18 gennaio 2023

Dopo l’allarme in Toscana, arriva anche sul Po la pianta altamente infestante “Poligono del Giappone”. Contrasto alle specie invasive inserito nel progetto di rinaturazione

Dopo l’allarme dei giorni scorsi lanciato da ANBI sulla presenza in Toscana, lungo il fiume Arno, del cosiddetto “poligono del Giappone”, ovvero la Reynoutria japonica, una tipologia di vegetazione infestante ed altamente invasiva, a seguito di un monitoraggio di AIPo, arriva la conferma che la pianta si trova ormai in maniera diffusa lungo tutto il bacino idrografico del fiume Po. Questa specie dannosa rende anche meno stabili le sponde fluviali minacciandone, alla lunga, il consolidamento e, al contempo, è assai difficile da estirpare: accade, infatti, che gli sfalci debbano essere sospesi perché, anziché risolvere la criticità, rischiano di propagare ulteriormente la presenza di questa pianta nelle aree limitrofe. Per far fronte a questa problematica sempre più incombente , il contrasto efficace nei confronti delle specie aliene è stato inserito come tra i principali obiettivi del progetto di “Rinaturazione dell’area del fiume Po” che, tra le sue mission, annovera la salvaguardia della biodiversità, mediante l’attivazione degli stessi processi naturali e ripristinando l’ambiente fluviale per l’uso consapevole e maggiormente sostenibile delle risorse idriche, mitigando così, grazie ad azioni di prevenzione e adattamento, l’avanzare del rischio idrogeologico progressivo.


© RIPRODUZIONE RISERVATA




commenti


Manuel

18 gennaio 2023 19:11

Sempre per favorire l’uso consapevole delle risorse idriche, contrastare il rischio idrogeologico, salvaguardare la biodiversità, un manipolo di volenterosi uomini, tra operai, campari, ingegneri, etc., si è fatto coraggio ed ha cancellato completamente uno habitat strutturato e resiliente come il filare di salici che accompagnava il tratto di colatore Morta a poca distanza dalla ciclabile del Bosco, impreziosito pure da garzaia. Giusto per valorizzare ulteriormente la prodiga operazione, come le finalità paesistico/naturali, ruspe, bulldozer e ragni, sono stati scatenati all’interno del parco Po-Morbasco... e, forse, non s’e’ ancora esaurita la loro forza propulsiva ed incalzante (meno male): via tutte ‘ste testimonianze vintage di un passato démodé quanto ingombrante... ma le acque continuano a scorrere limpidissime.
L’amministrazione comunale, pare sappia nulla, mentre tra le menti pulsanti, ispiratrici del progetto, mi si dice vi sia l’AIPO (?!): ohibò, un conflitto filosofico/neuronale? Prossimamente ulteriori sviluppi.