13 luglio 2025

Grana Padano contro i dazi USA al 30%. Berni: “Atto di guerra, Trump diventa un nemico”. Dazi: Coldiretti, 30% colpo mortale per il cibo made in Italy

“Trump ha fissato i dazi al 30% sui prodotti dell’Unione Europea. La sua decisione equivale ad una vera dichiarazione di guerra economica. Quindi, da oggi l’Europa non può più considerarlo un competitor, ma così diventa un nemico”.
Duro e chiaro il commento di Stefano Berni, Direttore Generale del Consorzio Tutela Grana Padano, alla pubblicazione fatta dal presidente americano sul suo social “Truth” della lettera inviata alla presidente della Commissione Ue Ursula von der Leyen, in cui si annunciano dazi al 30% sulle merci provenienti dai Paesi europei. Le tariffe saranno imposte dal 1° agosto e non ammettono repliche: “Se adotterete misure di ritorsione, le aumenteremo”, scrive Trump nella lettera.
“É necessario ricordare a tutti che Grana Padano da tanti anni sta scontando un dazio storico che era del 15% nelle esportazioni verso gli Stati Uniti – sottolinea Berni – Una gabella che dopo i primi mesi di presidenza Trump, è salita al 25% che quindi oggi incide per quasi 6 dollari al kg.
Per il Direttore Generale del Consorzio Grana Padano, ad una prima stima “il dazio ora salirebbe a circa 10 dollari al chilogrammo di Grana Padano. Ma gli importatori e i distributori americani mettono in vendita al consumatore il Grana Padano moltiplicando per 2 il prezzo di partenza e tutti i costi logistici che hanno negli USA. Ciò vuol dire che oggi lo pongono in vendita poco sotto i 40€ al kg; ma con un ulteriore dazio aggiuntivo del 30% che quindi porterà quello totale al 45%, il prezzo al consumo supererà ampiamente i 50 dollari al chilogrammo”.
È pesantissimo quindi Il quadro che si profila per la filiera del formaggio DOP più consumato nel mondo che ha negli Usa il suo terzo mercato mondiale con oltre 220 mila forme esportate nel 2024. “Con un tale dazio saranno ovviamente ridotti i nostri consumi negli Stati Uniti – conclude Berni – E questo drammatico errore sarà anche un danno per il consumatore americano che comunque consumerà, anche se di meno, grana padano, tanto che negli anni i consumatori USA ci hanno premiato con una continua crescita del consumo. Ma contro l’Europa Trump ha compiuto un autentico e pesante atto di guerra, condotto con miope tracotanza e che rischia di sconvolgere anche gli equilibri geopolitici generali. É evidente che gli europei così perdono un paese amico”.
Il Direttore Generale del Consorzio Grana Padano si appella alle istituzioni e alla politica. “Trump è un tycoon volubile e aggressivo. Speriamo Giorgia Meloni gli faccia fare alcuni passi indietro sfruttando la sua volubilità. Ma se le cose rimanessero così per noi, gli Stati Uniti diventeranno un paese molto difficile finché verrà governato da questo Trump

I dazi al 30% annunciati dal presidente Usa Donald Trump sui prodotti europei potrebbero costare alle famiglie statunitensi e all'agroalimentare italiano oltre  2,3 miliardi di euro. E' quanto emerge da una stima Coldiretti, effettuata sulla base dell'impatto per le filiere nazionali già sperimentato in occasione delle tariffe aggiuntive imposte dal tycoon nel suo primo mandato, che aveva portato a un calo delle vendite a doppia cifra per i prodotti colpiti. L'impatto in termini di prezzi maggiorati per i consumatori americani si tradurrebbe inevitabilmente in ricadute anche sulle aziende italiane, vista la richiesta di "sconti" da parte degli importatori riscontrata nelle scorse settimane. La diminuzione dei consumi porta inevitabilmente a prodotto invenduto per le imprese tricolori, costrette a dover cercare nuovi mercati. Il tutto senza dimenticare il pericolo falsi, con gli Stati Uniti primo produttore mondiale di falso cibo Made in Italy. L'eventuale scomparsa di molti prodotti italiani dagli scaffali rappresenterebbe un assist per la già fiorente industria del tarocco, stimata in un valore di 40 miliardi. 
Al danno immediato in termini di un probabile calo delle esportazioni andrebbe ad aggiungersi quello causato dalla mancata crescita, con il cibo Made in Italy in Usa che quest'anno puntava a superare il traguardo dei 9 miliardi di euro, dopo aver raggiunto lo scorso anno il valore record di 7,8 miliardi di euro, grazie a un incremento delle vendite del 17% rispetto al 2023, secondo l'analisi Coldiretti su dati Istat. 

A pesare è anche il fatto che le nuove tariffe aggiuntive andrebbero a sommarsi a quelle già esistenti, penalizzando in particolar modo alcune filiere cardine, a partire da quelle già sottoposte a dazio. Con il dazio al 30%, le tariffe aggiuntive per alcuni prodotti simbolo del Made in Italy arriverebbero al 45% per i formaggi, al 35% per i vini, al 42% per il pomodoro trasformato, al 36% per la pasta farcita e al 42% per marmellate e confetture omogeneizzate, secondo una proiezione Coldiretti.

