13 maggio 2022

Dopo l'assoluzione, Fontana pronto alla ricandidatura in Regione mentre Calenda rilancia come possibile sfidante il cremonese Cottarelli

Il proscioglimento di oggi dall’inchiesta sul caso dei camici (qui l'articolo) riporta in pista il governatore Attilio Fontana in vista delle elezioni regionali del 2023. Lo ha già lasciato intendere, per nulla velatamente, Matteo Salvini, che a fronte del proscioglimento ha dichiarato: “dopo mesi di fango e bugie sono stati restituiti onore e dignità ad Attilio Fontana, alla Lega, alla Regione e a tutti i cittadini lombardi. Siamo ancora più determinati a lavorare per il bene del territorio e aspettiamo le scuse di tutti quegli esponenti di sinistra che per troppo tempo hanno insultato e oltraggiato una persona perbene, la Lega e le istituzioni lombarde”.

E se sul fronte del centrodestra si rafforza così l’ipotesi di una ricandidatura di Fontana, è notizia di un paio di giorni fa che una possibile corsa dell’economista cremonese Carlo Cottarelli sarebbe ben vista anche dal segretario di Azione, Carlo Calenda, che per le regionali del prossimo anno punta ad una coalizione di centrosinistra "purché non ci siano i Cinque Stelle". 

Circa l’ipotesi di primarie, il segretario di Azione ha commentato: “secondo me le primarie non servono assolutamente a niente tranne che a far vedere che si fanno le primarie. Normalmente quando si iniziano le primarie si sa già chi vincerà. Quindi secondo me ci possiamo pure risparmiare questo sforzo e magari lavorare su altro". Ed ecco, alla domanda se l’altro su cui lavorare possa corrispondere al nome di Cottarelli, che Calenda ha risposto: “tipo Cottarelli”.

Il nome dell’economista cremonese, lo ricordiamo, è emerso nelle scorse settimane, quando lo stesso, ospite del programma “Un giorno da Pecora” su Rai Radio1 ha dichiarato: “Io candidato governatore Lombardia? Se me lo chiedessero insistendo ci penserei riflettendo. E' sempre importante avere un ruolo pubblico, ma poi ci dovrei pensare per bene”.

Va anche ricordato, tuttavia, che sempre nei giorni scorsi da Mantova è stato rilanciato con forza il rumor secondo il quale per la sfida al centrodestra il nome ci sarebbe già e sarebbe quello di Bruno Tabacci, già al vertice del Pirellone dall’87 all’89 e parlamentare nella circoscrizione Mantova-Cremona nel ’92. 

Un fatto è certo: il proscioglimento di oggi da un lato ha rafforzato l’ipotesi di una nuova corsa di Fontana per la Regione, dall’altro ha innescato dure reazioni dai partiti di opposizione.

5 STELLE - Per Nicola Di Marco (M5S): “In alcun caso la decisione del Giudice avrebbe modificato il giudizio politico sull’inadeguatezza mostrata da Fontana e dal centrodestra tutto durante il corso della pandemia e, più in generale, durante l’intero mandato. Ora anche il centrodestra e Salvini dovranno tornare a credere nel loro governatore, permettendogli di ricandidarsi e misurarsi con il giudizio dei cittadini lombardi ai quali adesso spetta scrivere la sentenza su questa stagione politica”.

PD - Per il segretario regionale del Pd Vinicio Peluffo e per il capogruppo in Regione, Fabio Pizzul, “Il proscioglimento di Fontana non ne cancella l’inadeguatezza. La vicenda giudiziaria si chiude qui, non così quella politica, sulla quale rimane il nostro giudizio nettamente negativo che ci aveva portato a presentare in Aula la mozione di sfiducia. Fontana ha mentito ai lombardi, cercando di nascondere un pasticcio dai contorni molto imbarazzanti, basti pensare al bonifico compensativo dal conto svizzero. Per noi Fontana non era adeguato prima e non lo è ora, tantomeno lo sarà domani se la Lega e il centrodestra decideranno di ricandidarlo”.


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