20 settembre 2024

Don Lorenzo, parroco di San Bernardino a Crema: “Nessun Lounge Bar alla moda a Villa Martini”. Ma poi, se anche fosse?

Nei giorni scorsi è stata diffusa una lettera riguardante la vendita della villa Martini da parte della parrocchia di San Bernardino. Vendita di cui si è discusso nelle ultime riunioni del Consiglio di Unità Pastorale. 

La lettera in questione riporta alcune informazioni riservate ed errate per cui sento il dovere di intervenire e precisare.

La villa è chiusa da tantissimi anni e lentamente è deperita; è stata dichiarata inagibile dodici anni fa e s’è dovuto recentemente smontare la lanterna presente sulla copertura, in quanto gravava sulle strutture sottostanti che non erano più idonee a sostenerla. Si è anche provveduto a posizionare una copertura provvisoria per salvaguardare i piani sottostanti, con un intervento economico non indifferente, sostenuto dalla parrocchia. Il tutto è stato fatto in accordo con la Sovrintendenza che più volte è venuta a visionare la villa storica, rilasciando i necessari permessi.

Ora, finalmente, dopo aver resa pubblica l’intenzione di vendita, ho trovato un acquirente a seguito di numerosi interessamenti andati a vuoto.

L’imprenditore acquirente ha manifestato un grande interesse verso la struttura deperita, con la volontà di riqualificarla e valorizzare questa parte del quartiere già caratterizzata da altre strutture abbandonate. La notizia che voglia fare della villa una sala ricevimenti o un lounge bar-ristorante alla moda appare attualmente infondata, come è già stato comunicato al Consiglio dell’unità Pastorale. Nemmeno interferirà con le attività dell’oratorio limitrofo. 

Capisco che possa dispiacere la decisione di vendere anche una parte limitata di verde, perché l’acquirente possa creare un giardino attorno alla villa ristrutturata. Il che è naturale per un edificio del genere. Comunque si tratta di una porzione del verde che viene attualmente usata una sola volta all’anno nel periodo del grest. Ne resta comunque disponibile ancora un’ampia parte che consente di svolgere tutte le attività oratoriane. 

La lettera citata entra anche in merito al costo della vendita della villa. Costo che è stato concordato con la Curia diocesana che ha dato il suo benestare ed è stato discusso e approvato, dopo notevoli confronti, anche dal Consiglio degli Affari Economici Parocchiale. Il che significa che il prezzo è adeguato alle attuali condizioni disastrose dell’edificio. Non si tratta quindi “decisioni economiche avventate – come leggo nella lettera – e fatte passare sulla testa dei fedeli”. 

"Personalmente ho condotto l’operazione non a titolo personale, ma con l’avvallo del Consiglio Pastorale – con qualche naturale distinguo – che ha dato il definitivo ok nell’ultimo incontro, conferendomi il mandato di procedere. 

Sono comunque sempre disponibile all’incontro, al dialogo, al confronto con gioia! Pur che si affronti ogni questione con responsabilità e correttezza con la voglia di costruire e fare comunità! L’operazione del restauro della chiesina della Pietà lo dimostra ampiamente”.

Così scrisse don Lorenzo Roncali, parroco (del Fare) dell’Unità pastorale San Giovanni Paolo II, compresa la parrocchia di San Bernardino Fuori le Mura,  di Crema. Detto ciò, Villa Martini, in vendita, ha un acquirente e chi compra, può fare ciò che vuole dell’immobile che acquista, rispettando tutto e tutti, no? Troppi immobili a Crema e nel Granducato del Tortello cadono in rovina. Se qualcuno ha tempo, soldi e idee per recuperarli dal degrado, ben venga, no? 

Stefano Mauri


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commenti


Gianni

21 settembre 2024 23:39

Del resto la banca dello IOR, calvi e licio Gelli, avranno pur insegnato qualcosa no?!

Manuel

22 settembre 2024 07:45

L’Italia è una miniera di opere d’arte, testimonianze ed edifici storici: lo sappiamo tutti. Dalla caduta dell’impero romano l’anarchia, la tresca, l’arrangiarsi quotidiano, hanno contraddistinto le abitudini e lo spirito della penisola.
Se non vogliamo perdere anche Villa Martini (es. recenti: Obizza di Bottaiano, Villa Fraganeschi di Villarocca, Villa Ghiottone a Casanova d’Offredi, etc.), dobbiamo scendere a patti con la proprietà privata e dunque, a mio avviso, purché vengano pedissequamente osservati i dettami la Soprintendenza, per me ci potrebbe prosperare pure un postribolo (esagerando, considerata la vicinanza all’oratorio), ma la curia ha deciso bene... se aspettiamo Stato, regione, comune...