"Imporre dazi al 30% sui prodotti agroalimentari europei – e quindi italiani – sarebbe un colpo durissimo all'economia reale, alle imprese agricole che lavorano ogni giorno per portare qualità e identità nel mondo, ma anche ai consumatori americani, che verrebbero privati di prodotti autentici o costretti a pagarli molto di più oltre ad alimentare il fenomeno dell'italian sounding - afferma il presidente di Coldiretti Ettore Prandini - Purtroppo non possiamo che constatare, laddove dovessero essere confermati i dazi il 1 agosto, il totale fallimento della politica esercitata dalla Von der Leyen a danno dei settori produttivi e delle future generazioni. La Presidente deve spendersi per una soluzione vera, come non ha ancora fatto. In un momento delicatissimo per gli equilibri geopolitici ed economici globali, colpisce la totale assenza di coraggio e di visione strategica da parte dell'Europa. Mentre il mondo si riarma, le filiere si ricompongono e le grandi potenze investono nel rafforzamento della propria sovranità alimentare ed energetica, Bruxelles pensa a tagliare risorse proprio ai settori produttivi più strategici come l'agricoltura e dell'economia reale".

"Dopo la decisione europea di aumentare il proprio contributo alla Nato per superare quello degli Stati Uniti - afferma il segretario generale di Coldiretti Vincenzo Gesmundo - la scelta americana di colpire il nostro agroalimentare con dazi punitivi appare profondamente ingiusta e del tutto asimmetrica. Non si può chiedere all'Europa maggiore responsabilità strategica e poi penalizzarla economicamente sul commercio. Serve uno scatto di lucidità da parte di tutti: ci auguriamo che un supplemento di razionalità, non solo diplomatica, riporti la discussione sul terreno del buon senso e dell'equilibrio tra alleati".


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commenti


Manuel

13 luglio 2025 15:32

Avevo anticipato mesi e mesi fa quanto sarebbe successo e non ci voleva un genio.
L’economia più potente del pianeta (Europa) con la politica più debole del globo (Merkel a parte).
Gli Stati Uniti d’America hanno iniziato ad ostacolare, minacciare il nostro continente subito dopo la caduta il Muro di Berlino, ben consci il potenziale economico dell’UE e dell’Europa in toto.
Hanno minato il nostro commercio, ma anche le nostre istituzioni, il nostro modo di vivere e, da ultimo, ci hanno coinvolto nelle loro infinite guerre.
Con la vicenda ucraina ed il genocidio a Gaza, ci hanno costretti ad impegnarci economicamente e ci hanno ridicolizzati, inermi ed incapaci di obiettare qualcosa davanti ad un massacro quotidiano.
Non da ultimo, hanno fatto saltare il Nord Stream!
Meloni traccheggia da almeno un anno, sperando di saltare sul carro del vincitore, senza però prospettive di certezza. Fa il solito nostro giochino del ruffiano, dell’arlecchino servitore di due padroni, sperando di fregare tutti gli altri e salvare il suo deretano. L’ennesima strategia attendista potrebbe comunque funzionare (per un po’), considerato il personaggio al di là dell’Atlantico: tutte le mattine, dopo la sveglia ne spara una (anche più di una) e magari è l’opposto del giorno prima.
Continuo a sottolineare: la tattica esasperata porta solo incertezza, aumenta i nemici e presuppone che gli altri governanti non s’accorgano li consideri stupidi.
Berni e Gesmundo hanno attraversato il Rubicone. Prandini si appella ai suoi fari politici (Meloni e Trump), ma la coperta è corta e l’economia americana, molto indebitata, non può sopportare ulteriormente la concorrenza dei suoi presunti alleati, dopo aver ceduto lo scettro del secondario ai cinesi (per non parlare degli emergenti).
Se l’economia di mercato è il massimo che l’uomo abbia escogitato per la Terra, un solo credo s’impone: a la guerre comme a la guerre!

Marco

14 luglio 2025 05:04

Trump diversamente da Putin usa l'economia e la ritorsione come arma.
Non lascia morti sul campo ma distrugge l'economia e la vita di milioni di persone.
Dall'alto della sua ricchezza e arroganza pensa di potere essere il padrone del mondo.
Non credo che una guerra commerciale giovi né agli Stati Uniti quanto alla singola Europa.
Adesso più che mai occorre ragionare in termini di "resto del mondo" contro il nuovo despota.
Questo choc economico ci porterà ad una recessione ma anche ad essere più consapevoli che i nostri prodotti vanno sostenuti ed acquistati sempre più sia da noi che nel resto del mondo
Questo se il governo riuscirà con l'aiuto di tutti gli schieramenti politici ad intervenire per calmierare prezzi ed inflazione e sostenere le aziende.
Solo.un gioco di squadra mondiale potrà opporsi a questo gioco al massacro.
Sarà possibile?
Io ho cominciato a boicottare i prodotti americani.
Poi bisogna capire come si comporteranno le multinazionali americane con le nostre aziende.