I grandi risultati dei piccoli frutti rossi (more, mirtilli, lamponi e fragole) alla cascina sociale San Marco di Tidolo: il lavoro di ragazzi disabili di Fondazione Sospiro
Piccoli frutti che portano grandi risultati: mani incerte che pian piano diventano esperte ed insieme coltivano, oltre ad un frutteto, il progetto chiamato Cascina San Marco.
Siamo a Tidolo, frazione di Sospiro che conta un pugno di case o poco più nella campagna della bassa Cremonese; qui si trova un fabbricato che fino a pochi anni fa era un rudere e che invece oggi rappresenta un modello virtuoso (una case history come dicono ‘quelli bravi’) di impresa sociale agricola: Cascina San Marco.
Per capire meglio il potenziale di questa realtà è importante sottolineare che Cascina San Marco è la costola operativa di Fondazione Sospiro, centro residenziale di eccellenza che si occupa sia dell’area geriatrica che dell’area disabilità. Da qui, nel 2016, è nato il progetto divenuto realtà nel 2017.
I piccoli frutti rossi qui sono il trait d’union di un progetto che è stato pensato per dare un’opportunità di socializzazione e di inclusione ad alcuni dei ragazzi disabili ospiti di Fondazione Sospiro. More, mirtilli, lamponi, fragole sono le colture scelte per questo programma proprio perché la loro coltivazione e cura richiedono attività manuali di facile apprendimento ma di grandissimo valore socio-educativo, ossia in grado di portare risultati positivi in ambito medico, ma anche e soprattutto, di offrire un percorso efficace di inclusione sociale.
Ma i frutti rossi sono anche un qualcosa di distintivo, perché non sono una coltivazione tipica del nostro territorio ed anche questo ha aggiunto valore al progetto: creare un programma virtuoso ed innovativo sul piano dell’approccio clinico per arrivare ad un prodotto distintivo, ossia gustose marmellate, che vanno oltre la semplice confettura, ma hanno il sapore dell’inclusione e dell’integrazione.
Simone Zani, presidente di Cascina San Marco, ci racconta la giornata tipo di questi intraprendenti ragazzi coltivatori: «Sveglia presto e colazione in Fondazione, a cui segue necessariamente una valutazione terapeutica e clinica della persona, prima di partire col pulmino dell’istituto alla volta di Tidolo, dove i giovani si dedicano alle diverse attività» che seguono l’andamento della stagione, «I lavori da svolgere vengono naturalmente assegnati in funzione delle capacità che ciascuno di essi sa esprimere – prosegue Zani- Così c’è chi si occupa della manutenzione degli alberelli da frutto, della potatura, della legatura piuttosto che della coltivazione del terreno. Ognuno di questi ragazzi ha delle abilità ed i lavori che vengono loro proposti hanno proprio la funzione di incentivarle e svilupparle».
Un appuntamento di grande importanza e coinvolgimento è naturalmente la raccolta dei frutti, in estate: in questo momento si sommano i già citati benefici dell’attività manuale a quelli dell’attività di gruppo, che spesso si amplia con l’arrivo dei ragazzi del Grest che, una volta alla settimana, raggiungono Cascina San Marco e danno supporto ai giovani di Fondazione durante la raccolta.
«Collaboriamo da tempo con la parrocchia, i bambini e ragazzi del Grest hanno svolto diverse attività qui in Cascina San Marco -spiega ancora Zani- nei nostri progetti futuri inoltre c’è anche la volontà di aprire ad altre realtà esterne legate al mondo della disabilità, per portare altri giovani all’interno di questa esperienza»
Una volta raccolti i frutti rossi, si passa poi alla lavorazione nel laboratorio allestito direttamente in cascina, dove i ragazzi di Fondazione -supportati sempre dallo staff dei responsabili e degli educatori- li trasformano in gustose marmellate, confezionate ed etichettate dai giovani stessi.
«Le confetture poi vengono vendute direttamente presso Cascina San Marco, al bar interno di Fondazione Sospiro e presso una trentina di negozi ed esercizi sia in territorio di Cremona che al di fuori» racconta Zani, che spiega anche un nuovo tipo di iniziativa che sta prendendo piede: «Diverse coppie hanno scelto i nostri prodotti come bomboniere per il loro matrimonio, per altre cerimonie ed eventi oppure come strenne natalizie». Un pensiero che parla di bontà vera, sia come gusto del prodotto che come spirito che anima l’iniziativa, in grado di dare un sostegno sia economico che in termini di visibilità.
Come anticipato sopra, il progetto ‘Cascina San Marco, impresa agricola sociale’ nasce dal una proposta del Direttore del dipartimento Disabilità, il Dottor Serafino Corti, che nel 2016 presentò un progetto nel quale i ‘suoi’ ragazzi potessero essere integrati in un programma che li aiutasse nel loro percorso medico e clinico, offrendo però anche una forte occasione di integrazione ed inclusione .
Nel 2017, con l’aiuto di Fondazione Cariplo che sposò il progetto sostenendo economicamente Fondazione Sospiro, fu possibile iniziare i lavori in quel vecchio rustico diroccato, che di lì a poco sarebbe diventato una moderna cascina con annesso un frutteto di oltre 3.500 mq ed un laboratorio di trasformazione per la produzione di marmellate. Da allora sono passati 6 anni di lavoro, progetti, partnership, eventi e, soprattutto, soddisfazioni per chi ha creduto e sostenuto questa realtà
«Nel tempo abbiamo avuto la fortuna di incontrare tanti partner: da Fondazione Cariplo al circuito ‘Bambini delle Fate’, passando per le istituzioni e le associazioni locali ed un numero crescente di aziende ed imprese del territorio ed oltre- conclude Zani – Abbiamo anche promosso borse lavoro per i ragazzi più meritevoli ed aperto le porte ad attività di stage. Lo scorso anno abbiamo promosso due eventi: una cena di gala alla presenza delle istituzioni locali e provinciali, insieme al Rotary ed infine una cena per oltre 200 persone»
https://cascinasanmarcotidolo.it/
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