29 marzo 2021

E' morto il professor Gianluigi Colalucci restaurò la Cappella Sistina, a Cremona guidò i restauri di S.Rita e del convento di Santa Monica

A 92 anni è morto il professor Gianluigi Colalucci, colui che ha effettuato il restauro del secolo alla Cappella Sistina. Colalucci era un amico di Cremona. Attraverso Giovanni Arvedi aveva scoperto la nostra città. A lui la Fondazione Arvedi Buschini aveva affidato il restauro della chiesa di Santa Rita con il ciclo di Giulio Campi. Ne è uscito un recupero straordinario. “Il professor Colalucci – disse Giovanni Arvedi al termine dei lavori – ha affrontato con grande prudenza il recupero, a volte disperato, di quanto era rimasto dopo anni di abbandono e di degrado. Il tutto è avvenuto con grande professionalità e con straordinaria sensibilità artistica e religiosa. Questo suo approccio così semplice, competente e, nello stesso tempo, ispirato da profondi convincimenti cristiani ha reso il tutto più facile e stimolante”. Colalucci ha fatto risplendere lo straordinario ciclo pittorico della piccola chiesa che era offuscato da una coltre nera della polvere e del fumo delle candele e riproponendo la decorazione originale delle pareti che una pesante decorazione ottocentesca nascondeva alla vista la cromaticità originale.

“Il primo, più antico e il più costante problema della chiesa delle Sante Margherita e Pelagia è stato dato dall'acqua. - raccontò il professor Colalucci al termine del restauro – Acqua di risalita che ha ammalorato tutti i muri perimetrali e quelli interni, e con essi gli affreschi e i finti marmi. Acqua piovana che ha danneggiato gli affreschi della volta e della cupola. Inoltre, nelle ore più fredde dei mesi più umidi dell'anno e con le temperature più basse, si è formata acqua di condensa su molte superfici. La decorazione interna era mortificata da una pesante patina nera di polveri grasse e depositi carboniosi dovuti al fumo delle candele e dello smog”. Ma il restauro riportò a Cremona questo gioiello senza tempo non solo conservandolo e restituendogli il suo valore estetico, recuperandolo anche nella sua forma originale sia pure con i segni indelebili della storia e del tempo passato.

Ma Gianluigi Colalucci ha anche curato il restauro degli affreschi e degli spazi storici del convento di Santa Monica diventati campus dell'Università Cattolica. Prezioso è stato il suo lavoro nell’ex chiesa di Santa Monica, interamente affrescata e recuperata. Riportata a splendere, in particolare, la volta della navata principale, tra cui spicca la santa Monica in Gloria, opera del pittore fiammingo Robert De Longe che la realizzò alla fine del Seicento. Nell’affresco della volta, la Santa si libra nel cielo su una nuvola scura attorniata da una corona di angeli, vestita degli abiti monacali agostiniani e con le mani congiunte in preghiera. E poi gli straordinari dipinti del '500 nell'ex Refettorio.

Il giorno di Santa Lucia del 2019 il professor Colalucci, presentato dal Sovrintendente Gabriele Barucca, ha tenuto una lezione nella sala Puerari del nostro Museo. Tema dell'incontro, in una sala stracolma di giovani, fu il restauro del secolo, quello della Cappella Sistina durato ben 12 anni. Fu un'occasione straordinaria per Cremona, che incontrò uno dei grandi protagonisti della cultura artistica italiana e mondiale. Il racconto di Colalucci volò via come un romanzo. Ha raccontato le sue esitazioni, i suoi timori, le sue preoccupazione al cospetto con l'affresco più noto ed ammirato al mondo, poi il primo passaggio timido con un fazzoletto di carta sulla volta che si impregnò di nerofumo ma che gli rivelò come una semplice pulitura avrebbe riportato l'opera al colore voluto da Michelangelo (chiaro, brillante, quasi plastico come fosse una scultura e non un dipinto). Colalucci raccontò il lungo cammino del restauro avvenuto sotto le telecamere della Televisione giapponese che aveva pagato, in cambio dell'esclusiva delle riprese, 4,2 milioni di dollari, quasi il costo totale del restauro. Colpì tutti la spiegazione del perchè Michelangelo riusciva a rendere tridimensionale il dipinto: utilizzava la messa a fuoco del punto centrale, sistema usato secoli più tardi con i dagherrotipi e la fotografia. “Michelangelo usava il pennello come uno scalpello e viceversa, - disse Colalucci - cioè era un pittore che dipingeva come uno scultore e uno scultore che scolpiva come un pittore".

Mario Silla


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commenti


Michele de Crecchio

29 marzo 2021 21:55

Ricordo le polemiche universali che si scatenarono quando il risultato del suo lavoro sul capolavoro di Michelangelo fu reso di pubblico dominio. Credo però che avesse proprio ragione lui.

Anna Maramotti

31 marzo 2021 10:06

Ai dettagliati e puntuali riferimenti debbo aggiungere che, in occasione della conferenza in sala Puerari, erano presenti, oltre al Direttore Prof. Claudio Vela assieme a numerosi colleghi, gli studenti del Dipartimento. Faccio presente che il corso di Beni Culturali, oltre ad insegnamenti storici, si avvale anche di competenze scientifiche.