Il Monastero della Colomba era una meraviglia. Guardate le sei tavolette di Bonifacio Bembo che andranno in asta a Colonia
Sei splendide tavolette da soffitto provenienti dal Convento della Colomba di Cremona andranno all’asta da Lampertz di Colonia il prossimo 5 giugno. Hanno una stima che oscilla tra €.48.000 e €.55.000 e ci mostrano quale meraviglia doveva essere questo convento di cui ci siamo occupati in diversi articoli. Il soffitto dello studiolo della Badessa Francesca Bianca Sforza affrescato da Alessandro Pampurino si trova ora esposto al Victoria & Albert Museum di Londra, venduto dall’antiquario Bardini di Firenze e, insieme alle tavolette da soffitto dipinte da Bonifacio Bembo e bottega mostrano la bellezza e la ricchezza di questo convento. Si conoscono altre tavolette provenienti dal Convento della Colomba: tre sono conservate presso il Museo Berenziano del Seminario di Cremona recuperate durante il restauro della Casa di Nostra Signora, quattro presso il Musei Civici Galleria Parmeggiani di Reggio Emilia, altre sette furono trovate quasi abbandonate presso il Museo Pogliaghi di Varese; dopo un faticoso restauro, furono esposte alla Pinacoteca Ambrosiana nella mostra “I colori dei volti” del 2013. Altre tavolette dovrebbero essere conservate a Parigi, Ginevra e Milano.
Il Monastero della Colomba sorgeva nei pressi della Chiesa di San Pietro tra le vie Belvedere (ora Ettore Sacchi) e Via della Colomba. Si dice che prendesse il nome dal miracolo di due colombe profuse di luce che apparvero ai cremonesi durante la battaglia vinta contro i milanesi del 1213, altri (forse l’indicazione meno probabile) attribuiscono il nome ai precedenti possessori dell’area cioè il convento di Chiaravalle della Colomba, ma quasi sicuramente prese il nome da un precedente convento della Colomba che sorgeva fuori le mura della città e incorporato in questo convento. Venne costruito su interessamento di Bianca Maria Visconti che voleva riunire i conventi Del Boschetto, di Santa Monica e della Colomba (precedentemente fuori le mura) e affidato a Francesca Bianca Sforza, figlia illegittima di Francesco Sforza e quindi sorella di Ludovico il Moro.
Forse la dispersione delle tavolette avvenne dopo il 1860 e prima del 1900 quando Casa Maffi (così venne indicata dall’antiquario Bardini ) venne smembrata per la costruzioni di altri palazzi.
Luigi Silla
© RIPRODUZIONE RISERVATA
commenti