23 gennaio 2022

Il nuovo attracco sul Po fa discutere: l'aspetto estetico non convince e quello pratico attira critiche. Non era il caso di rilanciare la Lanca Livrini?

Con un forte ritardo sulla tabella di marcia, nei giorni scorsi sono terminati i lavori del nuovo attracco fluviale per imbarcazioni turistiche. Nei prossimi giorni, ha fatto sapere il sindaco Gianluca Galimberti, "partiranno le opere accessorie e poi il collaudo che è previsto verso la fine di febbraio. L’obiettivo è aprire l’attracco a marzo/aprile con l’affidamento ad un gestore". 

La struttura è lunga complessivamente 15 metri e larga 5 ed è dotata di un prefabbricato con servizi igienici e ufficio biglietteria. È prevista inoltre, spiega ancora il sindaco, "una tettoia per riparare i passeggeri delle barche dal sole e dalla pioggia e la struttura è fatta in modo da consentire l’accesso anche i diversamente abili. Verrà realizzato un vialetto pedonale per rendere più bello e fruibile il raggiungimento dell’attracco". 

Per il sindaco si tratta di una "infrastruttura importante che ci consente di incrementare ulteriormente l’offerta turistica con l’obiettivo di far restare di più i turisti in città e di incentivare il turismo slow. È un altro passo verso la riqualificazione del lungo Po, punto di rifermento per i cremonesi e tappa centrale della ciclovia VenTo".

Il progetto è stato realizzato con finanziamenti europei e regionali per 500mila euro, mentre il Comune ha investito 100mila euro. Ma se da un lato l'opera può essere utile per la città, non mancano le critiche sulla realizzazione. Tra i primi a intervenire, l'ex assessore all'Urbanistica Michele De Crecchio, che ha annotato: "Non posso proprio astenermi dal giudicare molto negativamente quanto vedo: orrenda la sistemazione della sponda (che forse si potrà rimediare) e inguardabile il baracchino con soprastante tettoia. Mi rifiuto di credere che la Sovrintendenza e la Commissione Paesaggio abbiano dato il loro assenso".

Alle osservazioni di De Crecchio ha replicato il vicesindaco Andrea Virgilio facendo presente che "i lavori sulla sponda sono stati eseguiti da Aipo, per quanto riguarda il cantiere dell’attracco, molto più limitato, è stato anticipato dalle necessarie autorizzazioni della Soprintendenza e dal parere della Commissione paesaggio".

Di qui la considerazione finale di De Crecchio: "Si tratta allora solo di verificare se quanto realizzato è conforme a quanto indicato nei progetti a suo tempo autorizzati e se anche l'orrendo baracchino sia stato autorizzato".

In linea col pensiero di De Crecchio è anche Pierluigi Torresani, volto noto nel mondo sportivo cremonese: "Sono d'accordo con l'architetto. Orribile il prefabbricato del nuovo attracco! Dovrebbe essere un segnale di bello e accogliente, in una zona nevralgica della sponda del fiume. Non un casottino da cantiere sperduto!".

 

Al di là dell'aspetto estetico del nuovo attracco, a sollevare perplessità in alcuni cittadini che frequentano abitualmente il Po sono però anche alcuni aspetti più "pratici". Commenta ad esempio in risposta al post del sindaco un "diportista navigatore del Po da sempre": "A Cremona manca un attracco pubblico per il diporto, è tutto monopolizzato da società private. Una persona che volesse varare anche solo una canoa o sbarcare a Cremona deve chiedere il permesso ad una "canottieri". Non esiste una gru o uno scivolo comunale per varare anche solo un gommoncino. Il mio sogno sarebbe un porticciolo comunale ricavato in una lanca (Livrini) con cinque zattere, uno scivolo, una gru, due docce e un baretto".

Gli fa eco un altro concittadino, che si definisce "uomo del Po": "Il primo attracco del 2008 in Largo Marinai d'Italia con rampa per disabili, mai usato, è stato smantellato. Il secondo attracco tra Mac e Gmc è andato perso con la piena 2016". "Ora - prosegue il concittadino - questo attracco posizionato in un punto tra le Canottieri dove escono gli amatori della voga e chi si allena in canoa e canottaggio" è esposto ad un "ulteriore moto ondoso". "Visto dalle foto - aggiunge - già fa ridere con una passerella che non si capisce quando il fiume calerà ancora dove verrà posizionata, forse sui sassi, già ora bisogna rotolare come i sassi per scenderla, un container per terremotati che è un pugno in un occhio nel contesto".

Senza contare un altro aspetto importante: la precedente struttura era servita da un ampio spiazzo nel quale posteggiare le auto, mentre per raggiungere il nuovo attracco è necessario lasciare l'auto molto più avanti e percorrere a piedi il tratto restante.

Il concittadino rende atto al sindaco delle "buone intenzioni per rilanciare il fiume", ma, aggiunge, "così proprio non va bene. Siamo in possesso di un porticciolo naturale come la lanca Livrini, forse era meglio rilanciare quello. Con 500.000 euro qualche lavoro si poteva cominciare a fare".

Insomma, ancora prima di essere collaudata, l'opera sta facendo discutere soprattutto chi il Po lo frequenta abitualmente, per lavoro o per passione e in effetti, osservando le foto scattate ieri, qualche dubbio sull'eccessiva pendenza della passerella (in particolare in caso di abbassamento del livello idrometrico) sorge legittimamente.

Nelle foto in alto, il nuovo attracco sul Po.


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commenti


Daniro

24 gennaio 2022 13:47

Era sicuramente preferibile mantenere l'attracco pubblico in fondo a via del Porto dove è sempre stato storicamente e dove è sicuramente più accessibile e funzionale. La sponda è stata ricostruita due anni fa e sarebbe bastato spostare l'aggancio delle passerelle sulla piattaforma della scarpata più vicina all'acqua. La lanca Livrini la lascerei stare, è un'area naturalistica che da un porto verrebbe distrutta essendo necessario scavare inerti per centinaia di metri per metterla in contatto permanente con il Fiume e verrebbe re-interrata alla prima piena.