Donne promotrici di diritti. Tanta gente al convegno. "La fatica di imporsi a livello professionale". "E quei testi dei rapper che andrebbero censurati"
Nel pomeriggio di oggi si è tenuto il convegno dal titolo “Donne promotrici di diritti – avvocate, politiche, giustizia e modernità”, relatrici l’Avv. Antonietta Denicolò Gigliotti e la Dott.ssa Francesca Scopelliti. Un appuntamento organizzato dal Comitato per le Pari Opportunità dell’Ordine Avvocati di Cremona nella suggestiva cornice della Sala del Consiglio – Fondazione Città di Cremona.
Un pomeriggio con il pubblico e l’attenzione delle grandi occasioni. Cremona si è resa protagonista di un importante momento culturale e di grande riflessione sulla figura della donna moderna. Comprendere il passato, riconoscere i traguardi che con grande coraggio sono stati raggiunti da figure femminili anche pagandone il prezzo con la vita e ciò che è fondamentale visualizzare per affrontare il presente.
Il valore umano ed il curriculum d’eccellenza di queste due donne straordinarie hanno fatto porre l’accenno sull’essenza dell’essere umano, sul valore della sostanza come massima espressione dell’individuo. Due figure femminili in trincea. Attraverso l’esempio delle battaglie combattute a livello personale hanno raggiunto con fatica importanti livelli professionali. Duro impegno ed un’instancabile tenacia le parole d’ordine che le contraddistinguono ed allo stesso tempo le uniscono. Loro sono riuscite a fare la differenza, provocatoriamente, visti i tempi, verrebbe da dire pur essendo donne.
Ha aperto i lavori l’Avv. Antonietta Denicolò Gigliotti, avvocato penalista, già delegato come membro della Giunta Nazionale dell’Unione Camera Italiana Penale Italiana degli Osservatori Pari Opportunità, Carcere, Informazione e Giustizia, che subito cattura l’attenzione della sala facendo una premessa: “Non parlerò mai di avvocata ma utilizzerò il termine avvocato, l’Avvocatura è una professione esercitata da uomini e donne, la professione non ha sesso, so di essere controcorrente, ma la professione è davvero un qualcosa che nella vita mi ha dato moltissimo e la rispetto. Il tema base è la donna come portatrice di diritti che ha conquistato ed ancora lotta per la parità di genere. Un problema che nasce molto da lontano. La “supremazia” maschile, in cui l’uomo si appropria dei valori che la donna gli aveva insegnato, risale ai miti dell’antica Grecia – spiega – le donne vengono rappresentate come ammaliatrici e causa di rovina per l’uomo, pensate alle sirene, oppure maghe come Circe contrapposte alla donna di casa silenziosa come invece è Penelope. Anche le antiche romane, soprattutto in epoca augustea, sono rappresentate come fonte di peccato, seppure nel I secolo a.C. potremmo trovare un primo embrionale esempio di avvocato donna che fu costretta a difendersi da un sopruso maschile. Seguono secoli di grande silenzio per arrivare al Medioevo in cui le donne provano a ragione, iniziano a studiare le erbe per curare, tentano di far sentire la loro voce ed ecco che diventano streghe da mandare al rogo e tali rimarranno fino al 1500 per trovare una donna come Giustina Rocca, il primo avvocato al mondo riconosciuto e che riuscì a farsi pagare. Impossibile non citare Lidia Poet, prima donna ad entrare nell’ordine degli avvocati in Italia; Lidia Furlan, la prima penalista d’Italia, un salto nel tempo ci porta a Tina Lagostena Bassi, avvocato e politica italiana, conosciuta come “l’avvocato delle donne” per il suo instancabile impegno in difesa dei diritti femminili. Numerose sono le figure femminili che si sono adoperate per la parità, purtroppo, oggi, alcune sentenze hanno dimostrato un passo indietro”.
La relatrice chiude il suo coinvolgente excursus cronologico con un’analisi dei dati sulla professione dell’avvocatura, nello specifico, di come una professione in passato vista come prettamente maschile oggi veda il 47,7% delle donne investite della toga. Sul banco degli imputati, però, preoccupa la differenza salariale tra uomini e donne e su questo punto l’Avv. Denicolò Gigliotti rimarca: “Una parte di responsabilità va anche attribuita a noi donne. Dobbiamo impegnarci per non essere viste solo come dei sostituti nei maxiprocessi, conquistiamoci a tuttotondo i nostri ruoli sulla base delle nostre fatiche e non per la presenza dettata da quote rosa”.
