Ed ecco migliaia di piccoli ragni neri muoversi sulle ragnatele volanti ("i capelli d'angelo") che hanno invaso le nostre campagne
Sta facendo parecchio discutere il fenomeno delle “ragnatele volanti”, dette anche “capelli d’angelo” che, da qualche settimana, si stanno venendo in particolare abbondanza un po’ in tutta la pianura padana. Cremonasera.it è stato tra i primi ad occuparsi, già da giorni, dalla vicenda che sta scatenando numerose prese di posizione e, soprattutto, sta facendo impazzire i social. Ci sono quelli che sostengono che, in queste proporzioni, mai prima d’ora sia stato osservato questo fenomeno e chi ricorda che si tratta di un fatto del tutto naturale che, di questi tempi, si ripete da sempre. Le campagne della nostra pianura stanno evidenziando una vera e propria “invasione” con intere aree ricoperte da questi filamenti che, in effetti, sono davvero ragnatele. Su questo singolare fenomeno si sono diffuse, nel tempo, le più svariate interpretazioni che vanno dall’attribuzione ai fenomeni Ufo a modelli di bioingegneria per il controllo del clima ed altro ancora. Si tratta in realtà, come già scritto, del fenomeno del balloning, un modo di spostarsi nell'aria utilizzato da diversi ragni e da altre specie di insetti, già attestato in Italia da secoli. Soltanto nell’area della Pianura Padana il fatto è sempre uguale e si ripete ogni anno, in questo periodo, da secoli. Le prime cronache risalgono addirittura al 1500. Si tratta di ragnatele dalle caratteristiche eccezionali per resistenza chiamate “draglie” prodotte dai ragni nelle grandi pianure del Nord Europa e confini, alle quali affidano le loro uova ai fini della diffusione della specie (diffusione anemofila). Incontrando l’ambiente idoneo le uova si schiudono riproducendo la specie. I ragni, come noto, secernono il filamento, che non è altro che seta, in modo da essere trasportati dalle correnti e migrare. Inoltre in questa stagione, come i contadini sanno bene, tutti i campi vengono ricoperti da queste ragnatele. Nella Bassa, in questi giorni, il fenomeno è molto più evidente, visibile ed intenso perche, nelle aree allagate, i ragni di fatto “fuggono” utilizzando questa sorta di paracadute e partono in balia del vento. Sull’argomento è intervenuto, come già riportato da Cremonasera.it, Davide Persico, docente universitario a Parma ed esperto naturalista rimarcando che “Una mattina del lontano 1832, il giovane naturalista Charles Darwin, affacciandosi sul ponte del Beagle mentre solcava i mari dell’emisfero australe, notò che tutte le superfici della nave, attorno a sé, erano ricoperte da una fitta coltre di ragnatele. Gli artefici di quell’opera erano migliaia di piccoli ragni, ben distinguibili sulla tela. La nave, in quei giorni, era a circa 60 miglia dalla costa argentina…" Un fenomeno simile si sta manifestando nella bassa proprio in questi giorni ed incrementa soprattutto nelle fasi di allagamento della golena. Come molte altre specie – ricorda il professor Persico - anche i ragni rifuggono dall’acqua di esondazione e sfruttano la tecnica del ballooning proprio per mettersi in salvo più in fretta. Questa tecnica prevede il rilascio di fili di ragnatela dalle ghiandole dell’addome che, rimanendo attaccati al ragno e separati tra loro, culminano in un groviglio con funzione di vela. In balia del vento, ma anche di campi elettromagnetici che i ragni sanno percepire e sfruttare, questi esemplari prendono il volo percorrendo anche decine se non centinaia di chilometri. Per sfruttare al meglio il vento, correnti ascensionali e campi elettromagnetici di potenziale favorevole, i ragni si arrampicano su alberi, cespugli e ogni altro punto rialzato prima di spiccare un efficace volo. Così, le ragnatele, lunghissime e spesso fitte, che ospitano centinaia di individui decollano e atterrano creando grovigli e coperture sulla vegetazione ma anche su ostacoli antropici. Tutto ciò è stato osservato e provato sia sperimentalmente che fotograficamente. In molti parlano anche di ragnatele chimiche “teorizzando” azioni climalteranti o di controllo della popolazione umana, ma sono illazioni prevedibili di fenotipi influenzabili e assuefatti da fantasocial complottisti. Se fossi un ragno viaggiatore mi arrabbierei pure se vedessi la mia fatica confusa con bojate distopiche”. Sull’argomento, tuttavia, le opinioni continuano a dividersi e c’è chi sostiene che si tratti di un risultato delle cosiddette scie chimiche o dell’inquinamento, c’è chi parla di dai microchip e chi di geoingegneria. Pur nel più assoluto rispetto delle opinioni di tutti, e ricordando ai lettori che il compito degli organi d’informazione è quello di fare cronaca senza prendere posizioni preconcette, ecco che Cremonasera.it ha portato il suo “obiettivo” ad ingrandire queste ragnatele, o “capelli d’angelo” ed in effetti si vedono migliaia di piccoli ragni neri muoversi sulle ragnatele con cui hanno ricoperto, ancora una volta, i campi della nostra pianura dando vita ad un paesaggio fiabesco e particolare, avvolto da grandi teli bianchi. Un paesaggio capace ovviamente di attirare gli obiettivi di fotografi e fotoamatori. Per il resto, per quanto riguarda spiegazioni ed interpretazioni, ognuno tenga legittimamente la sua ricordando sempre che il confronto, quando costruttivo, è sempre un bene per tutti.
Eremita del Po
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