Ecco il tetto dell'attico sulla ex Banca d'Italia con tutta la copertura in pannelli fotovoltaici per rendere autonomo l'edificio dal punto di vista energetico. Il progetto dell'architetto Boeri
Ecco quel che accade sul Palazzo "Corte Verdi", l'ex palazzo della Banca d'Italia in piazza Stradivari. E' una risposta alla domanda che pongono molti cremonesi per capire quel che accade dietro l'impalcatura e la velatura del palazzo. Ci vorrà fino alla fine di quest'anno per mostrare l'intervento in tutta la sua bellezza ma il drone di Riccardo Rizzi Maverick ci fa vedere lo straordinario lavoro in corso sul tetto dell'edificio che si sta trasformando da sede della Banca d'Italia in una delle residenze più esclusive di Cremona, sia per qualità dell'intervento (a firma dello Studio Boeri Architetti di Milano) che per la straordinaria posizione tra via Verdi, via Boldori e corso Vittorio Emanuele e la grande vista sul palazzo Comunale, Torrazzo e Cattedrale con il color mattone dominante che ha dato il titolo di "Cremona la rossa" alla città descritta dallo scrittore Corrado Stajano e a cui anche la facciata del palazzo si richiama.
Come mostrano le immagini l'altezza dell'edificio visto dal basso non cambia ma il progetto ha previsto un piano in più sulle terrazze tutto coperto di pannelli fotovoltaici per coprire interamente il fabbisogno energetico dell'edificio, senza alterare la cromìa del centro storico della città ii cui il palazzo si trova. Dei cinque piani fuori terra, quattro saranno adibiti a residenza, mentre nel seminterrato e nell’interrato, ci saranno box e parcheggi. Gli ingressi pedonali saranno 3, su Via Boldori, su Corso Vittorio Emanuele II e su Via G. Verdi. La corte sarà un’ampia superficie verde. Un sistema di vasi lineari continui, apposite fioriere e vasche integrate alla facciata, assicura a ogni soluzione abitativa uno spazio verde ricco di arbusti e rampicanti, in armoniosa continuità con la nuova corte verde internaL’originario rivestimento esterno, in lastre di grandi dimensioni di pietra rosa, viene impreziosito attraverso serramenti mentre le facciate interne si arricchiscono di logge e terrazze. Sulla facciata interna vi saranno poi arbusti e arrampicanti. Saranno oltre mille i metri quadrati di verde. Il Palazzo Corte Verdi sarà dotato di un innovativo sistema di recupero delle acque piovane per l’irrigazione che permette la gestione delle ampie aree verdi salvaguardando consumi e risorse. Insomma buon gusto, ecologia, posizione, rispetto dei vincoli del centro alla fine si dovrebbero sposare perfettamente in questo primo intervento dell'architetto Stefano Boeri nella nostra città.
Il Palazzo tornerà così a vivere dopo 15 anni di abbandono. Ma anche la sua costruzione fu alquanto difficoltosa e piena di polemiche: pensate ci vollero ben 6 anni per costruire il palazzone in marmo rosso tra numerose controversie in città. Gli uffici della Banca d'Italia aprirono nella nuova sede il 24 ottobre 1960. Fu uno dei progetti più discussi e controversi, rimasto a lungo bloccato, che si inseriva nel rifacimento complessivo di piazza Cavour, che si sarebbe concluso qualche anno dopo. Nel settembre 1959 il palazzo era ormai terminato e restavano da sistemare solo i marciapiedi posti di fronte che, seguendo le indicazioni del piano regolatore, avrebbero comportato un notevole restringimento della strada. Quello realizzato è il secondo dei due progetti presentati: il primo, approvato dalla commissione artistico edilizia nell'aprile del 1956 dopo due anni di studi, prevedeva una costruzione di cinque piani, con un porticato a tre arcate rivolto su piazza Cavour, ed un rivestimento in marmo rosso di Verona, ma era stato bocciato dal Soprintendente veronese Pietro Gazzola, che aveva richiesto di realizzare un piano in meno. L'architetto romano Luigi Vagnetti aveva allora presentato un nuovo progetto con un piano in meno, approvato dalla commissione solo con 4 voti favorevoli e 3 astenuti, ottenendo che la facciata, anzichè in mattoni come richiesto dalla Soprintendenza, fosse realizzata in marmo (leggi qui la storia della controversia)
Il palazzo "Corte Verdi" gioca sul nome che richiama alla scelta "green" della ristrutturazione ma anche vuole essere un omaggio al grande musicista perchè la costruzione è sulla via a lui dedicata (fin dal 1919) dove c'era, tra l'altro l'Albergo del Cappello che accoglieva il maestro nelle sue frequenti visite a Cremona
Le foto con il drone sono di Riccardo Rizzi Maverick
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