Inaugura domani la mostra "Piccio su carta, florilegio in contesto", con 17 disegni inediti ed alcuni quadri mai visti prima. L'abbiamo visitata in anteprima
Anteprima riservata alla stampa guidata dal conservatore Mario Marubbi della mostra “Piccio su carta. Florilegio in contesto” a cura di Renzo Mangili, allestita al quarto piano della Pinacoteca Ala Ponzone, dove, in un ambiente raccolto e particolarmente suggestivo, sarà visitabile da domani e fino al 1 aprile 2024, il nuovo acquisto effettuato dal museo Civico di 17 disegni della collezione Guido Coggi, accompagnati da altre opere grafiche possedute dallo stesso museo ed altre prestate da raccolte pubbliche e private, unite ad alcune opere pittoriche in parte inedite. Sarà l’occasione, anche, per fare definitivamente luce sull’opera dell’artista e dirimere la questione dei numerosi equivoci derivanti da attribuzioni poco scrupolose effettuate in passato.
La mostra vuole essere un omaggio a Giovanni Carnovali detto “il Piccio” (Montegrino Valtravaglia, 29 settembre 1804 – Coltaro, 5 luglio 1873), tanto legato alle memorie civiche e al patrimonio culturale di Cremona, nell’anno in cui si compie il secolo e mezzo dalla sua scomparsa. Un’esposizione che ha il suo fulcro in un nucleo di 17 disegni inediti dell’artista acquisiti dal Museo Civico “Ala Ponzone” dagli eredi della collezione di Guido Coggi. Nella mostra questa serie di disegni viene declinata in sequenza cronologica, dando vita a una rete di sorprendenti rapporti estetici e filologici.
Lo studente di pittura Giovanni Carnovali aveva undici anni quando il suo professore Giuseppe Diotti, all’Accademia Carrara di Bergamo, gli diede da copiare un’antica incisione riproducente un brano della celebre processione cesarea di Andrea Mantegna oggi a Hampton Court. La rassegna, prevalentemente grafica, parte proprio da questa primizia scolastica per arrivare alle opere prodotte negli anni della maturità. Sono così accostati documenti dal vero (teste, figure, paesaggi), esemplari di “storia” preparatori di pitture sia profane sia devozionali, oppure derivazioni più o meno variate dai “capodopera” dell’umbratile maestro, collocati in chiese o nelle sale di case e palazzi della buona società lombarda. Accompagnano le “carte” del Piccio, disposti in vetrine, fogli e piccoli dipinti della sua cerchia, fornendo elementi di ambientazione culturale e soprattutto chiavi utili al riconoscimento delle mani di fronte al fenomeno del “piccismo” perdurato ancora dopo la scomparsa del protagonista.
All’antologia grafica, fanno infine da corollario undici capolavori su tela dell’artista, riuniti allo scopo di collegare a ogni passaggio tecnico del processo figurativo i peculiari valori di forma e di contenuto. Ancora, per cogliere intero, nell’immediato, il significato della straordinaria poetica elaborata dal “piccolo” disceso dai boschi di Montegrino all’inizio dell’Ottocento. La mostra ospita una sezione dedicata ad alcune delle personalità che vennero. trovarsi nell'orbita stretta di Giovanni Carnovali: il maestro Giuseppe Diotti, gli anziani amiici Pietro Ronzoni e Bortolo Fumagalli, i compagni di scuola Enrico Scuri, Giacono Trécourt, Francesco Coghetti, Giovanni Scaramuzza, nonchè gli ammiratori più giovani, cone Emilio Fuzier e Giovanni Bergamaschi. In sostanza le voci di spicco della cultura artistica del tempo. In questa cerchia di evidenzia anche la componente dell'imitazione, con i nomi di Giuseppe Giorgi, Giuseppe Carsana, Francesco Corbari e di diversi altri. In questo gruppo di artisti, di fatto, ha origine il "piccismo", fenomeno di stile che ha finito con l'intorbidare lo stesso lascito del grande innovatore lombardo. Il conteggio dei disegni autografi del Piccio, di fronte alla mole di attribuzioni finora offerta da giacimenti pubblici e privati, impone in primo luogo il riconoscimento e lo scorporo delle imitazioni. Nel nutrito corpo delle imitazioni emergono, per numero e particolare insidiosità, quelle dovute a Corbari. Per la formazione di un paradigma stilistico di Corbari, limitato alla stagione della più intensa frequentazione dei due (1869-1873), viene proposto in mostra un congruo numero di dipinti e di disegni che, sul piano stilistico, sono saldabili tra loro e con le rare unità firmate o documentate.
“Questa piccola mostra dedicata al Piccio rappresenta non solo un momento doveroso di omaggio alla figura del grande pittore lombardo nel 150esimo anniversario della sua scomparsa, ma un’occasione importante di incremento del patrimonio pubblico della Pinacoteca ‘Ala Ponzone’. Dopo oltre venti anni finalmente riprendiamo una politica di acquisizione mirata ad ampliare le collezioni”, dichiara l’assessore alla Cultura Luca Burgazzi.
“La mostra del Piccio a Cremona è un piccolo gioiello. Giovanni Carnovali, detto "Il Piccio", è uno dei più importanti pittori italiani dell'Ottocento, e questa mostra di disegni è un'occasione imperdibile per conoscerlo meglio. I disegni esposti sono di una bellezza unica, e testimoniano la straordinaria capacità grafica di questo artista che riesce a catturare il movimento e l'espressione dei sentimenti con una maestria incredibile. I soggetti dei disegni spaziano dai miti e dalla storia alle scene di genere, dai ritratti ai paesaggi. Insomma, Cremona, città di arte e cultura, cibo e natura, offre anche questa perla: vale davvero la pena venire a vedere e gustare la mostra del Piccio”, è il commento del sindaco Gianluca Galimberti.
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