Galimberti e il Pd, storia di un amore mai sbocciato L'ascesa di Stefania Bonaldi e le prossime scadenze elettorali
Erano in molti a sperare di replicare il modello Gori a Bergamo, Del Bono a Brescia, Ricci a Pesaro: sindaci popolari divenuti a tutti gli effetti “uomini del Pd”. Ma tra Gianluca Galimberti e il Pd cremonese la scintilla non scocca. Anzi, tra i democratici c’è chi non esita a parlare di “amore mai sbocciato”. E lui, il sindaco, si approccia alla boa di metà del secondo e ultimo mandato senza tessere in tasca e senza un partito alle spalle che possa fornirgli l’abbrivio per Roma, destinazione elezioni politiche, dove al primo cittadino – non è un mistero – piacerebbe ritagliarsi uno strapuntino una volta chiusa l’esperienza amministrativa.
Allo stato attuale le premesse non sembrano incoraggianti, quantomeno sondando la galassia democratica locale, dove una buona parte di militanti ed esponenti di spicco lamenta uno “scollamento” tra il partito e il sindaco. Una sorta di fiacchezza non solo sul piano personale, ma anche su quello dell’azione di governo, tanto che l’impressione dominante (anche in più d’un corridoio di Palazzo Comunale) è quella di un sindaco che sembra aver tirato i remi in barca. Un sindaco poco presente e, paradossalmente, accentratore. Arroccato a Palazzo e poco incline a dialogare con un Pd che sconta a sua volta un calo vitaminico nell'azione di indirizzo propulsore dell’amministrazione.
D’altra parte, le spie del malcontento ancora ammiccano, a partire dalla tormentata vicenda Cauzzi-Ponchielli fino alla correlata uscita di Laura Bencivenga dal gruppo consiliare. Senza contare il surplus di stress causato dall’affaire Fiera di Cremona.
Dice bene Matteo Piloni, consigliere regionale per il Pd, sebbene la sua analisi sia a tutto tondo e non incentrata sulla città: “Il partito affronta una certa stanchezza dovuta soprattutto alla pandemia e all’impatto che ha avuto sull’attività e sui contatti diretti tra gli iscritti. Ma adesso la pandemia non può essere una giustificazione per non affrontare i problemi, dobbiamo ragionare sulle nostre priorità e tornare a marciare”. Province come Cremona, aggiunge Piloni, “fanno ancora più fatica a portare a casa il risultato che meritano. La vicenda della Fiera è solo l’ultimo episodio che ci dice che dobbiamo fare squadra. Parlo di tutto il territorio, non solo del Pd”.
Vero. Ma resta quell’amore mai sbocciato e quel malcontento nemmeno troppo celato verso un sindaco giudicato eccessivamente “superstar” nei rapporti con la maggioranza e poco incisivo sul fronte operativo. “Parte della base non è contenta, inutile negarlo – confida un esponente di primo piano del Pd cremonese –. Gianluca ha tirato i remi in barca e a parte le cose già programmate si è arroccato a Palazzo. In più di una riunione è stato detto che il Pd deve riprendere il giusto peso per presentarsi alle prossime scadenze elettorali. Occorre riacquistare autorevolezza e non restare appiattiti sul sindaco”.
Considerazione largamente condivisa tra i democratici e certamente non banale, quest’ultima. L’impressione è quella di un primo cittadino/primadonna e un Pd poco presente, lontano dalle percentuali di un tempo, ma, soprattutto, da quel ruolo guida che rendeva la cifra dei partiti di massa d’antan.
Interessante, in proposito, la lettura del segretario cittadino, Luca Burgazzi, che non si sottrae alle domande sullo “stato di salute” del suo partito, pur non avallando la narrativa di un Galimberti in navigazione solitaria su acque piatte. “La pandemia ha influito in modo preponderante sull’attività del partito – dice Burgazzi –, portando con sé difficoltà legate all’impossibilità di incontrarci. Questo anche perché l’approccio agli strumenti informatici è difficile per alcuni dei nostri militanti. La cosa positiva è che, con l’arrivo di Letta, registriamo la voglia di tornare a far politica e paradossalmente, visti i limiti attuali, la voglia di tornare a dire la propria. Anche per questo, senza voler arrivare al modello Rousseau, siamo più propensi verso forme di partecipazione diretta degli iscritti anche in modalità virtuale”.