La parola passa alla Dott.ssa Francesca Scopelliti, giornalista, Senatrice della Repubblica, Segretario della Presidenza del Senato, Presidente Fondazione Internazionale per la Giustizia Enzo Tortora, una importante testimonianza di una battaglia che già voleva Enzo Tortora. “Dove eravamo rimasti? Desidero utilizzare questa frase di Enzo Tortora in apertura, per sottolineare il tema della giustizia giusta ed è un processo complicato, il dove siamo rimasti ci lascia ancora con punto interrogativo, Enzo Tortora fu assolto, la sua vita da uomo libero durò poco, poi non accadde più nulla nonostante il grande impegno di Marco Pannella. Non sono una fanatica femminista, forse, sarebbe doveroso rivedere come oggi questo termine venga utilizzato – sottolinea – non sono per le donne ad ogni costo ma sono per le donne nel posto giusto. Essendo tra i grandi elettori proposi per la candidatura “Un uomo giusto al Quirinale” la figura di Emma Bonino come Presidente della Repubblica, credo abbiamo perso un’occasione d’oro anche per colpa di noi donne. In quell’occasione il parterre di donne si accontentò di femminilizzare i nomi. Un qualcosa di molto lontano dalla figura dell’attivista Rosa Parks, madre del movimento dei diritti civili americani. Penso alle suffragette inglese ed americane, oppure Frida Kahlo, per fare alcuni esempi. Fa riflettere come grandi donne del passato vengano dimenticate lasciando spazio alle influencer che rappresentano un qualcosa di molto lontano rispetto a quelle donne che hanno sfidato l’impossibile per avere rispetto e parità. Se da un lato la legge ha concesso passi in avanti molto ancora c’è da fare, un report del Global Gender Gap, introdotto dal forum economico mondiale nel 2006, mostra che servirebbero 134 anni per colmare il gap dell’Italia, l’Italia è all’ottantesimo posto.
Altra osservazione la meritano i testi di alcuni rapper, sono irrispettosi e mi stupisco di come le ragazze vadano ai loro concerti, la società si fa culla di messaggi che dovrebbero essere censurati. Oggi guardo a donne come Margaret Thatcher, Angela Merkel, “Le streghe di Bucha” in Ucraina, Giorgia Meloni e non possiamo dimenticare quanta strada è stata fatta per arrivare a ricoprire ruoli così di rilievo, non diamo nulla per scontato, questo per esempio non lo è per le donne Iraniane e Afghane, siate affamati di speranza e portatori sani di diritti”.
Ha moderato l’incontro e fatto gli onori di casa l’Avv. Monica Poli, Consigliera Comitato Pari opportunità Ordine Avvocati di Cremona, ponendo già dalle prime battute l’accento sulle discriminazioni di genere, sul come abbattere queste discriminazioni per raggiungere una società inclusiva dove la parità tra i generi possa diventare un dato consolidato.
Sono seguiti i saluti del Dott. Giuseppe Foderaro, presidente di Fondazione Città di Cremona, del Sindaco di Cremona Andrea Virgilio, che ha rimarcato l’importanza di un momento di riflessione proprio sulla crudeltà della violenza e di come il concetto di male, già in passato, ha dimostrato come ha intriso il tessuto sociale in modo negativo, sfociando in un concetto di vendetta giustizialista. Probabilmente la figura femminile ha avuto un ruolo centrale anche nel riequilibrare il senso di rispetto e giustizia, sottolinea: “Siamo in un contesto di riforma della giustizia e parte della responsabilità è anche da attribuire alla politica. Su vari temi si avverte l’esigenza di un approccio meno muscolare ma più basato sull’ascolto”. Segue l’intervento dell’Avv. Cristina Pugnoli, Consigliera di Parità per la Provincia di Cremona, che evidenzia quanto spesso anche le donne si vedono come vittime di vessazioni: “Questo è uno spaccato della nostra società – osserva – noi donne siamo vittime di una cultura che ci vede poco più di angeli del focolare, in realtà siamo portatrici di valore a tutta la comunità”. La parola passa all’Avv. Micol Parati, Presidente Camera Penale di Cremona che coglie l’occasione per spronare le donne a mettersi in gioco senza timore, a darsi da fare con coraggio perché la strada da percorrere per la parità è ancora lunga e difficile. Prende poi il microfono l’Avv. Giulia Zambelloni, Presidente Camera Civile di Cremona, che non nasconde il suo dispiacere nel verificare di dover lottare in continuazione per far rispettare i diritti e le capacità professionali, viene da scrivere, nonostante l’appartenenza al genere femminile. “Eppure – sottolinea l’Avv. Zambelloni – il fatto che una donna ricopra un ruolo apicale fa ancora notizia, vorrei che fosse normale”. Chiude i saluti l’Avv. Alessio Romanelli, Presidente del Consiglio Ordine Avvocati di Cremona, che pone il focus del suo intervento sull’importanza del ruolo degli avvocati, non solo all’interno delle aule dei tribunali, ma anche sulla necessità che la professione forense possa essere il tramite per promuovere iniziative culturali per favorire una diffusione di idee in cui la donna possa essere sempre più un tramite.
Nascere dalla parte fortunata del mondo ci permette di concludere che molta strada è stata fatta, non senza pagarne un caro prezzo, il passato merita rispetto, a noi il compito di prendercene cura, a noi il compito di non essere osservatori silenti in un mondo che molto ha ancora da crescere in tema di rispetto umano.
Le interviste alle relatrici dell'incontro nel video
© RIPRODUZIONE RISERVATA
commenti