Cremona, Crema e 8 comuni del Cremonese perderanno le reti del gas. Operazione impostata da A2A in agosto, subito dopo aver preso tutta Lgh
Ulteriori conferme alla notizia pubblicata questa mattina da Cremona Sera (qui l'articolo): A2A ha messo in vendita la gestione delle reti del gas di Cremona e Crema. Nel “pacchetto” rientra la gestione delle reti del gas al servizio di svariati comuni del Cremonese, come Gabbioneta-Binanuova, Genivolta, Grontardo, Ostiano, Pescarolo ed Uniti, Pessina Cremonese, Pozzaglio ed Uniti, Torre de’ Picenardi.
Della notizia si è occupato il 2 dicembre anche Quotidiano Energia. “A2A estende esclusiva con Ardian (società di investimento con sede in Francia; ndr) a marzo e valuta offerte per reti gas. La cordata Ascopiave/Acea/Iren in pole per gli asset nella distribuzione”: questo il titolo dell’articolo pubblicato il 2 dicembre. “Il progetto di partnership con Ardian - annota il quotidiano - e la gara per cedere le reti gas “non core” (ossia non strategiche; ndr) sono stati ieri al centro del Cda di A2A. Sotto il primo profilo, è stato deciso di estendere il periodo di esclusiva dal 31 dicembre 2021 al 31 marzo 2022”.
La notizia non fa che confermare quanto emerso già questa estate, in agosto, pochi mesi dopo che il Consiglio Comunale di Cremona ha deliberato la cessione del restante 49% di Linea Group ad A2A (la votazione del Consiglio è della fine di maggio 2021). Tradotto: A2a, appena preso il controllo su tutta Linea Group, ha cominciato a fare (legittimamente) i suoi conti decidendo quali “assets” cedere e quali no. E tra quelli considerati cedibili ("non core", ossia non strategici) rientrano le reti gas di Cremona e Crema.
A ripercorrere la vicenda è l’online Utilitalia, che l’11 agosto 2021 titolava: “Le reti A2A fanno gola ai big. Italgas, Ascopiave, Iren e Acea - si legge nell’articolo - interessate agli asset della multiutility lombarda In vendita gli atem di Unareti, escluse Milano e Brescia”.
“Le grandi utilities - prosegue l’online - sono pronte a darsi battaglia per le reti del gas (extra Milano e Brescia) che A2A ha deciso di mettere in vendita. Secondo quanto appreso da MF-Milano Finanza, alla finestra vi sarebbe infatti già un nutrito numero di operatori interessati a entrare in possesso degli asset della multiutility dei Comuni di Milano e Brescia, tra cui spiccherebbero in particolare Ascopiave, Iren e Acea, oltre Italgas, le cui intenzioni di partecipare al processo competitivo erano state esternate dall' amministratore delegato Paolo Gallo in occasione della presentazione dei conti del primo semestre”.
“Nella regione di riferimento - osservava Utilitalia -, la Lombardia, oltre le province di Milano e Brescia (escluse dal processo), la multiutility guidata dal ceo Renato Mazzoncini è presente nella distribuzione gas nella provincia di Bergamo (in cui serve 9 Comuni su 326), Cremona (8 su 233), Lodi (3 su 62) e Pavia (7 su 277)”.
La via della cessione degli assets, annota Utilitalia, è “Una strada che richiede, evidentemente, anche il ripensamento del perimetro del gruppo con la cessione di asset ritenuti minoritari, proprio come questi atem, in cui la collocazione del gruppo risulta abbastanza marginale, rispetto invece alle aree di Milano e Brescia, quelle di riferimento per il gruppo. Inoltre, la municipalizzata non è nuova alla rivisitazione della strategia nelle reti di distribuzione del gas. Già a fine gennaio 2020, per esempio, A2A aveva finalizzato l' accordo stretto con Italgas per la cessione a quest' ultima le attività di distribuzione del gas naturale gestite in sette comuni appartenenti all' ambito territoriale minimo (atem) Alessandria 4, cedendo a sua volta le attività di teleriscaldamento gestite nel comune di Cologno Monzese (Milano)”.
Ora, alla luce di quanto emerso pochi giorni fa, quel processo di vendita sembra essere arrivato a compimento, al punto che si è deciso di estendere il periodo di esclusiva dal 31 dicembre 2021 al 31 marzo 2022.
Il territorio cremonese, a seguito di un’operazione finita sotto la lente della Corte dei Conti, sta dunque per perdere i primi “pezzi”. A scanso di equivoci, delle sue future mosse A2A ha parlato in un documento trasmesso a Cremona il 4 maggio 2021, dunque quasi un mese prima della delibera del Consiglio Comunale attraverso la quale si è dato l'ok alla cessione del restante 49% delle quote. Nel documento A2A parla espressamente delle "Linee Guida del tavolo di lavoro 'Assetto societario del gruppo LGH post fusione in A2A". E' tutto nero su bianco ed è tutto arrivato per tempo. La domanda è: qualcuno, tra amministratori e consiglieri, ha letto con attenzione quelle carte? Ha compreso cosa aveva in mente A2A?
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commenti
Ferruccio Rizzi
6 dicembre 2021 12:04
La domanda è: ma le reti erano proprio disponibili o facevano parte del patrimonio indisponibile di demanio pubblico , quindi non vendibili, ma solo da dare in concessione o meglio in affido? Il patrimonio legato ai servizi primari è dei cittadini quindi inalienabile. Leggetevi la costituzione
Pasquino
7 dicembre 2021 00:04
Ma chi amministra Cremona ? Non sapevano neppure leggere o erano colpevolmente d'accordo ? Grazie sindaco grazie PD !!!
Pierpiero
7 dicembre 2021 07:47
Quindi gli amministratori cremonesi sapevano o quantomeno potevano sapere.
Incapaci? Indolenti? Collusi?
Alle indagini l'ardua sentenza.
Agli elettori le prossime decisioni sulla continuità, o meno, di certe amministrazioni.