Quanto al sindaco, incalza Burgazzi, “non direi che c’è uno scollamento. Il Pd rimane l’asse portante dell’amministrazione, le decisioni sono condivise e il partito tiene insieme la maggioranza. Non vedo un Galimberti ‘superstar’: certo ognuno ha il suo ruolo e il sindaco ha la sua autonomia”. “Non rinnego – aggiunge però il segretario cittadino – la necessità di avere un Pd più forte, ma questo non si misura nel prendere le distanze da Galimberti. E se qualcuno pensa che il sindaco abbia tirato i remi in barca sbaglia perché se in un primo momento si è dovuta fronteggiare una situazione straordinaria come la pandemia, adesso si stanno gettando i semi di alcune progettualità importanti”.
Ad esempio? “La partita legata all’Università e agli accordi con aziende e imprese, poi la valorizzazione per il rilancio della città attraverso i bandi. Penso al quartiere Po, ma anche alla rigenerazione di San Felice e alla prospettiva sul centro storico. Infine il capitolo legato al sistema museale, altro obiettivo importante”. Si sta insomma lavorando, conclude Burgazzi, “su temi di più ampio respiro, come l’operazione sul piano energetico 2030 e la progettazione economica su temi di attualità come la cosiddetta transizione ecologica. Temi che emergeranno pienamente, ne sono sicuro”.
IL FRONTE PROVINCIALE – E se in città, al di là delle rassicurazioni di Burgazzi il Pd resta alle prese con la necessità di un recupero di spessore e col non facile dialogo con il primo cittadino, sul versante provinciale il quadro è forse un po’ più definito. “Il Pd risente delle vicende nazionali ma tutto sommato tiene – assicura Vittore Soldo, segretario provinciale –. Abbiamo avuto conferma di quasi il 100% delle tessere, anche se restano difficoltà su una parte del territorio, il casalasco, dove serve un presidio più stabile. Allo stesso modo, lavoriamo per far nascere un circondario dei comuni cintura di Cremona per essere più presenti in queste aree e tornare a fare politica ‘in presenza’, dopo la dura prova del Covid”.
In quest’ottica si lavora per salvare almeno le feste di partito principali, Cremona, Crema e Pandino, da sempre luoghi di confronto con la base. Sul piatto, però, anche un paio di carichi pesanti, oggetto della riunione della segreteria provinciale convocata (in video-conferenza) per venerdì 16 aprile: aggiornamento sulle partite strategiche e prossime scadenze elettorali.
“Anzitutto – spiega Soldo – la governance di Padania Acque, con la definizione del prossimo Cda una volta che sarà stato presentato il bilancio consuntivo (tra maggio e giugno). Poi la partita relativa alla mobilità, autostrada Cremona-Mantova da una parte e collegamenti ferroviari dall’altra”. Poi le scadenze elettorali… “Sì – conferma Soldo – in autunno vanno al voto diversi comuni tra cremasco, casalasco e ‘terre di mezzo’, con sfide importanti come Pizzighettone e Rivolta, ma anche Soresina e Castelleone”.
A Crema se ne parla nel 2022 e se l’uscente Stefania Bonaldi è considerata la vera “donna forte” del partito pronta a spiccare il salto in direzione Roma, un’altra donna, l’ex parlamentare Cinzia Fontana, è indicata come possibile candidata per il passaggio di testimone. “Ipotesi giornalistiche”, taglia corto Soldo, “allo stato attuale non c’è di più”.
Un quadro speculare a quello del capoluogo, dunque, perché se sul versante cremasco i rapporti tra il Pd e le sue esponenti di spicco appaiono solidi, sulla città resta l’immagine di un sindaco senza tessere, distante da un partito del cui appoggio avrà tuttavia bisogno qualora volesse tentare una volata che tutto potrà essere fuorché solitaria. Allo stato attuale sembra dire bene quell’esponente che parla di “amore mai sbocciato”. Ma in amore e in politica, si sa, tutto può accadere.
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commenti
Michele de Crecchio
14 aprile 2021 15:42
A mio modestissimo parere, il Sindaco ha certamente le sue colpe (purtroppo, per certe tematiche, non sembra nutrire sufficiente passione amministrativa), ma anche il PD e la sinistra presente in Consiglio dovrebbero "darsi una regolata", recuperando le tematiche e gli intendimenti, soprattutto in materia di gestione del territorio, che in passato li caratterizzavano. Congratulazioni a Centenari, il cui contributo spero che stimoli a risvegliare quel vero dibattito politico che a Cremona manca da molto tempo (e non certo per colpa della pandemia!).
mario dadda
14 aprile 2021 20:40
Come nella favola ....manca solo il bambino che dica che il re è nudo ! Complimenti a Federico Centenari per l'analisi oggettiva e intelligente .