 15%. Un rapporto importante, che indica come nei prossimi anni saranno sempre di più gli studenti nati in Italia e figli di genitori stranieri rispetto al numero degli studenti stranieri nati all'estero e giunti poi nel nostro Paese.
E non è un dato che ci sorprende, dal momento che negli ultimi 20 anni almeno stiamo registrando come la popolazione di Cremona sia rimasta numericamente stabile soprattutto grazie agli stranieri e al fatto che l'aumento della popolazione nelle fasce più giovani sia appunto quella dei residenti non italiani (leggi qui tutti i dati demografici). Una tendenza che ricalca il trend nazionale, che vede la maggiore concentrazione di alunni con cittadinanza non italiana proprio tra i bambini delle scuole dell’infanzia, dove la percentuale raggiunge l’81%.
Una situazione su cui è corretto fare riflessioni strutturali e programmatiche perchè è proprio la scuola l'ambiente dove bambini, ragazzi e giovani vivono la loro quotidianità e imparano la convivenza ed il confronto con gli altri.
"Negli anni la scuola è diventata lo spazio principale di incontro tra studenti con provenienze diverse e, seppure spesso con pochi mezzi, oggi rappresenta la principale palestra di cittadinanza" commenta Save the Children, che da tempo chiede che vengano riviste le procedure per l'assegnazione della cittadinanza italiana per i ragazzi nati nel nostro Paese. E non per niente anche la politica in questi giorni sta mettendo sul tavolo il tema dello Ius Scholae, che prevede che la cittadinanza italiana da parte del minore straniero, nato in Italia o che vi abbia fatto ingresso entro il compimento del dodicesimo anno di età e che risieda legalmente in Italia, qualora abbia frequentato regolarmente, un determinato ciclo di studi.
Oltre duecento sono i paesi di provenienza che nel 44% dei casi sono all'interno dell'Europa; la concentrazione maggiore di alunni con passaporto straniero la troviamo al nord (65,2%), dove sono Lombardia, Emilia, Piemonte, Liguria e Friuli le regioni nella top ten della classifica, mentre Centro (23,3%) e Sud (11,5%) seguono con percentuali più ridotte, nonstante sia proprio Prato la città in testa alla graduatoria.
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