Il trascinante debutto dei Quarta Bros ha aperto la decima edizione dello StradivariFestival. Questa sera, il Quartetto d'Archi della Scala e il pianista Giuseppe Albanese
Posti esauriti, spettatori in visibilio, cascata di note classiche e moderne, conosciute ma sempre nuove o inedite e affascinanti.
Lo StradivariFestival 2022 non poteva festeggiare meglio i suoi primi dieci anni di vita e successi. E questo grazie all'attesissimo concerto dei Quarta Bros, una coppia di artisti che non ha bisogno di presentazioni: i fratelli Quarta, Alessandro e Massimo. I due grandi violinisti salentini, legati dal sangue e dal talento ma divisi dai percorsi stilistici intrapresi in questi anni, hanno scelto, sabato sera, Cremona, l'Auditorium Arvedi del Museo del Violino e la prestigiosa rassegna diretta da Roberto Codazzi per suonare per la prima volta insieme.
Un debutto, il loro, come lo è stato la reunion di uno storico gruppo cameristico cremonese: l'ensemble Agon, fondato dal compianto Mauro Moruzzi, ricostituito dai figli Martino e Marco Mauro, formato da giovani musicisti ("Il più vecchio ha 27 anni", ha sottolineato Codazzi) provenienti da alcuni Paesi europei, dalla Svezia alla Francia, che si ritrovano per un progetto comune. Sotto la direzione di Simonide Braconi, prima viola della Scala, e con il supporto dai talentuosi componenti di Agon, i fratelli Quarta, perfetta la loro intesa (poteva essere altrimenti?) e carichi di affetto i loro abbracci, hanno proposto un programma robusto e originale alternando brani classici come il Concerto per due violini in la minore di Vivaldi e il Concerto per due violini in re minore di Bach, a pagine di musica contemporanea, quelle di tre prime assolute di altrettanti compositori del nostro tempo: Silvia Colasanti (Esercizi per non dire addio), chiamata dai fratelli Quarta giù, è il caso di dire, sul palco, per ricevere i meritati applausi; Simonide Bracon (Contrasti), Alessandro Quarta (Dysturbia, una suite trascinante). Annunciata con un pizzico di mistero da Codazzi, non e' mancata una sorpresa finale fuori programma svelata da Massimo, il più grande dei Quarta: "Eseguireno un brano che mio fratello ha composto e che si chiama Maxi tango. Pensato per un violino, è stato trascritto per due. Voglio ringraziare mio fratello per avermelo dedicato". "Se suono il violino - gli fa fatto eco - Alessandro - è solo per merito di mio fratello. Gli altri bambini giocavano con le macchinine, io mi chiudevo in una stanza a fingere con il mattarello della pasta di suonare il suo meraviglioso violino. Sono onorato di essere qui ma credo che anche voi lo siate". Le ultime parole, dopo i ringraziamenti a Braconi e Codazzi, sono state per i ragazzi dell'ensemble: "Un favore: non cambiate mai. Siete meravigliosi". Il concerto è durato piu' di due ore, eppure i fratelli Quarta e i loro giovani accompagnatori, quando le luci della sala erano gia' accese e il pubblico si preparava ad uscire, hanno concesso il bis della scatenata Tarantula, tratta dalla suite Dysturbia.
"Nemmeno il tempo di riprendersi dall'entusiasmo per l'apertura dello Stradivari Festival che la seconda puntata di “questa edizione speciale per celebrare un compleanno a doppia cifra”, come ha scritto Codazzi, bussa già alle porte con, questa sera alle 18, il matrimonio artistico tra il Quartetto d'Archi della Scala (Francesco Manara, Daniele Pascoletti, Simonide Braconi, Massimo Polidori) e un pianista del livello di Giuseppe Albanese.
Le fotografie sono di Danilo Codazzi
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