Ha riaperto i battenti la pasticceria Duomo di largo Boccaccino con la nuova società bresciana che ha rilevato il negozio dai Ghidelli
Ha riaperto stamattina, con i prodotti tradizionali e le nuove produzioni, la Pasticceria Duomo di largo Boccaccino, passata di mano ad una società bresciana, dopo la decisione della famiglia Ghidellli di cedere l’attività. Tra i progetti della nuova proprietà vi sarebbe il plateatico esterno (che finora la pasticceria non ha mai avuto) e l’allestimento di nuovi spazi interni che si affiancano alla storica sala da thè, e di una sala al piano superiore spostando altrove il laboratorio. La pasticceria Duomo è entrata nelle consuetudini dei cremonesi per quanto prodotto seguendo la tradizione cremonese: dalla torta Cremona alle lattughe o alle straordinarie frittelle alle mele o alla crema chantilly durante il carnevale, o ai pasticcini e alle torte della domenica, oltre i violini di torrone, la bàla de Zanèen e tanto altro. L’ambiente perfettamente conservato, vincolato dalla Soprintendenza, è stato realizzato dall’ebanista cremonese Luigi Guastalli (1845 -1917) col progetto di farne una elegante e moderna “patisserie” dotandola pure di un civettuolo salottino riservato alle signore per degustare, senza scandalo, un bicchierino di rosolio o per assaporare in amichevole conversazione, una tazza di cioccolata con i biscottini. Guastalli, che era un artigiano ricco di fantasia e di genialità che divenne, assai presto, uno dei più interessanti rappresentati del Liberty a Cremona, costruì mobili e suppellettili che si possono ancora ammirare nella pasticceria. Questa rappresentò una delle meraviglie del tempo; Guastalli raccontò, in seguito, come gli erano nate le idee che lo ispirarono nel progettare i mobili: per la pasticceria “Al Duomo” aveva pensato proprio al prodotto di maggior consumo, la cioccolata. In questo modo la bottega ha avuto i mobili color marrone scuro con specchiere e marmi. La pasticceria “Al Duomo” fu la prima in stile liberty, stile che il Guastalli continuò a praticare fino al 1908 quando si costruì un grande palazzo in corso Garibaldi 56 per l’esposizione dei suoi mobili.
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